Futuro a rischio al “Giorgi“. Denuncia dei sindacati

"Laboratori chiusi o non funzionanti, scelte progettuali e della sede discutibili". I lavoratori dell’Istituto professionale chiedono l’intervento di Pierucci.

Apr 24, 2025 - 07:36
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Futuro a rischio al “Giorgi“. Denuncia dei sindacati

La lettera di denuncia è a firma delle Rsu del Polo “Fermi-Giorgi“ e riguarda nello specifico le gravi criticità e il futuro dell’istituto professionale Giorgi invocando l’intervento del presidente della Provincia, Marcello Pierucci. “Negli ultimi anni, nonostante l’Istruzione Professionale rappresenti una risposta concreta ai bisogni occupazionali e produttivi del territorio, una serie di scelte politiche e istituzionali, insieme a gravi disattenzioni, hanno progressivamente compromesso la sua funzione educativa e sociale, minacciando di cancellare la storia centenaria di formazione e inclusione del nostro istituto“, è la premessa dell’assemblea sindacale dei lavoratori.

E ora gli esempi specifici: “Laboratori chiusi e non funzionanti per mancanza di investimenti: strumenti didattici fondamentali per la formazione tecnico-pratica restano inaccessibili da anni, impedendo a studenti e docenti di svolgere esperienze indispensabili per un apprendimento completo e qualificato. In più sedi temporanee inadeguate: lo spostamento nella sede di Saltocchio, scelta logistica discutibile, ha ulteriormente penalizzato gli studenti, soprattutto quelli residenti in aree periferiche o privi di mezzi propri. Gli spazi sono in parte fatiscenti, manca una palestra e i collegamenti pubblici risultano insufficienti“.

Non ultima la “progressiva marginalizzazione dell’indirizzo professionale: mentre al nostro istituto vengono imposti ridimensionamenti, si continua a investire nella creazione di nuovi e moderni spazi per ulteriori licei, senza una reale valutazione dei bisogni sociali e produttivi del territorio“. Infine “scelte progettuali discutibili: il progetto Future Learning Lab, in collaborazione con Indire - presso la sede di via Santa Chiara - ideato con una dichiarata finalità di recupero della dispersione scolastica, viene al contrario destinato al nuovo liceo quadriennale e ad un’ulteriore sperimentazione liceale. Tutto questo a costo di un drastico ridimensionamento degli spazi dedicati al Professionale, privandolo di laboratori, di un intero piano e con la minaccia di un trasferimento ad una nuova sede di cui, nonostante le numerose richieste, non si sa niente“.

Le conseguenze sono pesanti: dispersione scolastica, denunciano sempre i sindacati, ma anche rischio di perdita di posti di lavoro tra docenti e personale Ata, senza possibilità di ricollocazione nelle altre scuole del territorio. Un fattore, quest’ultimo, spinto dal “calo delle iscrizioni, che non è un fenomeno casuale, ma la conseguenza diretta di scelte miopi e della mancanza di un progetto strategico“. Tutto ciò “indebolisce il rapporto tra scuola e imprese, proprio in un momento storico in cui settori come cartotecnica, meccanica, nautica, manutenzione e impiantistica registrano una crescente richiesta di personale qualificato“. Tirando le somme i sindacati non esitano a definirla una situazione insostenibile.

Per questo, con urgenza, chiedono un incontro chiarificatore con il Presidente della Provincia Marcello Pierucci, “per affrontare con serietà le criticità della sede e rilanciare l’offerta formativa dell’Istituto Professionale“. Chiedono anche di riattivare i laboratori, essenziali per l’attività e la formazione all’interno di un istituto professionale, di rinverdire “investimenti in orientamento e promozione dei percorsi professionali, per contrastare stereotipi e disinformazione che penalizzano l’Istruzione Professionale“ sollecitando “il pieno coinvolgimento dell’Istituto nei progetti di riqualificazione urbana e scolastica, a partire dal progetto Santa Chiara, affinché non si ripetano scelte escludenti o sbilanciate“. Su questi focus i sindacati invocano risposte chiare e tempestive. “Perchè – concludono – difendere questa scuola significa difendere il futuro del lavoro, dell’equità sociale e della formazione accessibile a tutti, anche ai più fragili“.

Laura Sartini