Il modello di Publiacqua: "Ambiente e sfide climatiche. Siamo al servizio dei cittadini"

Nicola Perini è il presidente della realtà toscana: "Vogliamo essere garanti di qualità". La tutela della risorsa idrica tra le priorità: "Più investimenti per ridurre le perdite".

Apr 24, 2025 - 07:21
 0
Il modello di Publiacqua: "Ambiente e sfide climatiche. Siamo al servizio dei cittadini"

Presidente Nicola Perini, Publiacqua è una realtà di stampo toscano ma con un modello di business che guarda alle grandi aziende nazionali. Qual è la vostra missione?

"Non è giusto parlare di business: Publiacqua non fa business, perché siamo una società di servizio. Un’azienda di servizio e a servizio della sua comunità. Quello a cui puntiamo è un modello originale e sostenibile che sia in grado di garantire, da una parte, il mantenimento degli standard qualitativi del servizio e, dall’altra, consentire alla società di supportare l’ente pubblico nell’affrontare le nuove fragilità che si palesano con i cambiamenti climatici, dalla siccità alle bombe d’acqua. Il modello originale che ricerchiamo potrà prevedere l’integrazione industriale tra i soggetti gestori della Toscana con la nascita di un’Azienda pubblica che si faccia carico dei grossi investimenti, con tempi di concessione molto lunghi e quindi con una politica degli ammortamenti che possa garantire gli interventi ma anche alleggerire le tariffe".

Riflettendo in termini di sostenibilità tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 vediamo acqua pulita e città sostenibili. Due goal che vanno a braccetto in un modello urbano che funzioni, cosa ne pensa?

"Saranno due goal se si mantiene l’armonia della sostenibilità, ma se salta il sistema sociale si trasformeranno in due autogoal. Perché la sostenibilità si può ottenere solo tenendo in armonia i tre capisaldi che la compongono: sociale, ambientale ed economica; se manca uno di questi elementi, il sistema non sarà comunque sostenibile. E in questo caso il rischio è che qualcuno possa andare avanti, qualcun altro invece si fermi. L’Agenda 2030 è un passaggio importante perché punta al mantenimento di questa armonia. Quello dell’acqua pulita resta comunque un obiettivo imprescindibile anche oggi. Le aziende di gestione hanno il dovere di essere i primi garanti della qualità, ma questo richiede un patto sociale forte: se la nostra società produce inquinamento, lo ritroveremo nelle acque. È una responsabilità che da sociale deve diventare civile, perché queste cose si affrontano solo se stiamo insieme, in una prospettiva di sussidiarietà circolare dove cooperano pubblico, aziende e società civile. Il nostro impegno è assicurare che l’acqua non solo rispetti le normative, ma che sia completamente sicura; se l’ambiente non è rispettato, il lavoro è più difficile e costoso. E dobbiamo esser certi che l’acqua che restituiamo non sia inquinante; su questo tema la Toscana è ai primi posti: è uscita dalle procedure d’infrazione della Ue e oggi reimmettiamo nei fiumi e nell’ambiente acqua depurata al 99%. È un record".

Un consumo e una produzione responsabile sono un altro obiettivo dell’Agenda 2030. Come state agendo su questo fronte?

"Due sono i punti cruciali: il primo è la tutela della risorsa idrica, che parte dalla riduzione delle perdite. Oggi per Publiacqua sono intorno al 36%: è livello ancora alto, ma è comunque migliore che in gran parte d’Italia. Per migliorare ancora sono in corso grandi investimenti, anche grazie al Pnrr che ha portato nei nostri territori 50 milioni di euro, oltre a 42 milioni di nostre risorse per un totale di 92 milioni di euro spesi per il rinnovamento della rete, l’innovazione tecnologica e l’informatizzazione dei sistemi. L’altro tema che ci impegnerà nei prossimi anni sarà quello del riuso, ovvero l’utilizzo per scopi industriali e agricoli delle acque depurate. Sarà un passaggio fondamentale per salvaguardare la risorsa, e sarà una sfida decisiva per i prossimi anni".

Riguardo la partnership per gli obiettivi voi avete anche un reparto ad hoc per l’educazione con l’apertura degli impianti per le visite e la didattica. Quanto è importante il rapporto anche diretto con i cittadini?

"La didattica è un aspetto importante, perché i nostri ragazzi, i nostri cittadini, sono i proprietari dell’azienda ed è importante che capiscano tutte quelle che sono le nostre attività, le difficoltà che affrontiamo, i problemi che risolviamo. Aprire il rubinetto e trovare acqua buona e pulita per noi è scontato, ma sarebbe stato un sogno solo poche generazioni fa".

Quali sono i consigli che vi sentite d dare per ridurre lo spreco dell’acqua e avere sempre di più un consumo corretto?

"Anche per questo è importante la didattica e l’informazione dei cittadini. Perché l’acqua va usata con rispetto. In passato in Toscana è stato investito molto per la formazione dei cittadini e questo oggi si vede oggi, perché l’uso nei nostri territori è più attento e le famiglie consumano meno della media nazionale".

Cosa si può fare di più, secondo lei, per la lotta al cambiamento climatico?

"La prima arma che abbiamo contro il cambiamento climatico è la responsabilità individuale, che tocca tutti; a partire dal risparmio: noi parliamo di risparmiare l’acqua, ma questa attenzione deve essere estesa ai rifiuti, all’uso dell’energia, agli spostamenti con l’auto. Risparmiare risorse è, in tutti i campi, la nostra scelta migliore. E dipende da noi".

Nicholas Masetti