La Fed è ancora indecisa, nessun taglio dei tassi per ora

La Presidente della Fed di Boston Susan Collins sostiene l'atteggiamento cauto di Powell e sposa una linea prudente sui tassi

Apr 11, 2025 - 09:45
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La Fed è ancora indecisa, nessun taglio dei tassi per ora

La Federal Reserve resta più preoccupata per l’inflazione che per l’impatto dei dazi di Trump e potrebbe addirittura ritardare il prossimo taglio a causa degli effetti dell’incertezza e delle tariffe imposte dal leader statunitense sule importazioni. Lo ha spiegato un funzionario della Fed, smentendo i dati dell’inflazione, che segnalavano un rallentamento della crescita dei prezzi.

Collins pensa ad un taglio rinviato

La presidente della Federal Reserve Bank di Boston, Susan Collins, ricordando che la banca centrale avrebbe dovuto abbassare ancora i tassi di interesse entro la fine dell’anno, ha indicato che l’inflazione causata dai dazi potrebbe ritardare ulteriori tagli.

“Le rinnovate pressioni sui prezzi potrebbero ritardare un’ulteriore normalizzazione delle politiche, poiché è necessaria la convinzione che i dazi non stiano destabilizzando le aspettative di inflazione”

ha affermato Collins, aggiungendo che mantenere i tassi stabili è l’approccio migliore “per il momento”.

“Considero la politica monetaria ben posizionata per affrontare un’ampia gamma di potenziali rischi economici in questo contesto di elevata incertezza”

ha ribadito Collins.

Collins con il suo staff ha stimato che un dazio effettivo sulle importazioni superiore al 10% aumenterebbe l’inflazione di fondo in misura compresa fra 0,7 e 1,2 punti percentuali e che la maggior parte di questo effetto si verificherebbe quest’anno. Collins ha anche previsto un rallentamento dell’economia statunitense quest’anno, ma le sue previsioni sono per una crescita più lenta, “non per una recessione significativa”. Per questo ma banchiera ha votato per mantenere i tassi invariati ed è allineata all’impostazione prudente del Presidente della Fed, che ritiene di non doversi affrettare ad aggiustare i tassi d’interesse.

Inflazione sotto le attese ai minimi dal 2021

I dati preliminari dell’inflazione di marzo sono usciti proprio ieri ed hanno indicato che una frenata al 2,4% tendenziale dal 2,8% di febbraio, risultando inferiori alle attese del mercato che la indicavano al 2,5%. L’indice core che esclude i prezzi dei prodotti energetici ed alimentari, ha mostrato una crescita del 2,8%, attestandosi al di sotto del consensus e scivolando per la prima volta al di sotto del 3% da marzo 2021.

Nonostante questa frenata, che fa riferimento ad un periodo precedente all’imposizione di dazi universali da parte dell’amministrazione Trump, gli esperti ritengono che l’impatto sui prezzi si sentirà più in là e che il rallentamento dell’inflazione  non durerà molto e si unirà ad una crescita economica più debole, se non ad una recessione.

Rimaniamo cauti riguardo agli attuali dati sull’inflazione, in quanto queste cifre riflettono un periodo precedente all’implementazione dei recenti dazi. Pertanto, ci aspettiamo che nei prossimi mesi ci possa essere una maggiore volatilità dei dati sull’inflazione, in particolare per quanto riguarda i beni (influenzati dai dazi)”

sottolinea un analista di Janus Handerson.

“Il dato odierno sull’indice dei prezzi al consumo, più debole del previsto, appare superato alla luce dei profondi cambiamenti nelle politiche commerciali degli ultimi giorni. Guardando al futuro, la Fed si troverà probabilmente ad affrontare un difficile compromesso ci aspettiamo che la reazione iniziale della Fed sia prudente, ma permangono i rischi che un rallentamento dell’economia più marcato del previsto possa portare alla ripresa del ciclo di allentamento monetario da parte della Fed”

afferma Goldman Sachs Asset Management.