Scoperti resti scheletrici nel ranch dei narcotrafficanti: nel terreno centinaia di oggetti personali di persone rapite, uccise e fatte sparire

Immagini raccapriccianti, provenienti dal ranch messicano che un tempo sembrava essere stato utilizzato come campo di addestramento per i cartelli della droga L'articolo Scoperti resti scheletrici nel ranch dei narcotrafficanti: nel terreno centinaia di oggetti personali di persone rapite, uccise e fatte sparire proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 14, 2025 - 15:39
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Scoperti resti scheletrici nel ranch dei narcotrafficanti: nel terreno centinaia di oggetti personali di persone rapite, uccise e fatte sparire

Centina di scarpe, vestiti e oggetti personali accatastati come se ci si trovasse in un campo di sterminio nazista. Il ranch Izaguirre a Teuchitlan, in Messico, usato come base dai narcotrafficanti della droga, potrebbe essere stato un “campo di morte”.

Le immagini raccapriccianti pubblicate online, provenienti dal ranch messicano che un tempo sembrava essere stato utilizzato come campo di addestramento per i cartelli della droga, mostrano centinaia di scarpe, zaini, pantaloni, camicie e altri oggetti abbandonati, insieme a foto di ossa carbonizzate, bossoli di proiettili e caricatori di armi. Ancora però non esiste ufficialità da parte delle autorità, ma secondo anche quanto scrive il Los Angeles Times, all’interno del “ranch della morte” è altamente probabile che i boss del narcotraffico addestrassero giovani uomini e donne, attirati con normali annunci di lavoro ma finiti in una sorta di girone infernale dove per sopravvivere ci si doveva far fuori a vicenda superando prove di violenza omicida.

Anche in Messico, dove le storie di massacri, rapimenti e fosse comuni costituiscono ogni giorno materiale di cronaca, le recenti rivelazioni provenienti dallo stato occidentale di Jalisco hanno suscitato scalpore. Si pensi, come scrive il LAT, che oltre ai resti di indumenti le autorità hanno trovato “annotazioni manoscritte su un quaderno con colonne numerate di soprannomi, presumibilmente un registro in codice di ex prigionieri, e una lettera d’addio di qualcuno che diceva: “Amore mio, se un giorno non tornerò, ti chiedo solo di ricordare quanto ti amo”. A diffondere le immagini inquietanti sui social media questo mese sono stati i membri di un gruppo di ricerca di persone scomparse che è entrato nel ranch alla ricerca dei propri cari (sono oltre 120.000 i “desaparecidos” del Messico ndr). Persino i veterani ricercatori, abituati alla violenza, alle minacce e alle tombe segrete, sono rimasti inorriditi.

“È stato uno shock tremendo”, ha ricordato Raúl Servín García dei Warrior Searchers di Jalisco, uno dei tanti collettivi di volontariato in tutto il paese dedicati alla ricerca di persone scomparse per lo più vittime della criminalità organizzata. I titoli dei giornali locali hanno definito il ranch un “campo di sterminio”, sede di “crematori” sotterranei e, persino, “l’Auschwitz messicano”.

La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha affermato che le autorità federali e statali stanno indagando. “Abbiamo foto isolate, ma non sappiamo esattamente cosa è stato trovato, come è stato trovato”, ha detto Sheinbaum ai giornalisti giovedì nella sua conferenza stampa quotidiana. “Dobbiamo determinare le responsabilità in base alle informazioni e alle indagini”. Le inquietanti immagini sono state scattate a Rancho Izaguirre, un’arida area rettangolare di due acri con capannoni e altre strutture, situata in mezzo a terreni agricoli irrigati a sole 37 miglia dal centro di Guadalajara, la seconda città più grande del Messico.

La sorte delle persone i cui vestiti sono stati ritrovati al ranch, e quanti siano vivi o morti, resta ancora oggi sconosciuta al pubblico. I resoconti dei media hanno alternativamente etichettato il ranch come un centro di addestramento, un centro di tortura, un campo di sterminio e un sito di smaltimento cadaveri per il cartello Jalisco New Generation, uno dei più grandi e violente associazioni di crimine organizzato in Messico. Gli abiti appartenevano a giovani uomini e donne attirati nel campo dagli agenti del cartello tramite false offerte di lavoro, secondo i soccorritori, che affermano di aver parlato con diversi sopravvissuti e i loro parenti. Molti prigionieri sono stati reclutati in una stazione degli autobus a Tlaquepaque, un sobborgo di Guadalajara.

“Hanno incontrato questi giovani al terminal degli autobus con false promesse di lavoro”, ha detto. “Molti non avevano idea di cosa li aspettava”. Secondo il collettivo di soccorritori: “i prigionieri che tentavano di scappare o che non erano all’altezza dell’addestramento fisico, andavano incontro alla morte”. Mentre un sopravvissuto anonimo ha spiegato loro che “i prigionieri erano costretti a uccidere i loro compagni prigionieri”.

Nonostante i resoconti dettagliati dei soccorritori però i funzionari non hanno ancora fornito informazioni su cosa è successo realmente a Rancho Izaguirre.

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