La scommessa finale della Ferrari
Il lungo digiuno sta per essere spezzato. Deve. La Ferrari parte per cancellare il tabù dei mondiali che mancano ormai da una vita: 18 anni quello piloti (2007 Hakkinen) e appena uno in mano quello costruttori (2008): un'eternità insopportabile per la Rossa che sull'altare del sogno iridato ha bruciato investimenti, campioni, progetti tecnici e relativi responsabili. Un'altalena di illusioni e b ruschi risvegli che ha portato Maranello fin qui e che ha spinto Elkann e mettere in mano al team principal Frederic Vasseur - per lui secondo giro, ma il primo davvero in controllo della situazione - l'arma totale.Tutto ruota intorno a Lewis Hamilton, strappato alla Mercedes e convinto a trasferirsi in Ferrari per cercare l'ottavo iride di una carriera straordinaria solo un po' appannata nel finale. Il baronetto ha compiuto 40 anni a gennaio, dal 2021 insegue la sua personale vendetta contro Max Verstappen e la Red Bull e ha abbracciato con entusiasmo la sfida lanciata da Maranello. Un all-in finale non privo di rischi, perché per mettere Hamilton al fianco di Charles Leclerc, il (fu) predestinato, Elkann ha smontato un giocattolo che stava cominciando a funzionare bene e che sembrava perfetto per dare l'assalto al Mondiale.La Ferrari si è lasciata alle spalle un 2024 in cui ha sfiorato il titolo costruttori, battuta dalla McLaren che nel frattempo è diventata la vettura più veloce del Circus, e ha conquistato 5 vittorie: 3 con Leclerc e 2 con Sainz. Il quale sarà rimpianto, se l'innesto di Lewis non dovesse rendere alla perfezione. Cosa significa? Portare esperienza, aiutare il team a crescere, non entrare in conflitto con Leclerc e vincere. Subito. Perché la carta d'identità dice che non c'è troppo tempo da aspettare e perché il campionato che parte in Australia è l'ultimo prima della rivoluzione delle regole.Il lavoro che attende Vasseur non è semplice. Anzi. dovrà camminare sul filo sottile che separa opportunità da problema: ha due piloti entrambi velocissimi, sperando che la SF-25 si confermi anche in pista secondo le indicazioni lasciate dai test invernali, nessuno dei quali disposto a fare da scudiero dell'altro. Non Hamilton, non potrebbe essere diversamente visto la carriera che si porta dietro, e nemmeno Leclerc che della Ferrari rappresenta il vero progetto e al quale è stato rinnovato a lungo termine il contratto anche per attutire la botta dell'arrivo del britannico come compagno di box.L'esperienza dice che le scuderie che corrono per il titolo piloti hanno quasi sempre gerarchie definite, altrimenti sono guai a meno di una superiorità schiacciante dal punto di vista tecnico. Siccome non è pensabile che la Ferrari risponda alla seconda categoria, ecco che il ticket Hamilton-Leclerc sembra perfetto per alimentare discussioni e rimpianti mentre la Red Bull punterà forte sul solito Max Verstappen e la McLaren viene dall'esperienza dell'ultimo campionato e sa come comportarsi con Lando Norris e Oscar Piastri.La Ferrari ha bisogno, però, di tornare a riempire la bacheca. Mentre l'azienda vola e macina utili, la gestione sportiva sta attraversando uno dei periodi più lunghi della sua storia senza successi. Un destino condiviso con la Juventus, l'altro brand sportivo di casa Exor che pesa poco su fatturato e utili ma molto in termini di immagine. L'anno zero in casa juventina ha prodotto un flop, quello di Maranello parte con speranze e basi diverse. Fino a prova contraria. Melbourne comincerà a scrivere la risposta.


Il lungo digiuno sta per essere spezzato. Deve. La Ferrari parte per cancellare il tabù dei mondiali che mancano ormai da una vita: 18 anni quello piloti (2007 Hakkinen) e appena uno in mano quello costruttori (2008): un'eternità insopportabile per la Rossa che sull'altare del sogno iridato ha bruciato investimenti, campioni, progetti tecnici e relativi responsabili. Un'altalena di illusioni e b ruschi risvegli che ha portato Maranello fin qui e che ha spinto Elkann e mettere in mano al team principal Frederic Vasseur - per lui secondo giro, ma il primo davvero in controllo della situazione - l'arma totale.
Tutto ruota intorno a Lewis Hamilton, strappato alla Mercedes e convinto a trasferirsi in Ferrari per cercare l'ottavo iride di una carriera straordinaria solo un po' appannata nel finale. Il baronetto ha compiuto 40 anni a gennaio, dal 2021 insegue la sua personale vendetta contro Max Verstappen e la Red Bull e ha abbracciato con entusiasmo la sfida lanciata da Maranello. Un all-in finale non privo di rischi, perché per mettere Hamilton al fianco di Charles Leclerc, il (fu) predestinato, Elkann ha smontato un giocattolo che stava cominciando a funzionare bene e che sembrava perfetto per dare l'assalto al Mondiale.
La Ferrari si è lasciata alle spalle un 2024 in cui ha sfiorato il titolo costruttori, battuta dalla McLaren che nel frattempo è diventata la vettura più veloce del Circus, e ha conquistato 5 vittorie: 3 con Leclerc e 2 con Sainz. Il quale sarà rimpianto, se l'innesto di Lewis non dovesse rendere alla perfezione. Cosa significa? Portare esperienza, aiutare il team a crescere, non entrare in conflitto con Leclerc e vincere. Subito. Perché la carta d'identità dice che non c'è troppo tempo da aspettare e perché il campionato che parte in Australia è l'ultimo prima della rivoluzione delle regole.
Il lavoro che attende Vasseur non è semplice. Anzi. dovrà camminare sul filo sottile che separa opportunità da problema: ha due piloti entrambi velocissimi, sperando che la SF-25 si confermi anche in pista secondo le indicazioni lasciate dai test invernali, nessuno dei quali disposto a fare da scudiero dell'altro. Non Hamilton, non potrebbe essere diversamente visto la carriera che si porta dietro, e nemmeno Leclerc che della Ferrari rappresenta il vero progetto e al quale è stato rinnovato a lungo termine il contratto anche per attutire la botta dell'arrivo del britannico come compagno di box.
L'esperienza dice che le scuderie che corrono per il titolo piloti hanno quasi sempre gerarchie definite, altrimenti sono guai a meno di una superiorità schiacciante dal punto di vista tecnico. Siccome non è pensabile che la Ferrari risponda alla seconda categoria, ecco che il ticket Hamilton-Leclerc sembra perfetto per alimentare discussioni e rimpianti mentre la Red Bull punterà forte sul solito Max Verstappen e la McLaren viene dall'esperienza dell'ultimo campionato e sa come comportarsi con Lando Norris e Oscar Piastri.
La Ferrari ha bisogno, però, di tornare a riempire la bacheca. Mentre l'azienda vola e macina utili, la gestione sportiva sta attraversando uno dei periodi più lunghi della sua storia senza successi. Un destino condiviso con la Juventus, l'altro brand sportivo di casa Exor che pesa poco su fatturato e utili ma molto in termini di immagine. L'anno zero in casa juventina ha prodotto un flop, quello di Maranello parte con speranze e basi diverse. Fino a prova contraria. Melbourne comincerà a scrivere la risposta.