Il costo della vita cresce ancora: "A Siena l’inflazione record d’Italia"
La rilevazione Unione nazionale consumatori sui dati Istat relativi ai prezzi al consumo di marzo

È uno di quei primati di cui si farebbe volentieri a meno e che invece da un po’ di tempo vede svettare Siena: l’Unione nazionale consumatori, elaborando i dati Istat sui prezzi al consumo del mese di marzo, segnala che Siena ha registrato l’inflazione più alta d’Italia, al 3 per cento che si traduce in una spesa aggiuntiva annua di 782 euro per famiglia. Ma il dato non è inedito: nel giugno 2024, sempre Unc su dati Istat aveva registrato per Siena l’inflazione più alta d’Italia, con un +2,6 per cento (pari a 663 di spesa aggiuntiva per famiglia). Al di là delle interpretazioni dei dati, la tendenza appare inequivocabile. E gli allarmi arrivano da più parti.
"Un record che si insinua nel nostro territorio e rischia di soffocare le condizioni materiali di vita delle persone", commenta Alice D’Ercole, segretaria generale della Cgil Siena. Così il movimento Per Siena: "A soffrire di più è proprio Siena città, dove l’economia, più esposta alle dinamiche di mercato, poggia su pilastri importanti ma vulnerabili: turismo, servizi, commercio di prossimità e settore pubblico. Settori fondamentali, ma che in tempi di inflazione e calo dei consumi faticano a reggere". Ancora, i consiglieri comunali Gianluca Marzucchi (Polis), Adriano Tortorelli (Progetto Siena), Fabio Pacciani (Area civica): " I costi aggrediscono famiglie sempre più in difficoltà, soprattutto quelle già svantaggiate economicamente. Eppure le cause sono state portate a conoscenza della città e del mondo politico, cause che vengono anche da lontano. Invece di ricercare sempre eventuali colpevoli, come è ormai tradizione, sarebbe auspicabile affrontare il problema con una seria discussione in merito".
Il tema tocca tutti e ovviamente in maggior misura le fasce economicamente più deboli, come sottolinea la segretaria Cgil D’Ercole, che evidenzia altre criticità: "Il primato si stratifica sul dato nazionale con i salari reali che sono diminuiti del 10% in pochi anni, il diritto all’abitare compromesso da una spesa per gli affitti che pesa per oltre 1/3 del reddito e nel capoluogo quasi la metà, e l’emergenza lavorativa e salariale che vede 1200 posti di lavoro cancellati in meno di un anno, l’8% dei lavoratori dipendenti che sopravvivono solo grazie agli ammortizzatori sociali e il 92% dei nuovi avviamenti al lavoro con contratti precari".
Per D’Ercole "un territorio in cui si è poveri lavorando non si può permettere un dato così pesante sulla crescita del costo della vita. Serve che le Istituzioni assumano il rilancio e lo sviluppo quale priorità della propria azione".
Secondo Per Siena, "serviranno scelte lucide, responsabilità condivise e un impegno collettivo che sappia tenere insieme le esigenze economiche e quelle sociali. Serve sostenere i redditi più esposti, rafforzare le politiche abitative per mantenere viva la residenzialità nel centro, supportare il piccolo commercio, creare opportunità di lavoro per i giovani, garantire percorsi di inclusione veri e non di facciata".
E, sottolineano Marzucchi, Tortorelli e Pacciani, "a questi maggiori costi si aggiungono gli altri record nazionali che detiene la nostra città; sanzioni, bollette dell’acqua, tasse e tributi. Una conferma delle nostre preoccupazioni. Una situazione nella quale è difficile intervenire e per la quale occorrono studio e pazienza, che, a dire il vero, attualmente latitano".