La storia ci insegna che i Papi di ‘transizione’ si sono dimostrati moderni e coraggiosi

di Stefano Maciocchi Che l’abito non faccia il monaco è un proverbio cui non ha creduto mai nessuno. Figuriamoci adesso in cui i social mostrano l’immagine di una persona con una dovizia di particolari mai avuta in precedenza. Con la propria immagine si comunica agli altri quello che si è o almeno quello che si […] L'articolo La storia ci insegna che i Papi di ‘transizione’ si sono dimostrati moderni e coraggiosi proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 13, 2025 - 13:22
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La storia ci insegna che i Papi di ‘transizione’ si sono dimostrati moderni e coraggiosi

di Stefano Maciocchi

Che l’abito non faccia il monaco è un proverbio cui non ha creduto mai nessuno. Figuriamoci adesso in cui i social mostrano l’immagine di una persona con una dovizia di particolari mai avuta in precedenza. Con la propria immagine si comunica agli altri quello che si è o almeno quello che si vorrebbe essere. A questa legge non sfugge nemmeno il Papa, vicario di Cristo sulla terra ma pur sempre un uomo. Papa Leone XIV è tornato ad indossare la mozzetta rossa ed il crocifisso d’oro e questa non è una scelta casuale. Prevost ha voluto comunicare ai suoi fedeli ed al mondo intero che si distanzierà da certi “modus operandi” di Papa Francesco, se non altro dal punto di vista formale.

E’ troppo presto per dire se questa difformità esteriore si tradurrà anche in un distanziamento sostanziale dal cammino di Bergoglio. Nel suo primo discorso Leone XIV si è soffermato soprattutto sul tema della pace, “disarmata e disarmante”. Una pace nel nome di Cristo unificatore. Inoltre la scelta del suo nome richiama il papa Leone XIII, il pontefice della “Rerum Novarum”, l’enciclica dell’apertura della chiesa cattolica alle tematiche sociali.

Ma se non è vero che l’abito non faccia il monaco è vero invece che le parole volano via nel vento. Sarà sui gesti concreti di Prevost che verrà giudicato il suo pontificato. Lo attendono sfide epocali quali la crisi delle vocazioni, gli scandali sugli abusi sessuali e sulla gestione poco trasparente dei beni vaticani e dello Ior. Lo attende la non facile gestione della curia romana, messa da parte da Bergoglio ed ora desiderosa di tornare ai fasti ed al potere che per secoli ha esercitato.

La sensazione è che la scelta del collegio cardinalizio sia caduta su Prevost in quanto considerato come una figura di compromesso, equidistante dalle pulsioni rinnovatrici dell’ala bergogliana e da quelle più conservatrici. Spesso la storia ci ha insegnato che i papi di transizione si sono dimostrati invece pontefici moderni e coraggiosi, come papa Giovanni XXIII. Speriamo sia così anche per papa Leone XIV. Per il bene della Chiesa che lui rappresenta e per l’umanità intera.

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