Fuga da Wall Street e dal dollaro, il riparo è l'Europa
La Casa Bianca ha chiarito che l'aliquota sulle importazioni cinesi è in realtà del 145%, tutto compreso. Il Nasdaq Composite ha chiuso in calo del 4,3%, dilapidando circa il 40% dei guadagni di ieri.Il dollaro ha esteso le perdite dopo il più grande crollo degli ultimi tre anni, con il costo della copertura contro un ulteriore calo salito ai massimi dalla pandemia di Covid. L’oro è salito ieri del 3%, stanotte l’apprezzamento prosegue e arriva un nuovo massimo storico, a 3.218 dollari l’oncia.

La guerra commerciale è solo in pausa, i dazi di Trump hanno giù iniziato a far male e l’economia rischia di fermarsi: l’avvio della stagione delle trimestrali rischia di portare altre brutte notizie.
Queste ed altre considerazioni hanno guidato la seduta di ieri di Wall Street: il Nasdaq Composite ha chiuso in calo del 4,3%, dilapidando circa il 40% dei guadagni di ieri. L'S&P 500 è sceso del 3,5%.
E’ stato praticamente ignorato il brusco raffreddamento dell’inflazione, scesa mese sul mese dello 0,1% a marzo, contro le aspettative di un aumento dello 0,1%. I dati di ieri potrebbero dare alla Federal Reserve un po' di respiro per abbassare i tassi, quando e se sarà necessario per contrastare un rallentamento dell’economia. Queste considerazioni saranno forse buone in altri momenti, oggi prevalgono le preoccupazioni sui dazi.
La Casa Bianca ha chiarito che l'aliquota sulle importazioni cinesi è in realtà del 145%, tutto compreso, e non del 125% citato qualche ora prima dal Presidente Donald Trump.
Il dollaro ha esteso le perdite dopo il più grande crollo degli ultimi tre anni, con il costo della copertura contro un ulteriore calo salito ai massimi dalla pandemia di Covid. L’indice Bloomberg Dollar Spot Index ha chiuso ieri sera in calo dell'1,5%. Lo yen è balzato dell'1% rispetto al biglietto verde, mentre l'euro è salito dell'1,6%. Anche il franco svizzero, tradizionale bene rifugio, si è rafforzato.
"Sembra proprio che gli asset statunitensi siano degli underperform, tra le incertezze tariffarie e le crescenti preoccupazioni per le prospettive economiche degli Stati Uniti", ha dichiarato Felix Ryan, analista di ANZ Banking Group a Sydney. "Finora ne hanno beneficiato le valute europee (soprattutto l'euro) e i beni rifugio ".
Con l'intensificarsi delle preoccupazioni economiche, i trader hanno incrementato le scommesse su ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve entro la fine dell'anno.
"Le conseguenze dei nuovi dazi sulla Cina hanno riportato la fuga verso i beni rifugio", ha dichiarato Jayati Bharadwaj, stratega del sito di TD Securities. "Il dollaro sta scendendo a causa della riduzione delle aspettative sulla crescita degli Stati Uniti e delle crescenti richieste di tagli da parte della Fed e flussi generali che si allontanano dai titoli azionari statunitensi verso altri titoli globali”.
Il titolo decennale è al 4,44% di tasso di rendimento, 15 punti base sopra i livelli di ieri.
Considerati a Wall Street come una sicurezza così solida da essere priva di rischi, i titoli del Tesoro USA sono stati a lungo il primo approdo per gli investitori nei momenti di panico. Sono saliti sempre durante la crisi finanziaria globale, l'11 settembre e persino quando il rating creditizio dell’America è stato tagliato. Ma ora, mentre il presidente Donald Trump scatena un assalto a tutto campo al commercio globale, il loro status di rifugio sicuro è sempre più in discussione.
I rendimenti, soprattutto quelli del debito a lungo termine, sono aumentati negli ultimi giorni in modo sconcertante.
L'ex segretario al Tesoro Lawrence Summers diceva ieri che il debito degli Stati Uniti si comporta come se fosse quello di un paese dei mercati emergenti.
Va detto che l'asta di 22 miliardi di dollari in titoli del Tesoro a 30 anni ha registrato ieri sera una solida domanda, questo potrebbe placare i timori di una fuga degli acquirenti dagli asset statunitensi.
L’oro è salito ieri del 3%, stanotte l’apprezzamento prosegue e arriva un nuovo massimo storico, a 3.218 dollari l’oncia.
Non c'e' nulla di "anormale" nei bruschi movimenti osservati nei mercati finanziari nelle ultime settimane, ha detto il Segretario al Tesoro Scott Bessent durante una riunione del Consiglio dei ministri, aggiungendo che "il rapporto non e' male" tra i cali e il forte rialzo di ieri. Convinto che i partner commerciali "ci faranno le loro migliori offerte" per evitare che i loro dazi doganali superino il 10%, Bessent ha stimato che "avremo molte certezze sull'argomento entro 90 giorni”, il che calmera' i mercati, sui quali "non vede nulla di insolito oggi”.
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in rialzo, future dell’indice Dax di Francoforte +0,3%. Ieri il Ftse Mib di Milano ha guadagnato il 4,7%.
Avanzano le trattative tra Bruxelles e Pechino sulle auto elettriche. Il commissario Ue per il Commercio, Maros Sefcovic, e il ministro cinese Wang Wentao hanno concordato di valutare l'introduzione di prezzi minimi sulle importazioni dalla Cina come alternativa ai dazi imposti dall'Ue lo scorso anno. Lo ha fatto sapere un portavoce della Commissione europea. Il ministero del Commercio cinese, secondo quanto riportato da Reuters sul suo sito, ha riferito che i negoziati inizieranno “immediatamente". La disputa è da mesi sul tavolo del Wto, dove sono in corso colloqui tecnici per trovare un'intesa compatibile con le regole internazionali. L'accordo, che punta a superare le sovrattasse imposte dall'Ue, potrebbe concretizzarsi nell'introduzione di un prezzo minimo all'export per le auto elettriche cinesi, un impegno che Pechino dovrebbe assumere per evitare pratiche di dumping e garantire una concorrenza più equa nel mercato europeo. Se raggiunta, questa soluzione porterebbe Bruxelles a revocare i dazi aggiuntivi - compresi tra il 7,8% e il 35,3% - introdotti il 31 ottobre scorso.
Cade la borsa di Tokyo, zavorrata da uno yen sempre più forte: indice Nikkei -4%.
Al contrario, sale l’azionario della Cina: Hang Seng di Hong Kong +0,9%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,2%.
Nel resto dell’area, si registra il calo dei listini della Corea del Sud e di Singapore, in rialzo le borse dell’India e dell’Indonesia.