Graziano Mesina scarcerato per motivi di salute: l’ex bandito sardo trasferito al reparto di Pp San Paolo di Milano

“Gli è stata diagnosticata una patologia oncologica che si è ormai diffusa, incurabile, in fase terminale“. Con questa dichiarazione specifica le legali di Graziano Mesina – Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier – hanno reso pubbliche le condizioni di salute del loro assistito, a causa delle quali è stata accolta l’istanza di differimento pena di […] L'articolo Graziano Mesina scarcerato per motivi di salute: l’ex bandito sardo trasferito al reparto di Pp San Paolo di Milano proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 11, 2025 - 15:21
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Graziano Mesina scarcerato per motivi di salute: l’ex bandito sardo trasferito al reparto di Pp San Paolo di Milano

“Gli è stata diagnosticata una patologia oncologica che si è ormai diffusa, incurabile, in fase terminale“. Con questa dichiarazione specifica le legali di Graziano Mesina – Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier – hanno reso pubbliche le condizioni di salute del loro assistito, a causa delle quali è stata accolta l’istanza di differimento pena di Mesina dal carcere al “reparto di Pp San Paolo di Milano” presentata al tribunale di sorveglianza di Milano. A renderlo noto all’Ansa sono state proprio le legali che già da tempo si battevano affinché l’83enne Mesina, ex primula rossa del banditismo sardo, ottenesse il differimento della pena per motivi umanitari. In una nota, le difese denunciano la “gravissima situazione” dell’assistito, precisando che, sebbene le sue condizioni fossero già precarie, negli ultimi due mesi si sono ulteriormente aggravate. Da quanto emerge, Mesina sarebbe incapace di camminare, mangiare e comunicare, oltre ad altre difficoltà nel riconoscere le persone. Il tribunale di sorveglianza di Milano, avvalendosi delle relazioni della procura generale di Cagliari, nonostante il preoccupante quadro clinico delinei un’imminente pericolo di morte, ha rigettato le richieste di sospensione della pena per gravi motivi di salute, nonché le richieste di trasferimento in un carcere sardo. Richiesta avanzata dalla difesa che permetterebbe a Mesina di beneficiare della vicinanza dei familiari e migliorare le sue condizioni di cura, ma che il tribunale non approva per il forte sospetto che il detenuto possa mantenere contatti con la criminalità organizzata isolana. “Nel reparto penitenziario dell’ospedale San Paolo, hanno deciso che non è più curabile, ma gli è stata negata la possibilità di ottenere un altro parere medico presso un reparto oncologico di un altro ospedale”, hanno aggiunto Goddi e Vernier.

Graziano Mesina, classe 1942 di Orgosolo, noto come ‘Gratzianeddu’, nasce in una famiglia numerosa, penultimo di undici figli. Viene arrestato per la prima volta a 14 anni per porto d’armi abusivo, un fucile calibro 16. L’arresto porta a una condanna a cinque anni e due anni di perdono giudiziale. Da lì la carriera criminale nel banditismo sardo fatta di rapimenti eccellenti ed evasioni celebri, alcune delle quali (dieci su 22) perfettamente riuscite. Dopo l’ultima scarcerazione per decorrenza dei termini nel giugno 2019, Mesina si ritira a vivere in casa della sorella. E sempre da quella casa sparisce quando la Corte di Cassazione gli conferma la condanna a 30 anni per traffico di stupefacenti. Dopo un anno e mezzo di interrogativi, il 18 dicembre 2021, Mesina viene ritrovato a Desulo (Nuoro). L’arresto lo porta prima al carcere di Badu’e Carros, nel nuorese, quindi a Opera, a Milano, dove si trovava fino a ieri. La soluzione dei domiciliari non si pose mai perché, a quanto racconta CagliariToday, Mesina rifiutò sempre le cure e gli accertamenti diagnostici. L’ultima condanna, per i reati di usura ed estorsione, arrivò il 28 dicembre 2023: 6 anni e 8 mesi di carcere.

Si apprende oggi che le legali, a fronte delle condizioni disperate di Mesina, presenteranno immediatamente una nuova istanza al tribunale di sorveglianza di Milano con la speranza che venga concessa la possibilità di un trasferimento in Sardegna, dove potrebbe ricevere le cure necessarie e il sostegno della famiglia. “La richiesta deve essere presa in considerazione ora, prima che diventi troppo tardi”, hanno concluso.

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