Stellantis, consegne in calo nel primo trimestre 2025
La casa automobilistica italo-francese prevede una riduzione delle vendite nei primi tre mesi dell’anno a causa della minore produzione in Nord America e della transizione verso nuovi modelli in Europa.

Ancora un trimestre difficile per Stellantis in questo inizio 2025. La casa automobilistica ha infatti avvertito che le consegne complessive per i primi tre mesi dell’anno dovrebbero risultare in calo del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, fermandosi a 1,2 milioni di unità.
La frenata, spiega il gruppo nella nota pubblicata questa mattina, è dovuta “principalmente” alla minor produzione in Nord America causata dai prolungati periodi di stop nel mese di gennaio, mentre per la zona Europa Allargata viene citata la transizione verso nuovi modelli e i minori volumi di veicoli commerciali leggeri (LCV) consegnati.
Progressi nel periodo terminato il 31 marzo scorso, secondo la società, ci sono stati sul lato commerciale, grazie ai lanci di nuovi e rinnovati modelli, tra cui Citroën C3 Aircross, Opel Frontera, Fiat Grande Panda, i Truck pesanti Ram 2500 e 3500, che hanno consentito uno slancio positivo nell’acquisizione di ordini retail e al mantenimento della normalizzazione dei livelli di scorte presso la rete.
A Piazza Affari, intanto, le azioni Stellantis aprono la seduta in calo di oltre il 2,50% nonostante l’avvio positivo del FTSE MIB (+0,20%), scambiando a 7,75 euro, ai minimi dal giugno 2020. Oggi Hsbc ha tagliato il target price sul titolo della casa automobilistica da 13 a 9 euro.
Tra le varie aree geografiche, il calo maggiore è stato quello registrato in Nord America, dove sono diminuite del 20% rispetto al primo trimestre 2024, a 82 mila unità. A marzo 2025 la raccolta ordini retail ha raggiunto il livello più alto dal luglio 2023.
In diminuzione anche le consegne nell’Europa Allargata, scese dell’8% (47 mila unità) su base annua, calo dovuto per due terzi ai veicoli non ancora lanciati nei segmenti A e B in sostituzione delle generazioni precedenti uscite di produzione alla fine del primo semestre 2024 e per un terzo al calo dei volumi degli LCV.
La quota di mercato nell’UE30 nel trimestre è stata del 17,3%, con un aumento di 1,9 punti percentuali rispetto al 4° trimestre 2024, che riflette in parte il contributo alle vendite dei recenti lanci di nuovi prodotti.
Infine, nelle altre aree si è registrato un aumento del 4% (13 mila unità) trainato principalmente da un progresso del 19% in Sud America, che ha più che compensato i cali in Medio Oriente e Africa, Cina e India e Asia Pacifico.
Stellantis “ha mantenuto la sua leadership in Sud America”, sottolinea la nota, beneficiando anche della “maggiore domanda, soprattutto in Brasile e Argentina”. In Medio Oriente e Africa il calo delle consegne del 15% è stato determinato soprattutto dall’impatto delle restrizioni alle importazioni in Algeria, Tunisia ed Egitto.
Nonostante il rinvio dei dazi deciso da Donald Trump, sul settore restano le tariffe del 25% sulle merci importate negli Stati Uniti entrate in vigore lo scorso 3 aprile e, secondo un’analisi del Center for Automotive Research, queste aumenteranno i costi di circa 108 miliardi di dollari per le case automobilistiche statunitensi nel 2025.
L’organizzazione con sede nel Michigan ha rilevato che Ford Motor, General Motors e Stellantis, subiranno un aumento dei costi pari a 42 miliardi di dollari, oltre a subire dazi per quasi 5.000 dollari per i componenti importati in media per ogni auto prodotta negli USA e di circa 8.600 dollari in media per ogni auto importata.
Lo studio stima che le tre case automobilistiche di Detroit vedranno un costo medio della tariffa per veicolo per le parti importate di 4.911 dollari, superiore alla media del settore complessivo di 4.239 dollari per veicolo.
Per quanto riguarda i veicoli importati, lo studio ha rilevato che il costo medio della tariffa per veicolo è di 8.722 dollari per l'intero settore e di 8.641 dollari per le tre case automobilistiche di Detroit.
Le tariffe hanno spinto le case automobilistiche a modificare la produzione, con GM che ha aumentato quella di camion in uno stabilimento dell'Indiana e Stellantis che ha temporaneamente chiuso uno stabilimento in Messico e in uno in Canada, mosse che hanno interessato cinque impianti statunitensi ad essi collegati.