ITER: magnete da 3.000 tonnellate per decuplicare lenergia da fusione nucleare
Completato il cuore magnetico di ITER: fusione da 500 MW con soli 50 MW in ingresso
Un nuovo e importante passo nella corsa globale all’energia da fusione è stato appena compiuto: il progetto ITER ha annunciato il completamento del suo sistema magnetico centrale, con l’arrivo dell’ultimo modulo del gigantesco elettromagnete noto come Central Solenoid. Costruito e testato negli Stati Uniti, questo componente da 3.000 tonnellate è ora pronto per essere assemblato nel reattore Tokamak di ITER, nel sud della Francia.
Al centro di questa impresa ingegneristica senza precedenti c’è la volontà di dimostrare che la fusione nucleare – il processo che alimenta le stelle – può essere controllata sulla Terra per generare energia pulita, sicura e virtualmente inesauribile. Quando sarà operativo, ITER punta a produrre 500 megawatt di energia termica da fusione utilizzando solo 50 megawatt di energia in ingresso: un guadagno netto di dieci volte. A queste temperature estreme, i nuclei di deuterio e trizio si fondono liberando enormi quantità di energia.
Ricordiamo che il progetto ITER, avviato a metà degli anni '80, rappresenta uno sforzo collaborativo tra sette partner e avrà un costo stimato di oltre 22 miliardi di euro. A differenza della fissione nucleare, utilizzata nei reattori attuali, la fusione non produce scorie radioattive a lunga durata e non emette gas serra, rappresentando una via più sicura verso l'energia pulita.