Ibuprofene, parabeni e dolcificanti artificiali: tra farmaci e cosmetici che usiamo ogni giorno, in Europa sono inquinati 95 laghi
Fiumi, laghi e suoli sempre più contaminati da farmaci, cosmetici, detergenti e prodotti per l’igiene personale. È l’allarme lanciato da ISDE – l’Associazione Medici per l’Ambiente – in un dettagliato position paper che evidenzia l’impatto crescente di queste sostanze sugli ecosistemi. E sulla salute umana. Antibiotici e ormoni, antidepressivi e dolcificanti artificiali, disinfettanti e profumi,...

Fiumi, laghi e suoli sempre più contaminati da farmaci, cosmetici, detergenti e prodotti per l’igiene personale. È l’allarme lanciato da ISDE – l’Associazione Medici per l’Ambiente – in un dettagliato position paper che evidenzia l’impatto crescente di queste sostanze sugli ecosistemi. E sulla salute umana.
Antibiotici e ormoni, antidepressivi e dolcificanti artificiali, disinfettanti e profumi, creme, filtri solari e coloranti per capelli: ogni giorno, un adulto medio utilizza almeno nove di questi prodotti, noti come PCP (prodotti per la cura personale).
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A questi si aggiungono i farmaci veri e propri (API), il cui consumo è in costante crescita, trainato anche dall’invecchiamento della popolazione. Tutti questi composti finiscono nell’ambiente, dove si accumulano in quantità preoccupanti.
Una contaminazione globale
Lo studio prende le mosse da un’importante ricerca condotta su scala globale che ha monitorato la presenza di farmaci in 258 fiumi distribuiti in tutto il mondo. I risultati hanno evidenziato che nel 26% dei siti campionati erano presenti principi attivi farmacologici in concentrazioni superiori ai livelli considerati sicuri. Inoltre, sono stati rilevati PPCP (prodotti per la cura personale + principi farmaceutici attivi) in 260 laghi di 44 Paesi e solo in Europa, i PPCP (prodotti per la cura personale + principi farmaceutici attivi) sono stati rilevati in 95 laghi distribuiti in 18 Paesi. la maggior parte di questi laghi si trova in Germania, Svezia e Svizzera. I farmaci più frequentemente rilevati nelle acque lacustri sono: sulfametossazolo, caffeina, carbamazepina, ibuprofene, naprossene.
Ma la contaminazione non si ferma alle acque: residui sono stati trovati anche nei suoli, nei pesci, negli uccelli e nelle piante.
Uno dei rischi maggiori? Lo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici, un fenomeno in parte alimentato anche dall’uso massiccio di antibiotici negli allevamenti. L’Agenzia europea dei medicinali (EMA) segnala che, ogni anno, oltre 6.700 tonnellate di farmaci veterinari finiscono nell’ambiente attraverso liquami e fertilizzanti.
I rischi per la salute, non solo tumori
L’esposizione continua a queste sostanze può causare effetti neurotossici, alterazioni endocrine, problemi al sistema immunitario e riproduttivo, ma anche tumori, danni al fegato, disturbi del neurosviluppo e della gravidanza. I principi attivi applicati sulla pelle vengono rilasciati durante la detersione, quelli ingeriti sono espulsi attraverso le urine. Tutti finiscono nelle acque reflue, che non sempre vengono trattate in modo efficace.
Le normative non tengono il passo con i dati scientifici – commenta il dott. Agostino Di Ciaula, presidente del comitato scientifico ISDE e co-autore dello studio.
La regolamentazione europea esiste, ma è inadeguata: i test ambientali attuali sono pensati per sostanze ‘storiche’, mentre i farmaci pongono sfide nuove. Inoltre, l’effetto combinato di diversi farmaci può essere più pericoloso della somma dei singoli effetti. Alcune molecole sono persistenti e non si degradano nel tempo previsto dai test. Altre, pur degradandosi, sono usate così frequentemente da rimanere costantemente presenti nell’ambiente: è il fenomeno della “pseudo-persistenza”.

@ISDE
Le richieste di ISDE
ISDE chiede interventi urgenti su più fronti:
- monitoraggio sistematico e rigoroso delle acque e dell’ambiente
- miglioramento delle tecnologie di filtrazione
- progettazione di farmaci e cosmetici più sostenibili
- sensibilizzazione di cittadini e operatori sanitari all’uso responsabile e allo smaltimento corretto dei farmaci
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