Schlein, la resa dei conti con i riformisti Pd sul referendum sul Jobs Act spacca il partito e assicura lunga vita a Meloni

La segretaria del Pd pensa di cogliere l'occasione del referendum sul Jobs act per scalzare definitivamente l'area riformista del suo partito ma così l'alternativa al Governo Meloni diventa sempre di più un miraggio e l'unica che festeggia è proprio la premier. Talvolta per la sinistra sembra che l'importante sia solo perdere L'articolo Schlein, la resa dei conti con i riformisti Pd sul referendum sul Jobs Act spacca il partito e assicura lunga vita a Meloni proviene da FIRSTonline.

Mag 11, 2025 - 06:05
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Schlein, la resa dei conti con i riformisti Pd sul referendum sul Jobs Act spacca il partito e assicura lunga vita a Meloni
Elly Schlein
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Il referendum sul Jobs Act promette di essere l’occasione per la resa di conti finale nel Pd tra la segretaria Elly Schlein e la corrente riformista. E’ quanto scrive sul Corriere della Sera Francesco Verderami, uno dei giornalisti parlamentari più informati. Schlein si è appiattita da tempo sulla linea massimalista del segretario della Cgil, Maurizio Landini, e pretende che tutto il partito la segua nell’abrogazione del Jobs Act di renziana memoria. Tutti i sondaggi dicono che molto difficilmente il referendum raggiungerà il quorum ma, secondo Verderami, a Schlein poco importa del probabile fallimento della consultazione popolare, essendo il suo principale obiettivo un altro e cioè la definitiva defenestrazione della corrente riformista che non ha nessuna intenzione di rinnegare una riforma lanciata a suo tempo da un Governo, quello di Renzi, guidato dal Pd e che ha contribuito, numeri alla mano, ad accrescere di un milione di unità l’occupazione e di ridurre la precarietà. Non per caso nell’area riformista del Pd sono cominciate le fibrillazioni che nei giorni scorsi hanno avuto due manifestazioni: 1) l’apertura a Milano del circolo “Giacomo Matteotti” come sede di confronto e aggregazione di tutta l’area riformista (quella del Pd ma anche +Europa, Italia Viva e Azione) avviata dalla combattiva parlamentare del Pd, Lia Quartapelle (“Stiamo cercando di dialogare con un’area di centro che rappresenta il 15%” e che sarebbe miope ignorare ) che non si riconosce nella linea filo-Cinque Stelle di Schlein; 2) l’insofferenza verso l’atteggiamento troppo blando del leader della corrente riformista del Pd, Stefano Bonaccini, nei confronti della segreteria del partito. Ma quello che stupisce è il silenzio della Schlein verso una domanda che più volte le ha rivolto Romano Prodi: come pensa la segretaria di costruire una reale alternativa al Governo Meloni allargando il consenso del centrosinistra dal 22-23% del Pd al 51%, che è indispensabile per scalzare il centrodestra da Palazzo Chigi? Schlein non se ne cura ma l’unica che festeggia è Giorgia Meloni, mentre la sinistra preferisce farsi male da sola. Incredibile.