Il Conclave fra tensioni e rischio invalidità: Becciu prepara il passo indietro
Ha ribadito la sua innocenza, ma due lettere di Bergoglio lo escludono dalle votazioni

Città del Vaticano, 29 aprile 2025 – Fino a tarda sera i giornalisti hanno atteso un preannunciato comunicato del cardinale Angelo Becciu, con cui il porporato — al centro di un vero e proprio busillis, capace perfino, nelle estreme conseguenze, di invalidare il Conclave stesso — avrebbe dovuto prendere la parola e annunciare il suo passo indietro. Sarebbe pronto a rinunciare al voto nell’assise che sceglierà il successore di Francesco.
Il comunicato, però, non è arrivato, segno che qualche resistenza, nell’animo del cardinale di origine sarda, ancora persiste. Tuttavia, la strada appare segnata. Becciu, ieri, durante la Congregazione generale svoltasi al mattino, ha preso la parola per proclamare ancora una volta la sua innocenza.
Condannato in primo grado a cinque anni e mezzo per peculato nel processo sui fondi riservati della Santa Sede investiti in operazioni immobiliari a Londra, è emerso di recente che il promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, nel corso del processo ha avuto scambi intensi — anche via chat — con una figura del tutto estranea al dibattimento, come Francesca Immacolata Chaouqui. Quest’ultima sarebbe riuscita a influenzare il “pm” al punto da far sollevare da ogni addebito l’amministratore dei fondi della Segreteria di Stato, monsignor Alberto Perlasca, mentre Becciu è risultato colpevole di quasi tutte le accuse. Un processo manovrato, insomma, che ora gli avrebbe fatto conquistare le simpatie di non pochi confratelli, i quali lo vedono come una vittima e, ieri, lo avrebbero sostenuto e difeso. Proprio loro, però, di fronte alla questione se egli sia o meno ammesso a votare — visto che Francesco lo aveva privato dei diritti connessi al cardinalato solo verbalmente, senza un documento scritto — gli avrebbero chiesto il gesto “nobile” del passo indietro. Si teme infatti un Conclave troppo teso, e Becciu si sarebbe lasciato convincere a desistere, affinché i cardinali possano procedere alla scelta del successore di Pietro con maggiore serenità.
Solo pochi giorni fa, tuttavia, Becciu confidava ad amici: “Ho il dovere di votare”, un riferimento preciso ai doveri dei cardinali, che sono tenuti ad assolvere questo compito salvo impedimenti realmente gravi, come nel caso del cardinale spagnolo Antonio Cañizares Llovera, che avrebbe gravi problemi di salute. Secondo alcuni canonisti, la vicenda Becciu riguarda la rinuncia a “diritti e prerogative individuali”, non a quelli connessi alla sua qualità di membro del Collegio cardinalizio; diversamente, non avrebbe avuto senso confermargli il titolo cardinalizio, con cui ha preso parte a celebrazioni e concistori. D’altra parte, vi sarebbero due lettere mostrate dal cardinale Pietro Parolin, siglate con la “F”, con cui il Papa confermava la sua volontà di escluderlo. È soprattutto di fronte a questo che Becciu si sacrificherebbe, facendo un passo indietro “per il bene dell’unità della Chiesa”.
Intanto, ieri pomeriggio, non sono passate inosservate le parole forti usate dal vicario di Roma, il cardinale Baldo Reina, nei secondi Novendiali: “Non può essere questo il tempo degli equilibrismi, delle tattiche, delle prudenze, il tempo che asseconda l’istinto di tornare indietro, o peggio, di rivalse e di alleanze di potere. Serve una disposizione radicale a entrare nel sogno di Dio affidato alle nostre povere mani”.