Il passo indietro di Parolin e l’appoggio dei conservatori: come si è arrivati all’elezione di Papa Leone XIV
Pietro Parolin è entrato in Conclave da Papa e, come spesso accade, ne è uscito da cardinale: ma è stato proprio il suo passo indietro a risultare probabilmente decisivo per l’elezione del nuovo Pontefice, il cardinale Robert Francis Prevost (qui il suo profilo) che ha assunto il nome di Leone XIV. Non a caso, prima […]

Pietro Parolin è entrato in Conclave da Papa e, come spesso accade, ne è uscito da cardinale: ma è stato proprio il suo passo indietro a risultare probabilmente decisivo per l’elezione del nuovo Pontefice, il cardinale Robert Francis Prevost (qui il suo profilo) che ha assunto il nome di Leone XIV. Non a caso, prima della benedizione Urbi et Orbi, il neo Papa ha voluto accanto a sé proprio l’ormai ex Segretario di Stato segno che tra i due non c’è stata e non ci sarà neanche in futuro alcuna ostilità.
Secondo quanto rivela il Corriere della Sera, Parolin è entrato in Conclave con un pacchetto consistente di voti. Tuttavia, le preferenze non erano evidentemente necessarie ad arrivare all’elezione. Motivo per cui sarebbe stato lo stesso Parolin a dirottare i suoi voti in favore di Prevost che, non a caso, è stato eletto in un tempo relativamente breve, ovvero al quarto scrutinio. Papa Leone XIV, oltre a essere il primo statunitense della storia a salire al soglio pontificio, ha ovviamente avuto il favore dei cardinali del Nord America, ma anche quelli del Sud essendo stato missionario per circa vent’anni in Perù. Prevost, inoltre, ha incontrato il favore dei cardinali più conservatori, che hanno visto in lui un Pontefice sì progressista su alcuni temi cari a Bergoglio ma, al tempo stesso, anche più moderato e concicliante rispetto al suo predecessore.