L’anema e core di Anima per Caltagirone
Che cosa è successo davvero in Assogestioni sulla lista per Generali? Il caso di Anima.

Che cosa è successo davvero in Assogestioni sulla lista per Generali? Il caso di Anima.
Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?
Viene da scomodare Nanni Moretti a vedere cosa ha combinato Anima&Kairos nell’ultima settimana in seno al comitato dei gestori di Assogestioni. Qui in realtà l’obiettivo era l’opposto rispetto all’attore regista di Ecce Bombo, idolo di una generazione di radical chic che oggi scende in piazza sotto le insegne dell’Europa, ovvero quello di dare meno possibile nell’occhio. Non si può dire che l’operazione sia riuscita.
Riavvolgiamo il nastro e andiamo con ordine.
Premessa. Il 22 febbraio 2023, in prossimità del rinnovo del cda di Anima, Poste – che ne possiede l’11,7% – stipula con il gruppo Caltagirone un patto parasociale che permette a quest’ultimo, azionista di Anima con solo il 3,2%, di eleggere un consigliere e farlo vice-presidente.
Fin qui nulla di strano, anche perché l’argomento è quello di un patto in funzione anti-francese (un argomento in voga anche a Trieste). Chi all’epoca borbottò sulla scelta di una società partecipata dal ministero dell’Economia di schierarsi con un privato aveva capito proprio nulla di quanto fosse solido il rapporto tra Caltagirone e il governo (rapporto chiarito e squadernato urbi et orbi pochi mesi dopo con l’Ops di Mps su Mediobanca).
Ma torniamo ad Anima e al suo vicepresidente espresso da Caltagirone, Fabio Corsico.
Quando la discussione in seno al comitato dei gestori approccia il tema “lista Generali” diversi componenti si astengono per il potenziale conflitto di interessi: è il caso di Generali ovviamente, ma anche di Mediobanca, Mediolanum e Amundi. Anima no, non si sente in conflitto e continua a partecipare alle riunioni del comitato che discutono dell’argomento.
Almeno fino a quando venerdì 14 il coordinatore del comitato, espressione di Mediobanca Sgr, porta in riunione un parere legale del prof. Annunziata sull’indipendenza di giudizio. Qui, inizia il dubbio morettiano di Anima. A seguito del parere Anima decide di fare un passo indietro e abbandona i lavori che sulla lista di Generali si svolgeranno quel venerdì e nella successiva riunione di lunedì 17.
Nel frattempo però qualcuno si accorge del danno o, come si suol dire, del latte versato. Se Anima non partecipa alla lista su Generali in Assogestioni perché, in sostanza, in conflitto di interessi questo potrebbe risultare un problema anche per la prossima assemblea di Mps dove si deve approvare l’aumento di capitale al servizio dell’Ops su Mediobanca cara al duo Caltagirone-Milleri. E l’esito dell’assemblea non è scontato, tanto è vero che nelle scorse settimane il gruppo del costruttore e finanziere romano ha arrotondato dal 5 all’8% la percentuale in Mps per puntellare l’aumento.
Allora Anima si ravvede e nella riunione di venerdì 21 decide di tornare a partecipare i lavori. O meglio, decide di partecipare e stare in disparte. Quando si affronta il punto 2 della questione infatti Anima dichiara che intende partecipare ma solo per la decisione se presentare o meno una lista, non alla discussione sui profili dei candidati (con ciò rendendo bene l’idea di quello che a Caltagirone in fondo interessa). Tuttavia l’opzione “vengo e sto in disparte” non viene concessa e ad Anima viene data un’opzione “o dentro o fuori”. Conciliabolo con i legali e poi la sofferta decisione: fuori.
Prima dentro, poi fuori, poi dentro a metà e infine fuori definitivamente. Una settimana alla Ecce Bombo. Ma non è un film, è la realtà.