Femminicidio Elisa Amato, la sorella: "La fondazione è una ferita ancora aperta"
“La sentenza del Tar riapre una ferita mai rimarginata. Il 26 maggio 2018 ci furono una vittima e un assassino. L'importante è che non passi il messaggio che il nome di un assassino possa essere utilizzato per fare propaganda sulla violenza di genere. Non è accettabile”. Così la sorella di Elisa Amato, uccisa da Federico Zini che non accettava la fine della relazione e che poi si suicidò. il padre del ragazzo ha sempre voluto creare una fondazione dedicata al figlio per sensibilizzare sulla violenza di genere. Ma l’opposizione della Regione Toscana bloccò l’iscrizione al registro delle onlus. Ora la decisione del Tar.
