La Via Lattea nei sarcofagi egizi: stelle e polvere cosmica sul corpo di Nut

Un’antica visione celeste nascosta nell’arte funeraria dell’Egitto Nel cuore delle pratiche spirituali e funerarie dell’Antico Egitto, l’immagine della dea Nut, signora del cielo, rivela nuove chiavi interpretative. Secondo uno studio condotto dall’astrofisico Or Graur dell’Università di Portsmouth, alcune raffigurazioni della dea celeste, dipinte all’interno e all’esterno di sarcofagi risalenti a oltre 4.600 anni fa, sembrano […] La Via Lattea nei sarcofagi egizi: stelle e polvere cosmica sul corpo di Nut

Mag 3, 2025 - 17:57
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La Via Lattea nei sarcofagi egizi: stelle e polvere cosmica sul corpo di Nut
Un’antica visione celeste nascosta nell’arte funeraria dell’Egitto Nel cuore delle pratiche spirituali e funerarie dell’Antico Egitto, l’immagine della dea Nut, signora del cielo, rivela nuove chiavi interpretative. Secondo uno studio condotto dall’astrofisico Or Graur dell’Università di Portsmouth, alcune raffigurazioni della dea celeste, dipinte all’interno e all’esterno di sarcofagi risalenti a oltre 4.600 anni fa, sembrano includere una rappresentazione stilizzata del piano galattico della Via Lattea. Questa ipotesi emerge da un’analisi minuziosa di centinaia di opere funerarie, in cui l’aspetto cosmologico si fonde con la religiosità. In particolare, Graur ha osservato una linea spessa, sinuosa e ondulata lungo il corpo di Nut, spesso fiancheggiata da stelle, che ricorda da vicino la struttura della Grande Fenditura, ovvero quella fascia scura di polvere che taglia diagonalmente la fascia luminosa della galassia visibile nei cieli notturni. La scoperta nel sarcofago di Nesitaudjatakhet Tra i reperti più rilevanti c’è il sarcofago di Nesitaudjatakhet, una cantante sacra devota alle divinità Mut e Amun-Re, vissuta durante la XXI Dinastia (1077–943 a.C.). Sul corpo di Nut, dipinto sulla superficie lignea del sarcofago, corre una linea ondulata costellata di astri, un dettaglio che, confrontato con fotografie astronomiche moderne, rafforza l’ipotesi di un’interpretazione cosmica della figura della dea. Sebbene rara, questa rappresentazione non è unica. Altri quattro esempi sono stati individuati, ma nessuno su sarcofagi: tre provengono dalle tombe reali di Ramesse IV, VI e IX, dove Nut appare due volte, una per il giorno e una per la notte, divise da una linea serpentina. Questo tratto grafico, secondo Graur, non rende Nut una personificazione della Via Lattea, ma piuttosto un contenitore celeste, sulla cui pelle si manifestano fenomeni astronomici come il Sole, le stelle e la galassia stessa. Un simbolismo celeste e spirituale intrecciato La figura di Nut ha sempre ricoperto un ruolo centrale nell’escatologia egizia: piegata a formare la volta del cielo, simboleggia la protezione dell’aldilà, il grembo in cui il Sole nasce e muore ogni giorno. L’aggiunta del motivo ondulato che attraversa il suo corpo rappresenta una novità significativa nella decifrazione di queste immagini sacre. Non si tratta di un semplice ornamento, ma di un possibile segno intenzionale della comprensione celeste degli Egizi, che contemplavano la Via Lattea come parte integrante del regno divino. La necessità di accesso alle collezioni museali Lo studio di Graur non si limita al solo aspetto astronomico. Egli sottolinea la fondamentale importanza della digitalizzazione e della condivisione aperta dei cataloghi museali. Solo grazie all’accesso a immagini ad alta risoluzione e a schede dettagliate delle collezioni è stato possibile individuare queste connessioni simboliche e cosmiche. Lo studioso invita musei, fondazioni e governi a investire nella creazione di archivi pubblici digitali, strumenti essenziali per una ricerca interdisciplinare moderna e inclusiva. Il suo lavoro è stato pubblicato nell’aprile 2024 sul Journal of Astronomical History and Heritage, gettando nuova luce su una delle più enigmatiche relazioni tra religione e astronomia nell’arte dell’antico Egitto.

La Via Lattea nei sarcofagi egizi: stelle e polvere cosmica sul corpo di Nut