Hackeraggio all'università per superare l'esame: 67 studenti beccati perché "immobili" durante la prova
Un esame sospetto all'Università di Torino, quello del corso di Storytelling, finito in questi giorni al centro di un’inchiesta. Non per la difficoltà delle domande, né per qualche polemica accademica. Questa volta il problema è stato che qualcuno ha barato. Su i 200 iscritti al test, 67 di loro sono infatti finiti sotto osservazione perché durante la prova avrebbero assunto un atteggiamento che ha fatto sorgere dei dubbi al professore, dubbi che sono diventati sempre più insistenti quando al termine delle due ore, tutti hanno consegnato il test completo di risposte corrette, tutte uguali e senza neanche un errore. Un po’ troppo perfetto, tanto che il prof ha subito segnalato l’anomalia facendo partire un’indagine. Fermi come statue, ma col test perfetto Durante la prova scritta, il professore del corso di Storytelling , come riporta il ‘Corriere della sera Torino’, racconta che gli studenti, iscritti al corso di laurea in Scienze della Comunicazione, erano davanti allo schermo con le mani sulla tastiera, ma nessuno la usava davvero. Inoltre, quando si è visto consegnare quasi tutti i test completi di risposte uguali e senza errori ha voluto vederci chiaro segnalando le anomalie agli uffici informatici dell’ateneo. A quel punto, sono scattate le verifiche tecniche, che hanno subito scoperto il trucco utilizzato. Ipotesi hacker esterni per aiutare gli studenti Secondo le prime ipotesi, pare che alcuni computer siano stati controllati da remoto. Non dagli studenti, ma da persone esterne all’aula. Questi “soggetti esterni” avrebbero ricevuto le credenziali d’accesso al test, probabilmente grazie all’aiuto degli iscritti all’esame. Secondo un’altra ipotesi, ancora più preoccupante, avrebbero invece manomesso il sito modificando l’algoritmo, per vedere in anticipo le risposte corrette. In entrambi i casi la violazione messa in atto va oltre il regolamento accademico, perchè si tratta di un reato. La prova in questione consisteva in 30 domande a risposta multipla, caricate sulla piattaforma Moodle il giorno dell’appello. Un sistema pensato per garantire trasparenza e oggettività, ma che stavolta si è rivelato vulnerabile. Sicurezza digitale delle scuole: il precedente ad Aosta Il caso dell’Università di Torino arriva pochi giorni dopo un’altra vicenda simile, ma questa volta in una scuola media di Aosta. Lì, alcuni studenti di una classe terza hanno rubato le password di accesso al registro elettronico di quattro loro docenti per alzare i propri voti e, come se non bastasse, per abbassare quelli di alcune compagne molto brave. Un episodio che aveva già sollevato interrogativi sulla sicurezza digitale delle scuole, ma l’esame truffa all’università torinese sembra essere qualcosa di più articolato, una combinazione tra hacker e intelligenza artificiale.

Un esame sospetto all'Università di Torino, quello del corso di Storytelling, finito in questi giorni al centro di un’inchiesta. Non per la difficoltà delle domande, né per qualche polemica accademica. Questa volta il problema è stato che qualcuno ha barato.
Su i 200 iscritti al test, 67 di loro sono infatti finiti sotto osservazione perché durante la prova avrebbero assunto un atteggiamento che ha fatto sorgere dei dubbi al professore, dubbi che sono diventati sempre più insistenti quando al termine delle due ore, tutti hanno consegnato il test completo di risposte corrette, tutte uguali e senza neanche un errore.
Un po’ troppo perfetto, tanto che il prof ha subito segnalato l’anomalia facendo partire un’indagine.
Fermi come statue, ma col test perfetto
Durante la prova scritta, il professore del corso di Storytelling , come riporta il ‘Corriere della sera Torino’, racconta che gli studenti, iscritti al corso di laurea in Scienze della Comunicazione, erano davanti allo schermo con le mani sulla tastiera, ma nessuno la usava davvero.
Inoltre, quando si è visto consegnare quasi tutti i test completi di risposte uguali e senza errori ha voluto vederci chiaro segnalando le anomalie agli uffici informatici dell’ateneo. A quel punto, sono scattate le verifiche tecniche, che hanno subito scoperto il trucco utilizzato.
Ipotesi hacker esterni per aiutare gli studenti
Secondo le prime ipotesi, pare che alcuni computer siano stati controllati da remoto. Non dagli studenti, ma da persone esterne all’aula. Questi “soggetti esterni” avrebbero ricevuto le credenziali d’accesso al test, probabilmente grazie all’aiuto degli iscritti all’esame.
Secondo un’altra ipotesi, ancora più preoccupante, avrebbero invece manomesso il sito modificando l’algoritmo, per vedere in anticipo le risposte corrette. In entrambi i casi la violazione messa in atto va oltre il regolamento accademico, perchè si tratta di un reato.
La prova in questione consisteva in 30 domande a risposta multipla, caricate sulla piattaforma Moodle il giorno dell’appello. Un sistema pensato per garantire trasparenza e oggettività, ma che stavolta si è rivelato vulnerabile.
Sicurezza digitale delle scuole: il precedente ad Aosta
Il caso dell’Università di Torino arriva pochi giorni dopo un’altra vicenda simile, ma questa volta in una scuola media di Aosta. Lì, alcuni studenti di una classe terza hanno rubato le password di accesso al registro elettronico di quattro loro docenti per alzare i propri voti e, come se non bastasse, per abbassare quelli di alcune compagne molto brave.
Un episodio che aveva già sollevato interrogativi sulla sicurezza digitale delle scuole, ma l’esame truffa all’università torinese sembra essere qualcosa di più articolato, una combinazione tra hacker e intelligenza artificiale.