Cina verso la coalizione dei volenterosi? Ecco perché Pechino vuole aiutare l’Ucraina. Alleanza anti-Usa con Giappone e Corea del Sud
Sostegno all'Ucraina per una missione di mantenimento della pace: la Cina valuta l'adesione alla coalizione dei volenterosi. Il ruolo di Pechino rispetto a Mosca sulla presenza di truppe di peacekeeping. Intanto, alleanza con Tokyo e Seul per un'alleanza anti-Usa L'articolo Cina verso la coalizione dei volenterosi? Ecco perché Pechino vuole aiutare l’Ucraina. Alleanza anti-Usa con Giappone e Corea del Sud proviene da FIRSTonline.


La Cina valuta l’ipotesi di unirsi alla coalizione dei volenterosi a sostegno dell’Ucraina in vista di una potenziale missione di mantenimento della pace. Lo rivela Welt am Sonntag, l’edizione domenicale del quotidiano tedesco Die Welt, citando fonti diplomatiche europee. “L’inclusione di Pechino potrebbe aumentare le possibilità che Mosca accetti la presenza di truppe di peacekeeping”, evidenziano le stesse fonti.
Cina verso l’adesione alla coalizione dei volenterosi
Intanto la premier Giorgia Meloni, annuncia Palazzo Chigi, parteciperà alla “riunione sulla pace e la sicurezza dell’Ucraina” in programma giovedì a Parigi. Mentre il titolare della Farnesina, Antonio Tajani interviene dopo la telefonata di venerdì tra il vicepremier Matteo Salvini e il vicepresidente degli Usa, JD Vance: “La politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Il resto sono iniziative legittime ma personali”. Per il leader della Lega invece sono “surreali” i retroscena che riferiscono di una gara con Meloni per accreditarsi a Washington.
In tutto ciò, gli occhi sono puntati su domani, lunedì 24 marzo, quando a Riad torneranno le delegazioni di Russia, Stati Uniti e Ucraina per colloqui esclusivamente indiretti – nel modello “shuttle diplomacy” – per provare ad aggiungere un nuovo tassello alla roadmap verso una tregua e la pace.
Stando alle stesse fonti europee citate dal Welt am Sonntag, l’inclusione della Cina tra i più stretti partner della Russia “potrebbe aumentare le possibilità” che il Cremlino accetti la proposta dei peacekeeper. L’ingresso di Pechino nel dibattito è un cambio di posizione rispetto a inizio marzo, quando il Dragone aveva bocciato l’idea sottolineando di “non essere parte della crisi” in Ucraina. Ed è già di per sé un segnale verso Mosca, che finora si è detta contraria a qualunque contingente europeo di pace aprendosi invece soltanto alla possibilità di “osservatori” disarmati per una missione civile.
Sostegno all’Ucraina, perché la Cina può essere il tassello necessario
Pechino potrebbe infatti essere il tassello necessario a dare corpo all’iniziativa di peacekeeping delineata dalla “coalizione dei volenterosi”, che vede i Caschi Blu tra le forze da schierare nelle quattro “linee di interposizione” individuate nel piano allo studio delle cancellerie. Quella della missione Onu è infatti considerata l’opzione maggiormente percorribile, perché richiederebbe il consenso della stessa Russia nel consiglio di sicurezza, insieme a Stati Uniti, Francia, Regno Unito e alla Cina, il cui peso nelle discussioni è quindi fondamentale. Resta tuttavia da chiarire se Kiev accetterà l’idea di coinvolgere l’Onu, al momento respinta come inefficace dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
I dubbi del presidente ucraino potranno essere chiariti giovedì a Parigi, quando parteciperà all’incontro tra i leader dei volenterosi necessario a “finalizzare” il lavoro sulle garanzie di sicurezza da dare a Kiev.
Cina, Giappone e Corea del Sud: via all’alleanza anti-Usa
Nel mentre, in un’ottica di accordo – post divisioni storiche – capace di dare il via a un’alleanza anti-Usa, i ministri degli Esteri di Giappone, Cina e Corea del Sud si sono incontrati per riaffermare l’importanza della denuclearizzazione della penisola coreana e rafforzare la cooperazione trilaterale su temi condivisi come l’invecchiamento della popolazione, il calo delle nascite, i disastri naturali e gli scambi culturali, “in un momento segnato da crescenti tensioni geopolitiche”, come dice un funzionario diplomatico di uno dei tre Paesi coinvolti.
Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha riaffermato l’impegno della Cina verso una crescita economica regionale condivisa, proponendo la ripresa dei colloqui su un quadro economico trilaterale e l’espansione del Partenariato economico globale regionale (Rcep), che coinvolge 15 Paesi indo-pacifici. Ha definito la cooperazione trilaterale in ambiti come tecnologia, clima e scambi culturali come “motore chiave” dell’integrazione nell’Asia orientale.l