Ferrari, Vasseur: la domanda che tutti vorrebbero fargli ma nessuno osa

Al netto di quello che ci racconta Vasseur, Ferrari si barcamena in F1, sospinta senza posa dagli eventi circostanti. Un contesto inaccettabile da chi costruisce vetture che partecipano alla massima categoria e da quasi diciassette anni continua a perdere. Il tutto mentre McLaren allarga il suo dominio, Red Bull (senza Newey) si fa trascinare da […]

Mag 9, 2025 - 10:21
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Ferrari, Vasseur: la domanda che tutti vorrebbero fargli ma nessuno osa

Al netto di quello che ci racconta Vasseur, Ferrari si barcamena in F1, sospinta senza posa dagli eventi circostanti. Un contesto inaccettabile da chi costruisce vetture che partecipano alla massima categoria e da quasi diciassette anni continua a perdere. Il tutto mentre McLaren allarga il suo dominio, Red Bull (senza Newey) si fa trascinare da Verstappen restando aggrappata alla lotta al vertice e Mercedes, mediamente, è più forte e veloce di te. Questo il quadro della situazione.

F1, la scienza inesatta

I numeri piacciono alla gente. Leggere quanto ipoteticamente può valere un prossimo aggiornamento, quanto potrebbe andare di più una vettura senza il problema sofferto di qualsiasi natura, oppure quanto vantaggio in decimi serve a una monoposto per superarne un’altra se sta patendo la scia turbolenta di chi insegue. In linea generale parliamo di aria fritta, in quanto ogni singola situazione è determinata da vari parametri.

Facciamo qualche esempio per capire. Iniziamo con gli update. Sulla carta, o per meglio dire sui computer, un team stima il vantaggio che una novità può fornire. Ma essendo appunto un dato stimato, difficilmente corrisponde alla realtà. Specie se teniamo presente che in pista ci sono tanti fattori che al simulatore non possono essere calcolati. Stesso discorso per i guasti alla vettura come un problema aerodinamico.

Frederic Vasseur, TP Ferrari - F1
Frederic Vasseur e Riccardo Adami, rispettivamente team principal e ingegnere di pista della Ferrari

Grattacapo magari dovuto alla rottura di alcune parti dell’auto che, almeno in linea teorica, dovrebbero rallentare il ritmo. E invece quante volte abbiamo osservato danni che non hanno limitato quanto si pensava una macchina, dove gli ingegneri, assai sorpresi, si chiedevano come fosse possibile. Eppure è successo pure questo in F1. Anche per il tema scia turbolenta è lo stesso. Si dice che serva almeno un secondo per superare nel 2025.

Peccato che poi, analizzando il passo medio a fine gara, quindi parliamo dei dati relativi al ritmo raggiungibile da una monoposto, scopriamo che a qualcuno serve un secondo, ad altri un secondo e mezzo, mentre ad altri ancora bastano 3 decimi. Tutto questo per dire che gli stessi protagonisti, molto spesso, non hanno idea di come “maneggiare” i numeri di una vettura, specie se parlano dell’auto che conoscono a menadito.

L’ipotesi competitiva sulla SF-25

L’introduzione era funzionale al quesito che oggi proponiamo. Sin dall’inizio della campagna agonistica 2025, ascoltiamo un ritornello inerente la Ferrari che, almeno a livello personale, oltre a incuriosire e non poco, ha pure un po’ stufato. Parliamo del famoso potenziale ancora inespresso dalla SF-25. Un rendimento assopito, dormiglione, che proprio non ne vuole sapere di svegliarsi e fare presenza.

Evidentemente, i potenti calcolatori di Maranello, alla fine di ogni singola sessione, evidenziano questo fatto con fermezza. Dicono: “Ehi… osservando il tuo giro più veloce, hai ancora 3 decimi di margine se avessi estratto tutto il potenziale“. Il dato dei tre decimi era ipotetico, ovviamente. Stesso discorso per il passo gara, quando ascoltiamo stillare percentuali sul ritmo ipotetico di cui in pista, però, non vediamo nemmeno l’ombra.

Frederic Vasseur, TP Ferrari - F1
Charles Leclerc, a bordo della Ferrari SF-25 nel GP di Miami 2025

Per dare un senso allo scritto, proviamo a tirare le somme. Trarre alcune conclusioni, insomma. Gli scenari in questo caso potrebbero essere sostanzialmente tre. I primi due dando per buono quello che ci racconta Vasseur, quindi accettando che la Ferrari ha effettivamente del potenziale ancora inespresso. Il terzo, invece, boccia la supposta performance extra che di fatto non esisterebbe.

Quindi, riassumendo: se la prestazione bloccata non è una bufala e si intravede ogni volta che la SF-25 scende in pista, non saperla tirare fuori dipende dall’incapacità di piloti, tecnici e ingegneri. Se invece la supposta redditività bloccata della Rossa non esiste, vuol dire che gli strumenti utilizzati per fare i calcoli di fatto sbagliano, o comunque sia sono avvelenati da qualche tipo di problema relativo alla correlazione.

Ferrari, servono delle risposte

D’altra parte, non sarebbe la prima volta che un fatto del genere avviene F1. Una dimostrazione recente per corroborare i fatti potrebbe essere la seguente:non è che il pool di tecnici della Mercedes, quelli capaci di mettere in pista un dominio lungo otto anni, improvvisamente sono diventati scemi e non vedevano che le potenzialità del progetto “zero pod” erano errate. È chiaro che la correlazione offriva dati erronei.

Tornando alla Ferrari, vorremmo scoprire la verità. Farlo potrebbe essere piuttosto semplice. Basterebbe fare alcune domandine, in conferenza stampa o negli incontri con la televisione, al boss della gestione corse. Chiedergli prima di tutto a quanto ammonta l’ipotetica prestazione della Rossa che non si riesce ad estrarre. Domanda alla quale potrebbe seguire un altro quesito interessante.

Frederic Vasseur, TP Ferrari - F1
Il boss della Ferrari Frederic Vasseur

Il rendimento bloccato di cui si parla sempre, è visibile solamente nei calcolatori o prima o poi prenderà vita e verrà confermato in pista? Ancora: tirarlo fuori dal suo nascondiglio è possibile e avete già un’idea su quale area della monoposto si debba intervenire per svegliarlo, o state andando per tentativi? Potrebbero sembrare domande banali, ma siccome in 4 mesi di F1 nessuno le ha fatte, avere una risposta non sarebbe male…

Autore: Zander Arcari – @berrageiz 

Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV