I giovani Alfieri al Quirinale. “Mai rassegnarsi alle cattive notizie”
Mattarella consegna l’attestato d’onore a 29 tra ragazze e ragazzi che si sono distinti nella vita di tutti i giorni. “Rappresentate una parte del numero indefinito di persone che si impegnano a nutrire un insieme di valori”

Roma, 15 maggio 2025 – Fra molti anni sembrerà un sogno: essere entrati al Quirinale, aver preso dalle mani del presidente l’attestato d’onore di Alfiere della Repubblica. Si sono messi eleganti, tutti e ventinove, qualcuno ha osato l’allegria di una cravatta gialla. Mattarella lo sa che effetto può fare: "Credo siate rimasti sorpresi, magari increduli”. Il bello sta lì, averla fatta sembrare una cosa che viene facile. 2Questo conferma la bontà della scelta. Dimostra che considerate normale ciò che avete fatto”. E invece sono specialissimi.
Tommaso Caligari a 17 anni, segnato dalle sofferenze del nonno, ha inventato un dispositivo di intelligenza artificiale che consente la diagnosi precoce del morbo di Parkinson. Niccolò Bartolacelli ha ideato un software che facilita la lettura dello spartito musicale a chi ha problemi di dislessia. Beatrice Orlandi, volontaria nelreparto di Oncologia dell’ospedale di Asti, suona l’arpa e il pianoforte per addolcire i tempi aspri della chemio. Francesco De Marco ha salvato una coppia di anziani che rischiava di annegare sulla costa siciliana. Niccolò Ricci con grande lucidità ha praticato la manovra di Heimlich imparata dalla madre infermiera a una collaboratrice scolastica evitandole il soffocamento. Ventinove in rappresentanza di tutti gli altri, delle piccole storie di bene sparpagliate per l’Italia, anche se troppo spesso è il contrario a fare notizia perché corre più veloce, come scriveva anche Aldo Moro.
Ma non bisogna rassegnarsi alla supremazia delle cattive notizie, dice il capo dello Stato: "Quelle positive sono più solide, irrobustiscono e consentono alla società di progredire”. Questo è il senso del premio: pensare che il meglio possa succedere, che ci sono “strade nuove in tempi nuovi”. Piccoli scienziati al servizio della vita degli altri, poeti che affidano a un verso il cambiamento sociale, atleti che credono nel valore universale dello sport. “Anche quest’anno i giovani ci insegnano che l’altruismo, la generosità e la responsabilità possono fare la differenza”, ripete Mattarella. Perché se vale per il male, deve valere doppio per il bene: dall’esempio del singolo parte l’effetto moltiplicatore. Commossi loro in questo momento irripetibile, ma anche un presidente ne vorrebbe tante di giornate così: “Questi ragazzi rappresentano simbolicamente solo una parte del numero indefinito di chi si impegna a nutrire un insieme di valori”. Cerchiamoli anche sotto il colle più alto, sono tra noi e risplendono.