La view sulla stagione dei risultati primo trimestre di Generali AM
Con l’inizio della stagione degli utili del primo trimestre del 2025, le aspettative per i risultati delle aziende sono già compromesse da un clima di forte incertezza globale, come sottolineato da Chiara Robba, head of LDI Equity di Generali Asset Management. Secondo Robba, le prospettive future sono difficili da valutare a causa del contesto di... Leggi tutto

Con l’inizio della stagione degli utili del primo trimestre del 2025, le aspettative per i risultati delle aziende sono già compromesse da un clima di forte incertezza globale, come sottolineato da Chiara Robba, head of LDI Equity di Generali Asset Management. Secondo Robba, le prospettive future sono difficili da valutare a causa del contesto di incertezze nel commercio internazionale. “La stagione degli utili mostra già una scarsa visibilità delle aziende sulle prospettive future”, ha affermato.
In Europa, i risultati di alcuni grandi nomi del lusso e della tecnologia hanno deluso. LVMH, il gigante del lusso, ha riportato una crescita organica inferiore alle aspettative, con il settore Fashion&Leather che ha mostrato una crescita del -5%, ben lontano dal consenso praticamente piatto. ASML, uno dei leader nel settore dei semiconduttori, ha anche avuto un portafoglio ordini sotto le attese, a causa della crescente incertezza sugli investimenti globali.
Queste performance deludenti si inseriscono in un quadro globale più ampio di preoccupazione per gli sviluppi commerciali internazionali. Prima che l’ex presidente Donald Trump annunciasse nuove misure protezionistiche durante il “Liberation Day” di aprile, si registrava già un rallentamento negli Stati Uniti, con un impatto negativo sui consumi e sulla tecnologia. A gennaio, l’esplosione del fenomeno DeepSeek aveva acceso i riflettori sulla sostenibilità della crescita degli investimenti in intelligenza artificiale e sulle prospettive di ritorno sugli stessi. Tuttavia, gli stimoli fiscali in Germania e la spesa per la difesa dell’UE erano inizialmente considerati fattori positivi per stimolare la crescita.
Ma la situazione è cambiata radicalmente con l’annuncio dei dazi americani. In Europa, si stima che un’imposizione di tariffe del 20% possa ridurre il PIL dell’area euro di circa 40 punti base, con conseguenti effetti disinflazionistici. “Non siamo in grado di stimare i danni che i dazi arrecheranno alla crescita globale”, ha commentato Robba, evidenziando come Germania e Italia potrebbero essere maggiormente esposte agli effetti negativi rispetto a Paesi come Francia e Spagna. La situazione potrebbe evolvere nei prossimi 90 giorni di negoziati.
Il contesto geopolitico incerto ha portato molte aziende a ridurre gli investimenti o a rimandare decisioni importanti. Robba osserva che “in molti casi abbiamo assistito a una riduzione della spesa per investimenti in attesa di chiarimenti sui dazi e sulle politiche commerciali”, con settori come quelli dei servizi di pubblica utilità, delle telecomunicazioni e del settore immobiliare che potrebbero comunque registrare risultati migliori, grazie alla loro focalizzazione sul mercato interno.
Al contrario, i settori più vulnerabili a questa situazione includono quelli fortemente orientati all’esportazione, come Medtech, automobilistico e lusso, che potrebbero subire revisioni al ribasso più significative dei propri utili. Per l’area europea, la crescita dell’utile per azione (EPS) potrebbe anche annullarsi completamente, rispetto al consenso attuale di circa il 6%.
Nel frattempo, le stime sugli utili dell’S&P 500 si sono rivelate più resistenti, nonostante i mercati abbiano subito una scossa a causa delle nuove politiche commerciali e della crescita economica instabile. Nonostante un calo del 10% dell’indice S&P 500 dall’inizio dell’anno, le previsioni sugli utili per azione (EPS) per il 2025 sono scese solo del 2%. Tuttavia, le aspettative di crescita per il primo trimestre sono state riviste al ribasso, con un incremento previsto del 6%, ben al di sotto delle stime iniziali dell’11%.
In Europa, la stagione degli utili è iniziata in modo negativo con il lusso e la tecnologia che hanno subito perdite significative. LVMH ha perso l’8% e ASML il 5% al momento della pubblicazione dei risultati, mentre l’indice STOXX 600 ha perso il 10% rispetto ai massimi di marzo. Le stime per il primo trimestre indicano una riduzione degli utili per azione (EPS) di circa il 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Infine, un altro fattore da non sottovalutare è l’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro, che ha registrato un aumento del 10% da inizio anno, un elemento che può pesare sulle performance delle aziende europee con un’ampia esposizione ai mercati esteri.
In questo contesto complesso, sarà cruciale monitorare i prossimi sviluppi nei settori più esposti alle nuove tariffe e alle politiche commerciali internazionali, con l’incertezza che continuerà a dominare il panorama economico globale.