Aprile, in termini ciclistici, è il mese delle grandi classiche del Nord. Domani toccherà al Giro delle Fiandre aprire il trittico delle gare monumento boreali che proseguirà domenica 13 aprile con la Parigi-Roubaix per concludersi il 27 con la Liegi-Bastogne-Liegi. L’università del ciclismo si esplicherà lungo i 269 chilometri che porteranno i corridori dalla piazza del mercato di Bruges fino a Oudenaarde. Sarà l’edizione 109 della Ronde van Vlaanderen, l’unica monumento priva d’un padrone storico, posto che nessuno l’ha conquistata più di tre volte. Per noi italiani la corsa dei muri resterà per sempre associata al nome di Fiorenzo Magni, denominato non a casoil leone delle Fiandre, il solo a trionfare, tra il 1949 e il 1951, per tre volte consecutive. Al pari del toscano, possono vantare altrettanti successi quattro corridori di casa (Achiel Buysse, Tom Boonen, Eric Leman e Johan Museeuw), la locomotiva di Berna Fabian Cancellara e il campione uscente, l’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin Deceuninck), mai vincente, però, negli anni dispari.
Analizzando il percorso, dopo una prima metà priva di difficoltà, a 140 chilometri dal traguardo la corsa transiterà per la prima volta sull’iconico Oude Kwaremont, da dove inizierà un anello di 85 chilometri composto da brevi muri in pavè. Ai meno 55 dal traguardo inizierà un secondo circuito di 38 chilometri, ben più duro del precedente, che vedrà i protagonisti affrontare, in rapida successione, per la seconda volta l’Oude Kwaremont, seguito dal primo passaggio sul feroce Paterberg e dal leggendario Koppenberg, uno strappo di soli 600 metri così arcigno da aver spesso costretto i ciclisti a mettere il piede a terra. Quello che resterà dei battistrada si giocherà, infine, la vittoria nei 4.000 metri, dai meno 17 ai meno 13, in cui verranno affrontati per la terza volta l’Oude Kwaremont e per la seconda il Paterberg. Poi sarà discesa prima dell’infinito rettilineo al termine del quale sarà posto lo striscione finale.
L’analisi dei favoriti non può prescindere da van der Poel. In buona sostanza, domani alla Ronde andrà in scena la bella tra l’olandese e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). Nel 2022, infatti, il nipote di Raymond Poulidor seppe resistere al violento scatto dello sloveno sul Paterberg, per poi batterlo in volata mentre dodici mesi dopo il figlio del Tricorno si prese la rivincita togliendosi il tulipano di ruota proprio sull’ultimo muro per trionfare in solitaria. Assente il danese Kasper Asgren (EF Education EasyPost), vincitore a sorpresa su van der Poel in volata nel 2021, le quote degli allibratori inducono a pensare che domani assisteremo a una partita a due con i possibili outsider, l’iridato di Harrogate 2019 Mads Pedersen (Lidl Trek) e il duo della Visma Lease a Bike, composto dal belga Wout van Aert e dall’americano Matteo Jorgenson, tutti quotati in doppia cifra.
In mancanza dell’ultimo vincitore italiano, Alberto Bettiol (XDS Astana Team), sorprendente primo nel 2019, toccherà a Verbania, indiscussa capitale in questo periodo del ciclismo nazionale, tener alto il tricolore. In campo maschile, Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) saggerà la gamba in vista del suo vero obiettivo d’inizio stagione, la Parigi-Roubaix. Tra le donne, la sua concittadina Elisa Longo Borghini (UAE Team ADQ) tenterà di bissare la splendida vittoria dell’anno scorso, rinnovando il suo duello con la campionessa del mondo, la belga Lotte Kopecky (Team SD Worx). Di 100 chilometri più breve rispetto a quella dei maschi, la gara femminile presenterà, tuttavia, le medesime asperità, seppur non ripetute. Dovrebbero, pertanto, essere le ascese conclusive a Oude Kwaremont e Paterberg a determinare il risultato anche se non è escluso che la corsa si risolva in uno sprint ristretto come avvenuto dodici mesi fa con nostra grande gioia.