Gp Miami, Ferrari: i limiti di assetto pesano più di quanto atteso
Ferrari nella F1 targata Miami non da il massimo con Hamilton e Leclerc. Una terza e quarta fila che fotografa alla perfezione il momento della Rossa. La qualifica sprint è comunque destinata a far parlare di sé, quella del GP di Miami, in cui un nome risuona più forte di tutti: Andrea Kimi Antonelli. Il […]

Ferrari nella F1 targata Miami non da il massimo con Hamilton e Leclerc. Una terza e quarta fila che fotografa alla perfezione il momento della Rossa. La qualifica sprint è comunque destinata a far parlare di sé, quella del GP di Miami, in cui un nome risuona più forte di tutti: Andrea Kimi Antonelli. Il giovanissimo pilota italiano conquista una sorprendente Pole Position per la gara Sprint,
Kimi non aveva mai corso a Miami, eppure ha firmato un giro magistrale su un tracciato cittadino al quanto impegnativo. Una performance che non lascia spazio a dubbi: solo un talento cristallino come il suo poteva ottenere un risultato simile alla sesta gara della sua carriera in F1. La Rossa di Charles chiude con un distacco significativo: +0.326s dalla vetta e a soli 71 millesimi da una seconda fila.
Ferrari sbaglia ancora
Era alla portata la quarta posizione che, alla luce delle condizioni attuali, rappresenta probabilmente il massimo a cui il team di Maranello possa realisticamente ambire su questo tipo di circuito. Al termine del suo unico push lap, Charles si è lamentato via radio della track position. Gli è stato concesso un margine di appena 8 secondi per evitare di prendere bandiera a scacchi, costringendolo a iniziare il giro con una pressione tutt’altro che ideale.
L’errore che costa molto caro a Leclerc
In condizioni del genere, dove la fiducia nella monoposto è già precaria, non avere tempo per preparare adeguatamente il giro rischia di compromettere tutto. Il primo settore non è stato perfetto. Infatti sono arrivate alcune sbavatura dovute alle gomme non ancora perfette: in ingresso di curva 1 ha sofferto a centro curva, tanto da effettuare un grande controsterzo per poter correggere il posteriore.
La conseguenza è immediata: ritarda l’apertura del gas e deve effettuare un lift prolungato rispetto ad Antonelli, perdendo così metri preziosi fin dai primi secondi del giro. Lo stesso pattern si è ripetuto tra curva 6 e 7, dove, nel lungo curvone ad ampio raggio in cui si sta molto in appoggio, ha avuto un momento in cui il posteriore è un po’ scivolato, perdendo così il vantaggio che si era creato in curva 4–5.
In questa sezione, il monegasco porta forse troppa velocità, creando di recuperare il terreno perso in precedenza per via un giro di lancio tutto tranne che perfetto. Lo fa tanto da dover poi pestare il pedale del freno più a lungo rispetto al sui avversario, per far si che la sua Ferrari SF-25 possa rallentare e poi inserirsi correttamente nel lungo tratto ad alta velocità di percorrenza che porta alla 11.
La mancanza di aderenza della SF-25
Da curva 11 in poi, il confronto è impietoso. I micro settori lo dimostrano: la Mercedes W16 di Kimi domina la sezione più lenta del circuito, dalla 11 alla 16. In questa parte del tracciato, ciò che conta è la capacità di mettere potenza a terra, di gestire la trazione in uscita dalle curve strette e, in generale, di avere un’auto prevedibile e stabile. Antonelli riesce a farlo in modo eccezionale.
Il lavoro fatto sul setup della sua vettura si vede chiaramente: si cerca di sacrificare un po’ di rigidità per ottenere più aderenza meccanico, garantendo una trazione più efficace e una maggiore tolleranza nell’uso dei cordoli – particolarmente insidiosi in questa pista. Un retrotreno solido permette di spingere in uscita senza paura di slittamenti, migliorando sensibilmente il tempo nei micro settori lenti.
Ferrari, nel corso delle Fp1, dopo il primo run con le gomme Medium ha deciso di cambiare la messa a punto della monoposto italiana. Parliamo di altezze a terra ma pure di sospensioni ammorbidendo il suo assetto. Se nel primi pomeriggio di ieri si beccava poco meno di 4 decimi da McLaren solo in quel punto, nella Sprint Shootout il distacco si è ridotto fino a circa un decimo e mezzo.
Il limite più evidente della SF-25 resta uno: la fase di trazione. È qui che Leclerc perde più tempo. In uscita da ogni curva lenta, il monegasco è costretto a ritardare l’apertura del gas. Una cautela maggiore rispetto a Kimi. Dalla telemetria emerge in modo lampante: la linea rossa (Leclerc) è sempre più bassa rispetto a quella azzurra (Antonelli) in ogni allungo. Il ritardo nell’accelerazione si traduce in un delta crescente lungo tutti i rettilinei.
Antonelli, ancora una volta, ha dimostrato non solo di avere un talento fuori dal comune, ma pure di saperlo sfruttare nel momento più importante. La sua precisione nei tratti veloci e la pulizia in quelli lenti mostrano una maturità che stupisce per un rookie. Ferrari, invece, resta ancora una monoposto difficile da interpretare, soprattutto in circuiti cittadini dove la fiducia è tutto. Servono Aggiornamenti
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Marco Iurlandino
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv