Inflazione USA sale meno delle attese, ai minimi dal 2021
L’Indice dei Prezzi al Consumo negli Stati Uniti era particolarmente atteso in quanto avrebbe potuto mostrare le prime conseguenze sull’inflazione dei dazi di Donald Trump ma, per il momento, l’effetto tariffe sembra non esserci stato.

Sembrano ancora non presentarsi gli aumenti dell’inflazione dovuti ai dazi di Donald Trump e i dati mostrati oggi dal Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti ha mostrato che i prezzi al consumo sono aumentati al ritmo annuale più lento da febbraio 2021.
In particolare, il mese scorso l’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) su base annuale si è ridotto leggermente, al +2,3% rispetto al precedente +2,4% (+2,4% previsto), mentre mensilmente è aumentato a +0,2% dal -0,1% di marzo, con gli esperti che si attendevano un +0,3%.
L’indice ‘core’, ovvero senza le componenti più volatili quali energia, alimentari e tabacchi, si è confermato a +2,8% a/a ed è salito a +0,2% (previsioni +0,3%) dal +0,1 su base mensile.
Alla fine, il dato dell’IPC è risultato “inferiore a quanto temuto o previsto, il che suggerisce che l'impatto immediato dei dazi sui prezzi più ampi sia stato piuttosto modesto”, sottolinea Cameron Crise, Macro strategist, in quanto “i prezzi dei beni sono rimasti invariati nel mese, con un aumento di solo lo 0,1% escludendo alimentari ed energia”, pertanto “questo potrebbe suggerire che sia un po' prematuro valutare l'impatto complessivo di dazi, anche modesti, poiché i rivenditori hanno senza dubbio venduto le scorte anticipate, colmando il deficit commerciale”.
Tuttavia, “un'inflazione inferiore alle aspettative è chiaramente positiva per le attività finanziarie in termini di reazione immediata, anche se il giudizio sull'impatto macroeconomico complessivo delle politiche di guerra commerciale è ancora molto aperto”, aggiunge Crise.
Secondo Gregory Faranello, responsabile del trading e della strategia sui tassi statunitensi per AmeriVet Securities, si tratta “nel complesso, di un buon dato per il mercato obbligazionario rispetto al recente aumento dei rendimenti" e "probabilmente ci vorranno alcuni mesi per una lettura più chiara dell'economia statunitense".
Per quanto riguarda la Federal Reserve, secondo l’analista le prospettive di trading rimangono quelle secondo cui "la Fed ha margine per tagliare i tassi, seppur con una certa cautela nel breve termine".
Oggi lo strumento FedWatch di CME Group non si attende un taglio dei tassi prima di settembre, prevedendolo al 52%. Mercoledì scorso, dopo l'ultima riunione della Fed, i future sui tassi di interesse avevano indicato una probabilità superiore al 50% per un taglio a luglio.
Arrivati alla vigilia del dato sull’inflazione intorno la parità, i future sul Nasdaq trovavano supporto dai numeri di oggi e guadagnavano lo 0,30%. Più cauti i contratti sullo S&P500 (+0,10%) e quelli sul Dow Jones (-0,10%).
Il dollaro continuava a cedere nei confronti dell’euro e il cross EUR/USD saliva (+0,20%) a 1,1113.
Dal fronte delle materie prime, l’oro guadagna mezzo punto percentuale dopo i cali di ieri e scambia a 3.245 dollari l’oncia (future), mentre Brent e greggio WTI scambiano rispettivamente (+1%) a 65,60 e 62,70 dollari al barile. Bitcoin in leggero calo (-1%) a 103.500 dollari.
Oggi Wall Street sembrava voler riprendere fiato dopo il balzo di ieri arrivato a seguito dell’annuncio della sospensione di 90 giorni dei dazi che aveva dato una scossa agli asset rischiosi e ha spinto il Nasdaq di nuovo in un mercato rialzista e l’S&P500 sopra i livelli del 2 aprile, ovvero quanto Trump aveva annunciato le tariffe.
"Le sfide non sono finite", avvisa Frederique Carrier, responsabile della strategia di investimento di RBC Wealth Management, in quanto se, "la de-escalation è stata molto più forte persino delle migliori speranze, bisogna ricordare che l'economia statunitense deve ancora affrontare le tariffe effettive medie superiori al 13%".
"La mossa di ieri era giustificata ed è stata un primo passo per tornare ad essere positivi sull'azionario statunitense, ma ho bisogno di più per essere più costruttivo a livello fondamentale", spiega Andrea Gabellone, analista di KBC Securities.
La ripresa ha spinto Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management, a ridurre il rating dei titoli statunitensi da attraente a neutrale. L'incertezza è ancora elevata, ha scritto in una nota l’analista, e gli investitori si concentreranno ora sulla possibilità di raggiungere un accordo commerciale duraturo tra i due paesi.
Intanto, Goldman Sachs ha aumentato i suoi target price sull’S&P500 e le previsioni sugli utili, a seguito di tariffe inferiori alle attese, al miglioramento della crescita economica e alla riduzione dei rischi di recessione.
La banca statunitense prevede quota 6.100 punti per l’indice entro la fine del 2025 e 6.500 nei prossimi 12 mesi, aumentando così le sue attese precedenti di 5.900 e 6.200.
Per quanto riguarda le stime di crescita degli utili per azione (eps) dell’S&P500, GS ora vedere una crescita del 7% sia per il 2025 che per il 2026, rispetto alle precedenti proiezioni del 3% e del 6%. Le nuove attese riflettono “risultati del primo trimestre 2025 migliori del previsto e prospettive di crescita economica statunitense più solide nei prossimi trimestri”, spiegano dalla banca d’affari.
Coinbase Global (+10%): a partire dal 19 maggio sarà il primo operatore di asset digitali a essere incluso nell'indice di riferimento S&P 500.
FedEx (+1%): sottoscritto accordo con Amazon per le consegne a domicilio di pacchi di grandi dimensioni.
Under Armour (+2%): ricavi del quarto trimestre diminuiti dell'11,4% a 1,18 miliardi di dollari, meno rispetto alle stime di un calo del 12,4% a 1,17 miliardi (dati LSEG).
UnitedHealth Group (-8%)): ha sospeso le sue previsioni annuali citando costi medici più alti del previsto e l'amministratore delegato Andrew Witty ha deciso di dimettersi per motivi personali, con effetto immediato.
Landsea Homes (+59%): verrà acquistata da New Home per 11,30 dollari per azione in contanti in un'operazione del valore di circa 1,2 miliardi di dollari.
Venture Global (+3%): prevede per l'anno in corso un utile di base rettificato compreso tra 6,4 e 6,8 miliardi di dollari, il cui punto medio è superiore alle aspettative di Wall Street di 6,54 miliardi (dati LSEG).
Apple
Daiwa Securities: buy e prezzo obiettivo tagliato da 240 a 270 dollari.
Tesla
Goldman Sachs: neutral e target price aumentato da 235 a 295 dollari.
Mastercard
Daiwa Securities: neutral e prezzo obiettivo diminuito da 582 a 587 dollari.
General Motors
Nomura: sell e target price ridotto da 42 a 41 dollari.
The Home Depot
Bernstein: neutral e prezzo obiettivo tagliato da 421 a 380 dollari.
Fox Corporation
Barclays: neutral e target price incrementato da 45 a 52 dollari.
Chevron
HSBC: da buy a neutral e prezzo obiettivo ridotto da 176 a 158 dollari.