Il sanguinoso torneo di Neuss

A metà del XII secolo, nella città tedesca di Neuss si tenne quello che è considerato il torneo più selvaggio e sanguinoso del Medioevo, ben lontano dall'immagine cavalleresca e romantica che abbiamo oggi. Vi parteciparono cavalieri provenienti da tutta Europa in cerca di fama e ricompense, ma le cose degenerarono gravemente.A differenza dei tornei successivi, che erano più regolamentati, questi primi tornei erano vere e proprie battaglie campali, dove gruppi di cavalieri si affrontavano come se si trattasse di una guerra vera e propria. Si usavano armi vere, senza arbitri né troppe regole, e quella che doveva essere una dimostrazione di abilità si trasformò in un massacro. Oggi detiene il record Guinness per il maggior numero di morti in una competizione sportiva, con 60 vittime registrate.Le fonti medievali parlano di decine di cadaveri ammucchiati, sangue ovunque e caos totale. Lo spettacolo fu così dantesco che scandalizzò persino la nobiltà, più che abituata alla guerra. Anche la Chiesa intervenne, condannando questo tipo di tornei come un divertimento macabro e contrario allo spirito cristiano, e il papa arrivò persino a vietare la sepoltura cristiana ai cavalieri che vi morivano.Per questo motivo, a partire dal XIII secolo i tornei cominciarono ad essere più controllati, lasciando il posto alle giostre che conosciamo dalla letteratura e dal cinema, concepite come uno spettacolo ritualizzato piuttosto che come vere e proprie battaglie. Le armi reali furono sostituite da altre progettate appositamente per i tornei, con spade senza lama per i duelli e lance realizzate in legno morbido progettate per rompersi all'impatto e con una punta smussata per non poter trapassare le armature.

Mag 10, 2025 - 11:47
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Il sanguinoso torneo di Neuss

A metà del XII secolo, nella città tedesca di Neuss si tenne quello che è considerato il torneo più selvaggio e sanguinoso del Medioevo, ben lontano dall'immagine cavalleresca e romantica che abbiamo oggi. Vi parteciparono cavalieri provenienti da tutta Europa in cerca di fama e ricompense, ma le cose degenerarono gravemente.

A differenza dei tornei successivi, che erano più regolamentati, questi primi tornei erano vere e proprie battaglie campali, dove gruppi di cavalieri si affrontavano come se si trattasse di una guerra vera e propria. Si usavano armi vere, senza arbitri né troppe regole, e quella che doveva essere una dimostrazione di abilità si trasformò in un massacro. Oggi detiene il record Guinness per il maggior numero di morti in una competizione sportiva, con 60 vittime registrate.

Le fonti medievali parlano di decine di cadaveri ammucchiati, sangue ovunque e caos totale. Lo spettacolo fu così dantesco che scandalizzò persino la nobiltà, più che abituata alla guerra. Anche la Chiesa intervenne, condannando questo tipo di tornei come un divertimento macabro e contrario allo spirito cristiano, e il papa arrivò persino a vietare la sepoltura cristiana ai cavalieri che vi morivano.

Per questo motivo, a partire dal XIII secolo i tornei cominciarono ad essere più controllati, lasciando il posto alle giostre che conosciamo dalla letteratura e dal cinema, concepite come uno spettacolo ritualizzato piuttosto che come vere e proprie battaglie. Le armi reali furono sostituite da altre progettate appositamente per i tornei, con spade senza lama per i duelli e lance realizzate in legno morbido progettate per rompersi all'impatto e con una punta smussata per non poter trapassare le armature.