Il Giappone ha appena inaugurato la prima stazione ferroviaria stampata in 3D (in appena 6 ore)

Per anni, la manutenzione delle stazioni ferroviarie rurali e sottoutilizzate in Giappone ha rappresentato una sfida complessa e costosa. In molte aree del Paese, l’invecchiamento della popolazione e la migrazione verso i grandi centri urbani hanno reso difficile giustificare investimenti significativi in infrastrutture poco frequentate. A tal punto che, nel tempo, queste strutture hanno ricevuto...

Mag 8, 2025 - 16:02
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Il Giappone ha appena inaugurato la prima stazione ferroviaria stampata in 3D (in appena 6 ore)

Per anni, la manutenzione delle stazioni ferroviarie rurali e sottoutilizzate in Giappone ha rappresentato una sfida complessa e costosa. In molte aree del Paese, l’invecchiamento della popolazione e la migrazione verso i grandi centri urbani hanno reso difficile giustificare investimenti significativi in infrastrutture poco frequentate. A tal punto che, nel tempo, queste strutture hanno ricevuto un nome ben preciso: “stazioni hikyō”.

Una stazione hikyō è una piccola fermata ferroviaria situata in zone isolate, lontane dai principali centri abitati. Pur essendo spesso immerse in paesaggi pittoreschi e ricche di fascino nostalgico, queste stazioni sono utilizzate da un numero minimo di passeggeri e risultano quindi difficili da mantenere. Proprio per queste caratteristiche, rappresentano il contesto ideale per sperimentare soluzioni innovative ed economiche come la stampa 3D.

Le stazioni hikyō trovano nuova vita grazie alla tecnologia 

È in questo scenario che nasce il progetto pionieristico di Hatsushima, nella prefettura di Wakayama: la prima stazione ferroviaria al mondo interamente realizzata con la stampa 3D. Il progetto, frutto della collaborazione tra la West Japan Railway Company (JR West), lo studio di design Neuob e la startup Serendix, specializzata in case a basso costo stampate in 3D, ha permesso di sostituire una vecchia pensilina di 75 anni con una struttura moderna e altamente resistente.

La nuova stazione, compatta e robusta, è progettata per resistere ai terremoti e alle intemperie. Sebbene di dimensioni contenute, si distingue per la sua efficienza, per l’impiego minimo di risorse e per la rapidità con cui è stata costruita: meno di sei ore in totale.

Come nasce una stazione stampata in 3D

Il processo di costruzione ha avuto inizio a Kumamoto, dove le componenti della struttura sono state stampate utilizzando una malta cementizia rinforzata con acciaio. La stampa ha richiesto circa sette giorni, dopodiché le parti prefabbricate sono state trasportate per oltre 800 km fino alla località di Arida.

L’assemblaggio è avvenuto nella fascia oraria notturna, tra la partenza dell’ultimo treno e l’arrivo del primo del mattino. Dalle 23:57, una squadra di operai ha posizionato le quattro sezioni prefabbricate con l’ausilio di gru, completando il montaggio in appena due ore. La struttura è stata poi fissata con barre metalliche e collanti industriali, concludendo il lavoro entro le 5:45 del mattino.

Il risultato è un edificio di circa 2,6 metri di altezza, che occupa poco più di 9 metri quadrati, e presenta anche elementi decorativi in rilievo, raffiguranti mandarini e pesci sciabola, simboli culturali della zona. Come ha spiegato Hiroshi Ota, fondatore di Neuob,

Abbiamo voluto rappresentare le specialità locali per valorizzare il territorio, un dettaglio reso possibile solo grazie alla versatilità della stampa 3D.

La messa in funzione completa della stazione, con l’installazione di distributori di biglietti e lettori digitali, è prevista per luglio 2025.

Un esempio per il mondo

Secondo i portavoce di Serendix, realizzare una struttura analoga con i metodi tradizionali avrebbe richiesto uno o due mesi di lavoro e costi decisamente superiori.

In Giappone la carenza di manodopera nel settore edile sta causando un aumento esponenziale dei costi. La stampa 3D consente invece un’esecuzione rapida, economica e replicabile su larga scala.

Il potenziale della tecnologia non si limita però alle stazioni ferroviarie. In Paesi come il Giappone, la Corea del Sud o la Polonia, dove molte infrastrutture pubbliche sono ormai obsolete e difficili da mantenere, questa soluzione innovativa potrebbe trasformare completamente la gestione dei servizi pubblici, soprattutto nelle aree meno accessibili.

Anche nelle grandi città, dove la mancanza di servizi essenziali incide direttamente sulla qualità della vita, la stampa 3D può fare la differenza. È il caso, ad esempio, di Dhaka, capitale del Bangladesh, con oltre 20 milioni di abitanti ma meno di 200 bagni pubblici. In contesti simili, la rapidità di costruzione e il basso costo di strutture stampate in 3D possono rappresentare una vera rivoluzione sociale.

Il Giappone, con la stazione di Hatsushima, mostra al mondo una via concreta, economica e sostenibile per modernizzare le infrastrutture. Un modello che, se adottato su scala più ampia, potrebbe avere un impatto significativo anche in Europa e in molte aree in via di sviluppo.

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Fonte: Serendix

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