Il Papa alle chiese orientali: "Impiegherò ogni sforzo per diffondere la pace"

L’udienza di Leone XIV con i cattolici dall’Ucraina e dal Medio Oriente "I nemici si guardino negli occhi". Zelensky: grato per la disponibilità a mediare.

Mag 15, 2025 - 10:16
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Il Papa alle chiese orientali: "Impiegherò ogni sforzo per diffondere la pace"

La guerra non è mai inevitabile, le armi possono tacere e la Chiesa non si stancherà mai di ripeterlo. Papa Leone XIV sceglie l’udienza con le chiese orientali che celebrano il loro Giubileo per mandare un messaggio di dialogo ai leader che oggi portano i loro Paesi sul campo di battaglia. "Perché passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime; perché gli altri non sono anzitutto nemici, ma esseri umani: non cattivi da odiare, ma persone con cui parlare", dice il Pontefice, che poi mette a disposizione la Santa Sede "affinché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza e sia ridata la dignità che meritano, la dignità della pace. I popoli vogliono la pace e io, col cuore in mano, dico ai responsabili dei popoli: incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo! Io impiegherò ogni sforzo perché questa pace si diffonda". E di questa "disponibilità a mediare" si è detto "grato" il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in persona.

L’INCONTRO
L’incontro con i cattolici di rito orientale è andato in scena nell’Aula Paolo VI, tra tante bandiere dell’Ucraina, del Libano, dell’Iraq e di altri Paesi del Medio Oriente. "Benvenuti a Roma! Siete preziosi. Guardando a voi, penso alla varietà delle vostre provenienze, alla storia gloriosa e alle aspre sofferenze che molte vostre comunità hanno patito o patiscono", ha detto Robert Francis Prevost, citando poi un messaggio del suo predecessore Francesco e un documento di Leone III, "che per primo diede dignità alle vostre chiese". Che oggi "rischiano di smarrire il loro patrimonio proprio a causa della guerra". Mentre "tanti fratelli e sorelle orientali, tra cui diversi di voi, sono costretti a fuggire dai loro territori di origine a causa di guerra e persecuzioni, di instabilità e povertà". E a proposito di un ipotetico viaggio di Leone XIV in Ucraina, il cardinale Pietro Parolin, riconfermato segretario di Stato della Santa Sede, precisa che è "prematuro parlarne", ribadendo quanto si è ipotizzato nei giorni scorsi, e cioè che il primo viaggio di Prevost da pontefice possa essere a Nicea (l’attuale Iznik in Turchia), dove 1700 anni fa, da maggio a luglio del 325, si tenne il primo concilio ecumentico cristiano.

I CRISTIANI IN MEDIO ORIENTE
Papa Leone ha mandato anche un segnale al Medio Oriente: "Anche lì ai cristiani va data la possibilità, non solo a parole, di rimanere nelle loro terre con tutti i diritti necessari per un’esistenza sicura". Poi l’appello ai potenti del mondo: "Dalla Terra Santa all’Ucraina, dal Libano alla Siria, dal Medio Oriente al Tigray e al Caucaso, quanta violenza! E su tutto questo orrore, sui massacri di tante giovani vite, che dovrebbero provocare sdegno, perché, in nome della conquista militare, a morire sono le persone, si staglia un appello: non tanto quello del Papa, ma di Cristo, che ripete: ‘Pace a voi!’. E specifica: ‘Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi’. Preghiamo per questa pace, che è riconciliazione, perdono, coraggio di voltare pagina e ricominciare".

LA CUSTODIA DEI BENI
In ultimo Leone XIV ha voluto mandare un messaggio molto terreno: "Si curi la trasparenza nella gestione dei beni, si dia testimonianza di dedizione umile e totale al santo popolo di Dio, senza attaccamenti agli onori, ai poteri del mondo e alla propria immagine". Domenica prossima il Papa indosserà il pallio e riceverà l’anello del Pescatore. Sarà l’inizio ufficiale del nuovo pontificato. Intanto sono stati pubblicati lo stemma e il motto ufficiale: "In Illo uno unum", ovvero "Nell’unico Cristo siamo uno", che riprende le parole di sant’Agostino nel Salmo 127.