Inchiesta sulle curve di San Siro: altri 7 arresti. C’è anche il socio di Maldini e Vieri

L’inchiesta sulle curve di Inter e Milan non si ferma più. La procura di Milano ha chiesto e ottenuto altre sette ordinanze di custodia cautelare con 5 persone finite in carcere e altre due ai domiciliari. Tra questi ultimi c’è anche Mauro Russo, socio in affari con Paolo Maldini e Christian Vieri (estranei all’indagine) nonché […] L'articolo Inchiesta sulle curve di San Siro: altri 7 arresti. C’è anche il socio di Maldini e Vieri proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 5, 2025 - 13:02
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Inchiesta sulle curve di San Siro: altri 7 arresti. C’è anche il socio di Maldini e Vieri

L’inchiesta sulle curve di Inter e Milan non si ferma più. La procura di Milano ha chiesto e ottenuto altre sette ordinanze di custodia cautelare con 5 persone finite in carcere e altre due ai domiciliari. Tra questi ultimi c’è anche Mauro Russo, socio in affari con Paolo Maldini e Christian Vieri (estranei all’indagine) nonché cognato dell’ex capitano del Milan.

Al centro del nuovo filone esplorato dai pm antimafia Sara Ombra e Paolo Storari ci sono le estorsioni ai gestori dei parcheggi intorno al Meazza nonché richieste usuraie con prestiti in denaro da restituire con interessi fino all’803 per cento nei confronti dell’imprenditore Piero Bene che con la sua società, Be.Pi Sport, si occupa di programmazione e trasmissioni televisive, con aggiornamenti e notizie sul calcio dilettantistico e femminile. In alcune vicende e per alcuni arrestati su ordine del giudice per le indagini preliminari Domenico Santoro è contestata l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.

In carcere sono finiti il palermitano Francesco Intagliata, i calabresi Filippo Monardo, Giuseppe Orecchio, Davide Scarfone e Domenico Sità. Ai domiciliari, oltre a Russo, anche Carmelo Montalto. Secondo le accuse alcuni dei reati sarebbero stati commessi per agevolare la cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco, la famiglia di Antonio Bellocco, rampollo ucciso dal capo ultras dell’Inter Andrea Beretta lo scorso 4 settembre a Cernusco sul Naviglio.

Per la ricostruzione degli inquirenti sono stati fondamentali proprio gli interrogatori resi dallo stesso Beretta, diventato collaboratore di giustizia. Secondo l’inchiesta, alcune delle estorsioni sarebbero state commesse nei confronti dell’imprenditore Gherardo Zaccagni, gestore di parcheggi di San Siro, già coinvolto da indagato nel primo filone di indagine che portò alla decapitazione dei vertici ultras con gli arresti del 30 settembre.

Secondo la Dda milanese, Mauro Russo – insieme a Beretta, Giuseppe Caminiti, altro leader della curva nord in carcere anche come killer nel 1992 del trafficante di droga Fausto Borgioli, e Vittorio Boiocchi, ucciso nel 2022 da un commando assoldato da Beretta – avrebbe usato “minacce” e la forza della “paura e dell’intimidazione” derivante dalla fama dei leader della curva per ottenere dall’imprenditore 4mila euro al mese per due anni. A Zaccagni veniva detto che bisognava pagare per evitare “problemi con la curva”. Era il modo “per garantirsi una sorta di tranquillità ambientale”, secondo gli inquirenti coordinati dal procuratore Marcello Viola.

Mauro Russo è il fratello di Aldo Russo, cognato di Maldini, indicato in due informative della Squadra mobile come l’uomo che avrebbe messo a disposizione di Zaccagni i propri contatti con esponenti del Milan per l’assegnazione dei posteggi alle società dell’imprenditore.

“Pago una parte di stipendio in nero e Mauro e Aldo Russo (…). Non mi sono mai occupato di parcheggi allo stadio pertanto avevo bisogno di qualcuno che conoscesse l’ambiente (…).I primi consigli me li ha dati Mauro Russo. Una delle mie preoccupazioni è stata quella di non avere alcun tipo di ingerenza da parte della Curva Nord, in quanto era notorio nell’ambiente che i parcheggi erano in qualche modo appannaggio di esponenti della curva”, ha spiegato Zaccagni agli inquirenti.

Da qui sarebbe nata la necessità di un vertice in un locale proprio con Boiocchi, Caminiti e, appunto Russo. Durante il pranzo al ristorante – secondo il racconto di Zaccagni – “mi è stato ventilato il seguente discorso: se volevo gestire i parcheggi dello stadio e non avere fastidi, avrei dovuto assumere qualche persona indicata da loro, cioè dalla curva”. In questo contesto maturò l’inizio dei versamenti da 4mila euro al mese per tutta la durata del campionato, nove mesi. In totale, quindi l’imprenditore avrebbe pagato circa 60mila euro tra il 2018 e il 2020.

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