Il marito di Liliana Resinovich è in Austria, giro in bici e sauna con gli amici: “Non sono preoccupato”
Sebastiano Visintin, unico iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio della moglie: “Credo che si tratti di un atto dovuto”. Il fratello della vittima: “Contento del lavoro degli investigatori”

Roma, 12 aprile 2025 – Un giro in bici e una giornata di relax in Carinzia, nel Sud dell'Austria, al confine con il Friuli Venezia Giulia. Così Sebastiano Visintin, vedovo di Liliana Resinovich, ha deciso di trascorrere la giornata dopo che ieri si è diffusa la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati per l'omicidio della moglie. "Sono venuto a riposarmi, non sto bene, oggi mi sento un po' meglio, ho anche qualche problema fisico" ha Vinsintin. "Non sono preoccupato", ha aggiunto in relazione alla notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati. La vicenda, "è ingigantita, vediamo ...". Visintin ha spiegato di essere partito oggi alle 6,30 da Trieste e di essere arrivato in albergo nella zona di Villacco (Villach) dopo due ore. "Mi preparo e prendo la bici, forse vado a Felden, farò il giro del lago. Nel pomeriggio andrò in sauna con i soliti amici"
Martedì sera gli agenti della Squadra mobile hanno perquisito la sua abitazione, in via del Verrocchio, per oltre sette ore. Visintin ha raccontato che "durante il sopralluogo" è "rimasto seduto sul divano. Non ho idea di dove abbiano guardato i poliziotti". Il giorno dopo la perquisizione, mercoledì, sarebbe stato notificato a Visintin l'atto relativo all’iscrizione nel registro degli indagati. Al momento sarebbe lui l'unica persona indagata dalla pm titolare delle indagini, Ilaria Iozzi, che ha sostituito Maddalena Chergia. La svolta, arrivata dopo che il gip Luigi Dainotti aveva disposto nuove e approfondite indagini, è stata determinata dai risultati della consulenza medico legale che la Procura aveva affidato a Cristina Cattaneo e ai colleghi Vanin, Tambuzzi e Leone. Una consulenza che ha smontato definitivamente la traballante ipotesi del suicidio.
"Aspettiamo cosa i miei avvocati decideranno di fare, io ho massima fiducia in loro, sono a disposizione e spero che avrò la possibilità di parlare con gli inquirenti e rispondere alle domande che mi faranno". Ha detto ieri Visintin, ai giornalisti della trasmissione Quarto Grado, che per prima ha dato la notizia della sua iscrizione sul registro degli indagati.
Sergio Resinovich: “Contento del lavoro degli investigatori”
"Non sapevo niente, non sapevo che fosse stato indagato (Visintin, ndr) e non posso dire che sono contento. Ma sono invece contento del fatto che finalmente c'è questo nuovo team di investigatori che sta facendo il suo lavoro". Lo ha detto Sergio Resinovich, fratello di Liliana. "Spero che vadano avanti, che facciano il loro lavoro", ha concluso.
Pochi giorni fa dopo l'esito della perizia Cattaneo, era stato Sergio Resinovich a chiedere alla magistratura di indagare su Visintin, accusandolo di un coinvolgimento nella morte di Liliana. Ed era stato particolarmente circostanziato nelle sue accuse, indicando anche "familiari e persone che gli sono vicini", in particolare "il figlio, sua moglie e la cerchia dei loro amici". Il fratello della vittima aveva anche indicato un movente, parlando di femminicidio a sfondo economico con, in più, una volontà di “controllo”. Già due anni fa Sergio Resinovich aveva depositato in procura un atto in cui faceva la stessa richiesta. Nell’ultima richiesta aveva sottolineato che solo il cognato "aveva convenienza a far trovare il corpo perché così entrava in possesso dell'eredità, di cui un terzo è stato dato a me, e rientrava anche nella reversibilità della pensione".