Con l’approvazione del Consiglio dei Ministri n.118, in data 13 marzo 2025, del Decreto Legislativo recante il Testo Unico in materia di versamenti e riscossione, il legislatore ha compiuto un ulteriore passo nell’ambito della riforma fiscale delineata dalla legge delega 9 agosto 2023, n.111.
Il provvedimento, che si inserisce nel novero degli otto Testi Unici previsti per il riordino organico della normativa tributaria, mira a consolidare e razionalizzare la disciplina della riscossione, un settore tradizionalmente caratterizzato da una frammentazione normativa che ha spesso generato incertezze interpretative e ostacoli operativi per contribuenti e Amministrazione finanziaria.
Struttura e finalità del Testo Unico
Il nuovo Testo Unico, in vigore dal 1 gennaio 2026, composto da 241 articoli suddivisi in nove titoli e corredato da tre allegati, si propone come un corpus normativo organico che disciplina tanto la riscossione spontanea quanto quella coattiva, includendo disposizioni sui versamenti tributari, sulla gestione dei ruoli e sui rimborsi fiscali.
La ratio ispiratrice del legislatore è duplice: da un lato, semplificare gli adempimenti a carico dei contribuenti, rendendo più trasparente il rapporto con il Fisco; dall’altro, potenziare l’efficienza dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER), attraverso una pianificazione annuale delle attività di recupero e una revisione delle procedure operative.
Tra le novità salienti, si segnala l’introduzione del discarico automatico delle cartelle esattoriali non riscosse entro cinque anni dall’affidamento, temperato dalla possibilità per l’ente creditore di intraprendere autonomamente azioni di riscossione coattiva o di riaffidare il credito all’AdER in presenza di nuovi elementi reddituali significativi.
Innovazioni in materia di riscossione spontanea e coattiva
Sul versante della riscossione spontanea, il Testo Unico conferma il modello F24 come strumento principale di versamento, mantenendo in via residuale il modello F23 per taluni tributi specifici.
Si rafforza, inoltre, la digitalizzazione dei processi, con un’integrazione più incisiva tra le banche dati dell’Amministrazione finanziaria e le piattaforme di pagamento, al fine di ridurre gli errori materiali e agevolare i rimborsi in presenza di versamenti eccedentari.
In ambito coattivo, il legislatore ha previsto una rimodulazione delle tempistiche di notifica delle cartelle, stabilendo un termine massimo di nove mesi dall’affidamento del carico, e ha introdotto la possibilità di raggruppare i crediti per codice fiscale, con l’effetto di semplificare la gestione documentale per il debitore.
Particolare attenzione merita la disciplina del discarico automatico, che rappresenta una soluzione di compromesso tra l’esigenza di alleggerire il carico gestionale dell’AdER e la tutela dei crediti erariali. Tale meccanismo, operativo a partire dal 2025, non comporta l’estinzione del debito, ma trasferisce all’ente creditore la responsabilità di valutare ulteriori azioni di recupero, in un bilanciamento che appare ispirato ai principi di ragionevolezza e proporzionalità di cui all’art. 3 Cost. Resta, tuttavia, aperta la questione della concreta attuabilità di tale opzione, stante la necessità di coordinamento tra AdER e gli enti creditori.
Impatti sistematici e profili di criticità
Il Testo Unico si colloca in continuità con gli obiettivi della riforma fiscale, volti a promuovere un rapporto più collaborativo tra Fisco e contribuente.
L’estensione della dilazione dei pagamenti fino a 120 rate per debiti superiori a 120.000 euro, in presenza di comprovate difficoltà economiche e la semplificazione delle procedure di autotutela amministrativa, costituiscono misure che valorizzano il principio di buona fede e il diritto di difesa del contribuente, recependo indirettamente le istanze della giurisprudenza costituzionale e comunitaria.
Parimenti, l’accentuazione della concentrazione della riscossione nell’accertamento, con la riduzione degli adempimenti successivi alla fase di controllo, risponde all’esigenza di razionalizzazione dei procedimenti amministrativi.
Tuttavia, non mancano profili di criticità. La disciplina transitoria, che limita l’applicazione di alcune innovazioni ai soli crediti affidati successivamente all’entrata in vigore del decreto, rischia di perpetuare disparità di trattamento tra contribuenti, in potenziale contrasto con il principio di uguaglianza sostanziale.
Considerazioni conclusive
Il Testo Unico sulla Riscossione del 14 marzo 2025 segna un avanzamento significativo verso la modernizzazione del sistema tributario, coniugando esigenze di semplificazione normativa con la tutela dell’interesse pubblico alla riscossione dei tributi.
La sua effettiva portata riformatrice dipenderà, tuttavia, dall’implementazione pratica e dalla capacità dell’Amministrazione finanziaria di tradurre in prassi operative i principi ispiratori del legislatore.
In tale prospettiva, sarà cruciale monitorare l’evoluzione giurisprudenziale e amministrativa che accompagnerà l’applicazione del decreto, al fine di valutarne l’impatto reale sul contenzioso tributario e sulla compliance fiscale.
Per il momento, il provvedimento si pone come un tassello fondamentale nel mosaico della riforma fiscale, offrendo spunti di riflessione su un equilibrio ancora in divenire tra efficienza del sistema e garanzie del contribuente.