Giro d’Italia 2025: no Tadej, no party!

Parte domani da Durazzo in Albania il 108° Giro d’Italia che si concluderà a Roma domenica 1° giugno con un passaggio in Vaticano in celebrazione dell’anno giubilare. Sotto il profilo tecnico la corsa rosa di quest’anno registra un passo indietro dopo l’edizione straordinaria di 12 mesi fa graziata dalla presenza di Tadej Pogacar (UAE Team […]

Mag 8, 2025 - 13:31
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Giro d’Italia 2025: no Tadej, no party!

Parte domani da Durazzo in Albania il 108° Giro d’Italia che si concluderà a Roma domenica 1° giugno con un passaggio in Vaticano in celebrazione dell’anno giubilare. Sotto il profilo tecnico la corsa rosa di quest’anno registra un passo indietro dopo l’edizione straordinaria di 12 mesi fa graziata dalla presenza di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG), intento a realizzare l’accoppiata rosa-gialla. Le speranze che, in mancanza del fuoriclasse di Komenda, fosse presente almeno uno dei suoi due antagonisti principali, il danese Jonas Vingegaard (Visma Lease a Bike) o il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick Step), sono purtroppo andate deluse.

Il Giro 2025 non sarà particolarmente duro sotto il profilo altimetrico. La prima frazione, non priva di qualche piccola asperità, porterà la carovana da Durazzo a Tirana. La capitale, il giorno dopo, ospiterà una cronometro di 14 chilometri. Domenica 11 maggio, con partenza e arrivo a Valona, si chiuderà, su un tracciato insidioso, la tre giorni albanese. Come avvenuto l’anno scorso in Piemonte, si dovrebbe uscire da questa prima fase con una classifica già indirizzata.

Al rientro in Italia ci saranno tre tappe per velocisti, con arrivo, nell’ordine, a Lecce, a Matera e, per il quarto anno consecutivo, su Lungomare Caracciolo a Napoli. La prima settimana si chiuderà con tre giornate interessanti. Venerdì 16 maggio ci sarà una novità assoluta nel tradizionale arrivo montano in terra d’Abruzzo. Lo striscione finale sarà posizionato a Marsia, sopra Tagliacozzo, alla fine d’una frazione con quasi 4.000 metri di dislivello che muovendo da Castel di Sangro attraverserà l’Altopiano delle Cinque Miglia. Seguirà una frazione insidiosa da Giulianova a Castelraimondo, comprendente l’ascesa ai 1.455 metri del Sassotetto cui farà seguito una raffica di muri, marchio di fabbrica delle Marche. Domenica 18 maggio, alla vigilia del primo giorno di riposo, la corsa rosa affronterà gli sterrati nella Gubbio-Siena con arrivo in Piazza del Campo.

Le due tappe seguenti alla ripresa potrebbero avere un peso decisivo sul destino della gara. Martedì 21 maggio andrà in scena la cronometro da Lucca a Pisa. Saranno 29 chilometri che modelleranno inevitabilmente la classifica generale Il giorno dopo, nella Viareggio-Castelnuovo ne’Monti, ci sarà il ritorno, dopo 25 anni, d’una delle salite più dure degli Appennini: il San Pellegrino in Alpe. Posta a metà percorso, l’ascesa farà da preludio ad altri due GPM prima del traguardo. La 12ma tappa da Modena a Viadana nel mantovano elargirà gloria ai velocisti mentre la successiva Rovigo-Vicenza sarà movimentata da un finale scoppiettante con la doppia scalata del Monte Berico. La Treviso-Nova Gorica, con passaggio del Piave nella fatidica data del 24 maggio, regalerà l’unico sconfinamento, in terra slovena, in una giornata che non dovrebbe sfuggire agli sprinter. Domenica 25 maggio da Fiume Veneto ad Asiago ci sarà un antipasto delle difficoltà previste nella settimana finale con l’ascesa iconica al Monte Grappa dal versante più duro, quello di Semonzo.

Martedì 27 maggio andrà in scena la frazione regina: 199 chilometri, con ben cinque GPM, da Piazzola sul Brenta a San Valentino, sopra il Lago di Garda. Aperta a ogni interpretazione la successiva tappa che porterà la carovana da San Michele all’Adige fino a Bormio con il Mortirolo, seppur dal versante più abbordabile di Monno. Dopo che la Morbegno-Cesano Maderno avrà dato gloria ai velocisti, le Alpi Occidentali fungeranno da proscenio per gli ultimi due atti, verosimilmente decisivi. Venerdì 30 maggio avrà luogo la frazione valdostana lungo i 166 chilometri da Biella a Champoluc, comprendenti anche il temibile Col de Saint Pantaleon. Il giudizio definitivo, se ce ne fosse ancora bisogno, lo fornirà 24 ore dopo la Cima Coppi, fissata ai 2.178 metri del terribile Colle delle Finestre, che precederà l’arrivo a Sestriere. Dopodiché non resterà che godersi il gran finale più scenico del ciclismo contemporaneo all’ombra del Colosseo.

Venendo alla start list, esclusa la santa trinità, sarà presente la crema del ciclismo mondiale, a cominciare da ben cinque vincitori di precedenti edizioni: i colombiani Nairo Quintana (Team Movistar) ed Egan Bernal (Ineos Grenadiers), l’ecuadoregno Richard Carapaz (EF Education Easy Post), l’australiano Jai Hindley e lo sloveno Primoz Roglic (Red Bull Bora Hansgrohe). Quest’ultimo, vincitore due anni fa, contende i favori del pronostico al giovane spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates XRG), a cui si chiede di non far rimpiangere il divino Pogacar. A sostegno dei due capitani, Red Bull e UAE hanno allestito delle autentiche corazzate, con tanto di soluzioni alternative, Hindley per il team tedesco e Adam Yates per quello emiratino, in caso di defaillance dei leader designati.

Bahrain Victorious e Ineos Grenadiers paiono le compagini meglio attrezzate a rompere le uova nel paniere alle due formazioni egemoni. La prima, con Damiano Caruso in cabina di regia al suo ultimo Giro, punterà sul laziale Antonio Tiberi e, in subordine, sullo spagnolo Pello Bilbao. Il team anglo colombiano, sempre sperando nella rinascita del conquistatore del Giro 2021, confida nella continuazione del percorso di crescita dell’olandese Thymen Arensman. Difficile capire se El Diablto Carapaz sarà competitivo per la classifica o punterà ai traguardi parziali. Lo stesso enigma avvolge l’abruzzese Giulio Ciccone (Lidl Trek) che rientra alla corsa rosa dopo due anni di assenza. Ci sono, infine, cinque corridori le cui ambizioni di classifica troveranno rapido riscontro nelle prime tappe: l’eternamente piazzato, ma mai vincente, basco Mikel Landa (Soudal Quick Step), l’inglese Simon Yates (Visma Lease a Bike), forse alla sua ultima recita da uomo di classifica, il francese David Gaudu (Groupama FDJ), che dopo anni di delusioni al Tour ricalibra le sue ambizioni sul Giro, l’australiano Michael Storer (Tudor Pro Cycling Team), fresco vincitore del Tour of the Alps, e l’eclettico canadese Derek Gee (Israel Premier Tech) che, alla fin dei conti, potrebbe costituire la vera mina vagante della corsa.

Il Giro 2025 abbonda di grandi interpreti delle corse d’un giorno. Debutteranno, infatti, alla corsa rosa tre campioni che dovrebbero animare la gara nelle prime due settimane: il fiammingo Wout van Aert (Visma Lease a Bike), candidato più autorevole a indossare la maglia rosa al termine della tre giorni albanese, il due volte campione olimpico di mountain bike, il britannico Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team), e il danese Kasper Asgreen (EF Education Easy Post), trionfatore a sorpresa del Giro delle Fiandre nel 2021. A contendere i successi di giornata a questo trio ci saranno il danese Mads Pedersen (Lidl Trek), iridato ad Harrogate nel 2019, e il duo azzurro composto dal veterano livornese Diego Ulissi (XDS Astana Team), plurivincitore, con otto successi di tappa, tra i corridori al via, e dal trevigiano Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale). Per gli arrivi in volata, assente Jonathan Milan (Lidl Trek), dirottato sul Tour come Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), si preannuncia battaglia tra il già menzionato Pedersen, l’australiano Kaden Groves (Alpecin Deceunick), l’irlandese Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale) e i belgi Olav Kooij (Visma Lease a Bike) e Gerben Thijssen (Intermarché Wanty).

Il menù, sulla carta, si annuncia gustoso. Tuttavia, come amava ripetere il sommo Adriano De Zan e ci ha ricordato enfaticamente 12 mesi fa il leggendario figlio del Tricorno, alla fin dei conti “la corsa la fanno i corridori”. Speriamo di divertirci.