In Emilia-Romagna l’inclusività si paga: corsi e bollini Lgbt per hotel e spiagge
Chi appartiene alla comunità Lgbtq+ è ufficialmente diverso. Ma può abbronzarsi tranquillamente tra Lido degli Scacchi, Rimini e Riccione. Come si fa a saperlo? Basta andare sul sito rina.org deputato a certificare la corretta applicazione del «primo e unico protocollo internazionale dedicato alla diversità, equità e inclusione Lgbtq+ nel settore turistico: il viaggiatore potrà avere una garanzia certa di un’accoglienza adeguata nelle destinazioni e nelle strutture alberghiere certificate».Avete letto bene: accanto alle pecette del Touring, della Michelin o della Routard, per gli alberghi della Riviera ci sarà anche il bollino arcobaleno, quello inclusivo. La Regione Emilia-Romagna riconosce la diversità del turista Lgbtq+ e si affida alla Sonders and beach group, operatore specializzato con sede a San Francisco e Milano, per far diventare le spiagge della Riviera sostenibili per questi turisti. Così ieri l’assessore regionale al Turismo, Roberta Frisoni, di stretta osservanza Pd, ha annunciato: «L’Emilia-Romagna è da sempre una terra attenta ai diritti; abbiamo una grande e riconosciuta tradizione dell’accoglienza che vogliamo ora rafforzare e per farlo la Regione ha inaugurato un programma dedicato proprio al turismo Lgbtq+. È il primo progetto in Italia che coinvolge un’intera Regione, che si avvale della certificazione internazionale Queer Vadis, un documento che definisce le linee guida essenziali, i comportamenti e le buone pratiche da adottare per marketing, vendita, customer-care e accoglienza rivolta alla comunità arcobaleno».Come funzioni specificamente, lo si saprà più avanti, ma intanto si prevedono attività di formazione per gli operatori turistici seguiti dall’adozione di politiche D&I (Diversity and inclusion) ovvero protocolli e certificazioni riconosciuti nella comunità Lgbtq+ con tanto di bollino. Alessio Virgili, amministratore delegato di Sonders and beach group ha messo le mani avanti: «Garantiamo il rispetto di standard elevati di inclusività per sviluppare un’offerta dedicata non solo alla community Lgbtq+, ma al turista odierno». In Regione Emilia-Romagna, sull’arcobaleno, hanno un po’ una fissa: da un anno hanno varato con le Università di Parma e Verona un corso per «sviluppare strumenti di formazione e di innovazione dei servizi sanitari, sociali e sociosanitari per aumentare l’inclusività e il benessere delle persone Lgbtqi+».La Costituzione, che il Pd sventola ogni due per tre, all’articolo 3 dice, però, che tutti i cittadini hanno pari dignità senza distinzione di sesso, di razza con quel che segue. Certificare la diversità sessuale negli alberghi o sulla spiaggia pare una sorta di eterogenesi dei fini. Non la pensa così Stefano Mazzotti: ha il bagno Community 27 a Rimini con tanto di passerella arcobaleno che porta alla battigia. Lui ha già da cinque anni la certificazione Queer Vadis e si sente «un punto di riferimento della comunità». Ma ammonisce: «Non basta una bandierina, c’è il tema dell’accoglienza, ma serve anche tanta sensibilità». Anche perché, per esempio, sulla disabilità l’Emilia-Romagna non si dà così da fare. Sul sito emiliaromagnaturismo.it le località di mare accessibili sono solo 14 e gli ospitalissimi emiliano-romagnoli scrivono: «Lungo le coste dell’Adriatico sono tante le soluzioni e i progetti per le persone con disabilità».Che quella del corso per assistere i «diversamente orientati sessualmente» sia un’idea assai discutibile lo fa notare Fratelli d’Italia: «Ancora una volta», denunciano i meloniani, «la sinistra ipocrita dimostra di non credere nella vera uguaglianza, scegliendo invece di creare categorie di cittadini trattati in modo differente in base a criteri arbitrari come il reddito o l’orientamento sessuale. Questo è esattamente l’opposto dell’inclusione: è una discriminazione al contrario che va a minare il principio di equità tra i cittadini. È inaccettabile che una Regione impieghi risorse pubbliche per creare bollini e certificazioni esclusive. È evidente che ogni turista, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, deve essere accolto con la stessa ospitalità che da sempre contraddistingue l’Emilia-Romagna e l’Italia intera. Non servono formazioni ideologiche per insegnare ciò che è già naturale nel nostro tessuto culturale».Fdi ricorda che questa iniziativa arriva all’indomani dell’annuncio del neo presidente della Regione, Michele De Pascale, anche lui Pd, che ha deciso di aumentare Irap e addizionale Irpef, per recuperare 200 milioni, e ticket sanitari per altri 70 milioni. Una valanga di tasse per salvare la sanità regionale che mal si concilia - dice Fdi - con la decisione «di destinare fondi e impegno amministrativo a un’iniziativa che non ha altro scopo se non quello di favorire un turismo di parte».Viene da domandarsi a questo punto che ne pensi l’assessore al Turismo della mostra e del podcast che in Svezia hanno dedicato a Zanza, al secolo Maurizio Zanfanti il quasi leggendario tombeur de femmes della Riviera a cui vennero


Chi appartiene alla comunità Lgbtq+ è ufficialmente diverso. Ma può abbronzarsi tranquillamente tra Lido degli Scacchi, Rimini e Riccione. Come si fa a saperlo? Basta andare sul sito rina.org deputato a certificare la corretta applicazione del «primo e unico protocollo internazionale dedicato alla diversità, equità e inclusione Lgbtq+ nel settore turistico: il viaggiatore potrà avere una garanzia certa di un’accoglienza adeguata nelle destinazioni e nelle strutture alberghiere certificate».
Avete letto bene: accanto alle pecette del Touring, della Michelin o della Routard, per gli alberghi della Riviera ci sarà anche il bollino arcobaleno, quello inclusivo. La Regione Emilia-Romagna riconosce la diversità del turista Lgbtq+ e si affida alla Sonders and beach group, operatore specializzato con sede a San Francisco e Milano, per far diventare le spiagge della Riviera sostenibili per questi turisti. Così ieri l’assessore regionale al Turismo, Roberta Frisoni, di stretta osservanza Pd, ha annunciato: «L’Emilia-Romagna è da sempre una terra attenta ai diritti; abbiamo una grande e riconosciuta tradizione dell’accoglienza che vogliamo ora rafforzare e per farlo la Regione ha inaugurato un programma dedicato proprio al turismo Lgbtq+. È il primo progetto in Italia che coinvolge un’intera Regione, che si avvale della certificazione internazionale Queer Vadis, un documento che definisce le linee guida essenziali, i comportamenti e le buone pratiche da adottare per marketing, vendita, customer-care e accoglienza rivolta alla comunità arcobaleno».
Come funzioni specificamente, lo si saprà più avanti, ma intanto si prevedono attività di formazione per gli operatori turistici seguiti dall’adozione di politiche D&I (Diversity and inclusion) ovvero protocolli e certificazioni riconosciuti nella comunità Lgbtq+ con tanto di bollino. Alessio Virgili, amministratore delegato di Sonders and beach group ha messo le mani avanti: «Garantiamo il rispetto di standard elevati di inclusività per sviluppare un’offerta dedicata non solo alla community Lgbtq+, ma al turista odierno». In Regione Emilia-Romagna, sull’arcobaleno, hanno un po’ una fissa: da un anno hanno varato con le Università di Parma e Verona un corso per «sviluppare strumenti di formazione e di innovazione dei servizi sanitari, sociali e sociosanitari per aumentare l’inclusività e il benessere delle persone Lgbtqi+».
La Costituzione, che il Pd sventola ogni due per tre, all’articolo 3 dice, però, che tutti i cittadini hanno pari dignità senza distinzione di sesso, di razza con quel che segue. Certificare la diversità sessuale negli alberghi o sulla spiaggia pare una sorta di eterogenesi dei fini. Non la pensa così Stefano Mazzotti: ha il bagno Community 27 a Rimini con tanto di passerella arcobaleno che porta alla battigia. Lui ha già da cinque anni la certificazione Queer Vadis e si sente «un punto di riferimento della comunità». Ma ammonisce: «Non basta una bandierina, c’è il tema dell’accoglienza, ma serve anche tanta sensibilità». Anche perché, per esempio, sulla disabilità l’Emilia-Romagna non si dà così da fare. Sul sito emiliaromagnaturismo.it le località di mare accessibili sono solo 14 e gli ospitalissimi emiliano-romagnoli scrivono: «Lungo le coste dell’Adriatico sono tante le soluzioni e i progetti per le persone con disabilità».
Che quella del corso per assistere i «diversamente orientati sessualmente» sia un’idea assai discutibile lo fa notare Fratelli d’Italia: «Ancora una volta», denunciano i meloniani, «la sinistra ipocrita dimostra di non credere nella vera uguaglianza, scegliendo invece di creare categorie di cittadini trattati in modo differente in base a criteri arbitrari come il reddito o l’orientamento sessuale. Questo è esattamente l’opposto dell’inclusione: è una discriminazione al contrario che va a minare il principio di equità tra i cittadini. È inaccettabile che una Regione impieghi risorse pubbliche per creare bollini e certificazioni esclusive. È evidente che ogni turista, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, deve essere accolto con la stessa ospitalità che da sempre contraddistingue l’Emilia-Romagna e l’Italia intera. Non servono formazioni ideologiche per insegnare ciò che è già naturale nel nostro tessuto culturale».
Fdi ricorda che questa iniziativa arriva all’indomani dell’annuncio del neo presidente della Regione, Michele De Pascale, anche lui Pd, che ha deciso di aumentare Irap e addizionale Irpef, per recuperare 200 milioni, e ticket sanitari per altri 70 milioni. Una valanga di tasse per salvare la sanità regionale che mal si concilia - dice Fdi - con la decisione «di destinare fondi e impegno amministrativo a un’iniziativa che non ha altro scopo se non quello di favorire un turismo di parte».
Viene da domandarsi a questo punto che ne pensi l’assessore al Turismo della mostra e del podcast che in Svezia hanno dedicato a Zanza, al secolo Maurizio Zanfanti il quasi leggendario tombeur de femmes della Riviera a cui vennero attribuite relazioni con 6.000 turiste. Zanza lavorava alla discoteca Blow Up e negli anni Ottanta era un’attrazione nell’attrazione turistica complessiva di Rimini. Ricorda il giornalista Mårten Paridon Pettersson, autore del podcast che andò apposta a in Riviera per conoscere Zanfanti: «Le donne facevano la fila per lui: girava voce fosse bravo a letto e gli uomini pure facevano la fila, per farsi dare consigli». Chissà se anche a Zanza avrebbero dato il bollino Queer Vadis. Forse ai suoi tempi, però, l’unica pecetta che c’era sulle pensioni romagnole diceva: qui si accettano cani.