Ferrari: centro di pressione sbilanciato, gestione gomme carente
Ferrari subisce ancora in F1, un trend oramai consueto. Antonelli invece dimostra che il talento è qualcosa di innato, un dono che madre natura assegna alla nascita. Per il bolognese si tratta del primo approccio a Miami, su un tracciato dove le formule propedeutiche non corrono. Durante le prove, il team di Brackley ha scelto […]

Ferrari subisce ancora in F1, un trend oramai consueto. Antonelli invece dimostra che il talento è qualcosa di innato, un dono che madre natura assegna alla nascita. Per il bolognese si tratta del primo approccio a Miami, su un tracciato dove le formule propedeutiche non corrono. Durante le prove, il team di Brackley ha scelto di concentrarsi esclusivamente sul long run, senza permettere al giovane pilota italiano di usare le Soft.
L’altra faccia della “nazionale” italiana del motorsport ha deluso. I piloti della Rossa hanno chiuso in sesta e settima posizione, penalizzati ancora una volta da problemi di bilanciamento e gestione delle gomme. Il tutto come sempre deriva da un rango di aspetto insufficiente. Resta inoltre costante il problema sottosterzo, la principale causa delle difficoltà della SF-25 in qualifica.
Antonelli super con le gomme Soft
Fenomenale: uno dei tanti aggettivi che si possono usare per descrivere Kimi Antonelli, che ha riportato il tricolore italiano nelle posizioni che contano. Il diciottenne di Bologna ha costruito la sua pole position grazie a una perfetta fase di preparazione gomma. Pur non avendo provato la mescole rossa nelle prove libere con la sua Mercedes, Kimi ha studiato a fondo questa fase insieme ai suoi ingegneri.
La partenza dal palo valevole per la mini gara da 100 chilometri è arrivata grazie a una gestione intelligente degli pneumatici nell’arco del giro intero, sfruttando anche l’ottima efficienza della vettura inglese. Nel tratto più lento del tracciato, tra il secondo e il terzo settore, l’italiano è stato conservativo in frenata e ha fatto la differenza con una trazione nettamente migliore in uscita.
Ferrari: carico troppo al posteriore e sottosterzo cornico frenano la SF-25
Il team italiano ha fatto tutto l’opposto: non è riuscito a far funzionare correttamente le coperture. Ancora una volta, Hamilton e Leclerc hanno eseguito una fase di preparazione imperfetta, iniziando il giro lanciato con temperature lontane da quelle target. Questo si collega direttamente al bilanciamento della monoposto, compromesso dalle scelte di setup che la squadra ha dovuto utilizzare.
Al momento, la coperta è molto corta: i tecnici hanno spostato il centro di pressione verso il retrotreno per garantire maggiore stabilità, utile nella gestione termica del long run, ma inefficace nel giro secco. In particolare, il carico aerodinamico ridotto all’anteriore ha impedito ai piloti di portare in temperatura le gomme, costringendoli a lottare con il sottosterzo nelle curve lente.
La mancanza di grip, causata da un’interazione poco efficace tra gomma e asfalto, ha vanificato il lavoro svolto dalla meccanica della SF-25 nei tratti più lenti. Questo sommato ai limiti di setup. Una difficoltà evidenziata in curva 8, dove entrambi i ferraristi hanno cercato un punto di corda ritardato per poter inserire angolo volante a velocità più bassa e soffrire meno carenza di rotazione.
Lo stesso è accaduto nelle curve 11 e 17, poste dopo due lunghi rettilinei che abbassano ulteriormente la temperatura delle mescole, rendendo più difficile la fase di inserimento. Il sottosterzo si trasformava poi in sovrasterzo nella fase di uscita, come accaduto a Leclerc tra la 12 e la 14. Charles sceglie un approccio aggressivo in frenata che non paga. Il ritardo sul gas, causato dal sovrasterzo, ha compromesso l’efficacia dell’uscita curva.
Hamilton ha cercato di limitare i danni grazie a un punto di corda più anticipato rispetto al compagno di squadra, che gli ha permesso di mantenere un angolo di sterzo più contenuto rispetto a Leclerc, patendo meno lo spostamento di carico in uscita. Benché nelle fasi di accelerazione fosse più in linea con gli avversari e abbia appunto sofferto meno la carenza di rotazione, risultato comunque più lento del monegasco.
Piastri perde la pole nell’ultima curva
McLaren e Red Bull hanno fatto la differenza su due zone differenti della pista. Piastri ha perso la pole position a causa di una gestione gomma peggiore rispetto a Kimi Antonelli. L’australiano, infatti, ha dovuto per forza di cosa essere più conservativo in tutta la fase curva, ottenendo una velocità minima inferiore e applicando il gas più tardi dell’italiano. Proprio per tale ragione ha perso oltre un decimo.
Così facendo si è negato la possibilità di segnare il miglior tempo, pur avendo la media velocistica più alta tra curva 16 e 17. Al contrario, Red Bull ha leggermente corretto i problemi di bilanciamento visti nelle Fp1, facendo fruttare il carico aerodinamico garantito dal corpo vettura. Max è stato il più veloce tra curva 4 ed 8, dove riesce a far scorrere meglio la propria monoposto e deve parzializzare meno l’acceleratore.
Autore: Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo
Immagini: Scuderia Ferrari – McLaren – F1TV