Il viaggio di Giorgia Meloni a Washington. I buoni rapporti contano molto

La premier sarà la prima leader europea ad andare alla Casa Bianca dopo il congelamento delle tariffe

Apr 12, 2025 - 08:36
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Il viaggio di Giorgia Meloni a Washington. I buoni rapporti contano molto

Roma, 12 aprile 2025 – Da oltre un secolo gli Stati Uniti vengono riconosciuti come la nazione più potente e democratica del mondo. I bilanciamenti costituzionali regolano i poteri del suo presidente, la libertà, la tecnologia, la capacità militare, la concentrazione di cervelli arrivati da ogni continente ne hanno fatto un campione indiscutibile. "Se Mussolini avesse visto l’elenco telefonico di New York – diceva Giovanni Ansaldo – non sarebbe mai entrato in guerra". Per decenni ci siamo arrovellati intorno all’equilibrio nucleare delle superpotenze che ha salvaguardato la pace nel mondo. E mentre aspettavamo da Trump la pace immediata in Ucraina e a Gaza (obiettivi per ora falliti), lui ci dimostra di essere il vero sovrano del mondo senza schierare armate di terra, di mare e d’aria, ma solo sventolando un cartello con i dazi inflitti a tutto il pianeta.

Bruno Vespa
Il giornalista Bruno Vespa critica il sistema giudiziario italiano, sostenendo che l'arresto domiciliare di Toti è ingiustificato e dannoso per la democrazia. Denuncia un presunto "golpe giudiziario" e la mancanza di responsabilità dei magistrati.

Poiché il mondo è ancora capace di vendicarsi, Trump è stato costretto alla tregua, dopo aver ferito seriamente il patrimonio di centinaia e centinaia di milioni di persone, aver messo in pericolo la stessa solidità economica degli Stati Uniti e aver magari fatto anche qualche affaruccio, come sospetta chi incrocia i tempi di certe sue dichiarazioni con l’esplosione di Wall Street. Le forti oscillazioni dei mercati dopo l’annuncio della tregua dimostrano tuttavia che il mondo non si fida più di lui e ci vorrà del tempo per arrivare dallo tsunami alla calma quasi piatta.

Alla luce di tutto questo, che senso dobbiamo dare al viaggio a Washington programmato da Giorgia Meloni per giovedì prossimo? Da persona vicina a Trump la totale mancanza di stile del presidente americano credo che l’abbia imbarazzata. Ma Meloni ha la straordinaria opportunità di essere la prima leader europea ad andare alla Casa Bianca dopo la storiaccia dei dazi. Spiace che l’opposizione ne impoverisca il significato. Non fosse andata, l’Italia sarebbe stata isolata. Fosse andata a parlare d’Italia avrebbe trascurato l’Europa. Andando a parlare anche a nome dell’Europa, non vale perché – come dice Prodi – Trump ha già detto che vuole fare accordi in blocco con gli europei. Auspicio che la Meloni ha sempre fatto suo perché sarebbe impensabile avere un trattamento di favore rispetto ai partner. Forse, se fosse all’opposizione, Fratelli d’Italia si sarebbe comportata allo stesso modo. Ma così si indebolisce un Paese.

Obiettivo primario della Meloni è organizzare un incontro tra Trump e la von der Leyen, anche se è intuibile il disagio di un presidente che firma cento decreti esecutivi in un giorno a confrontarsi con una persona dai poteri assai più limitati. La decisione americana di fare uguali condizioni a tutti gli europei toglie la Meloni dall’imbarazzo di un eventuale trattamento privilegiato. Per noi non è proibitivo ridurre i 40 miliardi in più che abbiamo nell’interscambio con gli Stati Uniti comprando gas e armi, cosa comune – quest’ultima – a quasi tutti i Paesi europei, vista la leadership americana nel settore. E visto che l’Unione ha abolito i dazi sul whiskey, Trump potrebbe provare ad azzerare i dazi sul vino, facendo un favore all’Italia, ma anche a Francia, Spagna e Portogallo. Insomma, la partita è complessa, ma arrivare per primi e avere un buon rapporto con quello che – piaccia o no – è l’attuale padrone del mondo forse non guasta.