Kaufman: “La nostra storia normale” è un manifesto generazionale
La nostra storia normale è il nuovo singolo dei Kaufman, disponibile negli store digitali dal 18 aprile 2025. Il brano è un racconto sincero, crudo e dolcissimo, delle emozioni e dei turbamenti quotidiani che un trentenne si trova a vivere. Con La nostra storia normale, i Kaufman propongono un viaggio emotivo tra le pieghe dell’amore, […] L'articolo Kaufman: “La nostra storia normale” è un manifesto generazionale proviene da All Music Italia.

La nostra storia normale è il nuovo singolo dei Kaufman, disponibile negli store digitali dal 18 aprile 2025. Il brano è un racconto sincero, crudo e dolcissimo, delle emozioni e dei turbamenti quotidiani che un trentenne si trova a vivere.
Con La nostra storia normale, i Kaufman propongono un viaggio emotivo tra le pieghe dell’amore, della fragilità e della consapevolezza. La canzone si inserisce in un percorso coerente, ma evolutivo della band. La loro carriera è caratterizzata da brani che parlano d’amore, insicurezze e giovinezza: da L’età difficile a Malati d’amore feat. Galeffi.
Nel loro nuovo progetto, i Kaufman raccontano relazioni in bilico, abbracci che scuotono l’anima e sogni che si scontrano con le aspettative familiari. La nostra storia normale (INRI / Metatron / Universal Music Italia) vuole offrire una carezza malinconica. Assume le caratteristiche di un inno alla bellezza delle cose imperfette. Le strofe del brano hanno un’atmosfera intima e raccontano i sentimenti con autenticità. Ne è un esempio la frase “ho un terremoto nello stomaco“, cantata dal frontman della band Lorenzo Lombardi.
In un periodo in cui tutto scorre velocemente, La nostra storia normale è un invito a fermarsi e a guardarsi negli occhi. In questo modo, è possibile provare a tenere stretta la felicità. Il brano dei Kaufman si presenta come un piccolo manifesto generazionale per i trentenni.
Il testo de “La nostra storia normale” dei kaufman
Ho spento questa sigaretta quattro passi più in là
ed è come la nostra vita: l’abbiamo lasciata là.
E tu che ridevi e facevi ciao con le mani,
ciao con le mani, ciao con le mani.
E sulla strada di casa abbiamo fatto mille pensieri,
troppo sinceri.
E tua madre e tuo padre cosa dicono dei nostri sogni?
Sono contrari perché non saremo mai avvocati, mai dei dottori.
Buttami le braccia intorno al collo,
che ho un terremoto nello stomaco.
Insegnami a contare le strade che ci sono tra noi quando camminiamo,
e le commesse del centro che ci guardano male.
E adesso tengo la felicità per mano, ma è per uso personale.
Facciamola durare, facciamola durare,
che riusciamo a capire
la nostra storia normale.
Dai, butta, butta la sigaretta e vieni vicino.
Non facciamo entrare l’inverno finché possiamo,
finché siamo così stretti che nemmeno il vento
ci dice cosa fare e come dobbiamo stare al mondo.
E tua madre e tuo padre cosa dicono dei nostri sogni?
Ci sono ancora silenzi pesanti, e tu vuoi scappare fuori?
O siete sereni?
Buttami le braccia intorno al collo,
che ho un terremoto nello stomaco.
Insegnami a contare le strade che ci sono tra noi quando camminiamo,
e le commesse del centro che ci guardano male.
E adesso tengo la felicità per mano, ma è per uso personale.
Facciamola durare, facciamola durare,
che riusciamo a capire
la nostra storia normale.
Le foto sono di Marco Franzoni
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