Le competenze trasversali sono così importanti? Risponde l’esperta
Si parla tanto di soft skill - le cosiddette competenze trasversali - ma quanto contano davvero, specialmente in ottica lavorativa? Nella scuola si tende a valorizzare il voto in matematica o la padronanza di una lingua straniera, ma nel mondo del lavoro – e nella vita in generale – c’è molto di più. Perché non basta saper fare, bisogna anche saper essere. Ragion per cui oggi, più che mai, i datori di lavoro si concentrano su questo tipo di competenze: quelle capacità che non finiscono in un curriculum ma che fanno la differenza in un colloquio, in un team di lavoro, in una relazione professionale. A confermarlo è Elisa Zambito Marsala, Responsabile Education Ecosystems and Global Value Programs di Intesa Sanpaolo, protagonista del nuovo episodio di Like a Pro(f) – il format di Skuola.net che porta tra i banchi digitali gli esperti del mondo reale, per far arrivare agli studenti il punto di vista di chi ogni giorno affronta le sfide di un mondo che cambia. [tiktok]@skuolanet/video/7496893395214896406[/tiktok] Indice “Le competenze trasversali non sono importanti. Sono fondamentali” Un allenamento costante per affrontare un mondo che cambia “Le competenze trasversali non sono importanti. Sono fondamentali” Non usa mezzi termini Elisa Zambito quando si parla di soft skills: “Le competenze trasversali non sono tra le più importanti, sono fondamentali”. Il motivo? Non si tratta solo di un completamento delle competenze tecniche, ma di un esercizio continuo che “eleva il valore umano”. Per poi entrare nel merito: “Creatività, spirito critico, capacità di risolvere problemi, costruire alleanze, fare network, generosità: sono queste le capacità che fanno la differenza, che danno distintività a ciò che ognuno è in grado di sviluppare”. Insomma, non è solo questione di saper programmare o parlare inglese: serve anche saper lavorare con gli altri, sapersi adattare, vedere soluzioni dove gli altri vedono ostacoli. Ecco un motivo in più per affrontare le esperienze di PCTO: spesso nell'acronimo si perde il fatto che stiamo parlando di percorsi (P) pensati propri per sviluppare le competeneze (C) trasversali (T) e l'orientamento. Un allenamento costante per affrontare un mondo che cambia Zambito non lascia spazio all’improvvisazione: “È importante e fondamentale esercitarsi in maniera costante e continua sulle soft skill”. Perché, anche se possono sembrare innate, in realtà sono competenze da coltivare, giorno dopo giorno. E non lo dice tanto per dire: è proprio quello che le aziende cercano. “Questi sono tra i fabbisogni principali delle aziende”, spiega l’esperta, “in un mercato che continua a trasformarsi e a evolversi”. Un mercato che cambia così in fretta da rendere rapidamente obsolete molte competenze tecniche. Ma chi ha una buona dotazione di soft skill – chi sa pensare in modo critico, collaborare, trovare nuove strade – resta sempre rilevante.

Si parla tanto di soft skill - le cosiddette competenze trasversali - ma quanto contano davvero, specialmente in ottica lavorativa? Nella scuola si tende a valorizzare il voto in matematica o la padronanza di una lingua straniera, ma nel mondo del lavoro – e nella vita in generale – c’è molto di più. Perché non basta saper fare, bisogna anche saper essere.
Ragion per cui oggi, più che mai, i datori di lavoro si concentrano su questo tipo di competenze: quelle capacità che non finiscono in un curriculum ma che fanno la differenza in un colloquio, in un team di lavoro, in una relazione professionale.
A confermarlo è Elisa Zambito Marsala, Responsabile Education Ecosystems and Global Value Programs di Intesa Sanpaolo, protagonista del nuovo episodio di Like a Pro(f) – il format di Skuola.net che porta tra i banchi digitali gli esperti del mondo reale, per far arrivare agli studenti il punto di vista di chi ogni giorno affronta le sfide di un mondo che cambia.
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“Le competenze trasversali non sono importanti. Sono fondamentali”
Non usa mezzi termini Elisa Zambito quando si parla di soft skills: “Le competenze trasversali non sono tra le più importanti, sono fondamentali”. Il motivo? Non si tratta solo di un completamento delle competenze tecniche, ma di un esercizio continuo che “eleva il valore umano”.
Per poi entrare nel merito: “Creatività, spirito critico, capacità di risolvere problemi, costruire alleanze, fare network, generosità: sono queste le capacità che fanno la differenza, che danno distintività a ciò che ognuno è in grado di sviluppare”.
Insomma, non è solo questione di saper programmare o parlare inglese: serve anche saper lavorare con gli altri, sapersi adattare, vedere soluzioni dove gli altri vedono ostacoli. Ecco un motivo in più per affrontare le esperienze di PCTO: spesso nell'acronimo si perde il fatto che stiamo parlando di percorsi (P) pensati propri per sviluppare le competeneze (C) trasversali (T) e l'orientamento.
Un allenamento costante per affrontare un mondo che cambia
Zambito non lascia spazio all’improvvisazione: “È importante e fondamentale esercitarsi in maniera costante e continua sulle soft skill”. Perché, anche se possono sembrare innate, in realtà sono competenze da coltivare, giorno dopo giorno. E non lo dice tanto per dire: è proprio quello che le aziende cercano.
“Questi sono tra i fabbisogni principali delle aziende”, spiega l’esperta, “in un mercato che continua a trasformarsi e a evolversi”. Un mercato che cambia così in fretta da rendere rapidamente obsolete molte competenze tecniche. Ma chi ha una buona dotazione di soft skill – chi sa pensare in modo critico, collaborare, trovare nuove strade – resta sempre rilevante.