Fed, tra attesa e incertezza: nessun taglio dei tassi, forse a giugno
Con i mercati che scommettono su un taglio dei tassi solo in estate, la Fed si prepara a un delicato gioco di equilibrio. IG Italia analizza le mosse attese della Fed tra rischi di stagflazione, tensioni geopolitiche e pressioni politiche. La banca centrale è pronta a intervenire per difendere l'occupazione anche a costo di far alzare l'inflazione.

"Nel meeting del 6-7 maggio, ci aspettiamo che la Federal Reserve mantenga invariati i tassi di interesse" – spiega Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia. "L'istituto centrale statunitense confermerà probabilmente l’approccio prudente del 'wait and see' in un contesto reso complesso da forti incertezze economiche e da crescenti rischi su entrambi i fronti del suo doppio mandato: la stabilità dei prezzi e la piena occupazione".
Secondo Diodovich, il mantenimento dei Fed Funds nel range 4,25%-4,50% appare ormai scontato dai mercati. "Questa pausa, iniziata a gennaio, consentirà alla Fed di osservare con maggiore attenzione l’evoluzione delle principali variabili macroeconomiche (disoccupazione, inflazione e crescita) prima di intervenire".
"Le aspettative di un taglio dei tassi a maggio sono molto basse", sottolinea Diodovich citando il CME FedWatch Tool, che assegna solo il 2% di probabilità a una mossa immediata. "Lo scenario cambia per il meeting di fine giugno, dove le probabilità di un allentamento monetario salgono al 35%".
Nel comunicato post-riunione, gli analisti si attendono segnali di un'economia in raffreddamento. "È probabile che venga abbandonato il riferimento al 'ritmo solido' di crescita, mentre i rischi saranno evidenziati su entrambi i lati del mandato: l'inflazione potrebbe salire a causa dei dazi, mentre il mercato del lavoro mostra segnali di indebolimento", osserva Diodovich.
La Fed, tuttavia, manterrà una "stance" dipendente dai dati macro, ribadendo la disponibilità a intervenire "se appropriato" a seconda delle evoluzioni future.
"Il quadro economico è cambiato drasticamente dall’ultima riunione di marzo", avverte Diodovich. "Dal Liberation Day del 2 aprile, con l'annuncio dei dazi reciproci tra Stati Uniti e Cina, la situazione è precipitata. Al momento l’impatto sull’economia reale è limitato, ma ci aspettiamo un aumento dei prezzi al consumo e una possibile frenata dell’occupazione".
Le previsioni non sono rassicuranti: "Stimiamo un forte calo degli occupati nei prossimi mesi, con un tasso di disoccupazione che potrebbe superare il 5%. È per questo che riteniamo che la Fed monitorerà con particolare attenzione il mondo del lavoro, riservandosi di intervenire con un taglio dei tassi se necessario".
Riguardo alle pressioni politiche, Diodovich chiarisce: "Le decisioni della Fed non dipendono da una singola persona, nemmeno dal presidente Jerome Powell. Il FOMC (Federal Open Market Committee) è un comitato di 12 membri e le decisioni vengono prese collegialmente".
Nonostante le tensioni tra l’amministrazione Trump e la Fed, Diodovich non prevede una svolta politica imminente: "La priorità per Powell e per gli altri membri del FOMC resterà quella di sostenere il mercato del lavoro, anche a costo di tollerare temporaneamente un'inflazione superiore ai target".
Conclude il Senior Market Strategist di IG Italia, "la Fed resterà alla finestra ancora per qualche tempo, mantenendo massima flessibilità. Anche se la direzione dei tassi sembra orientata verso un taglio, la presenza di rischi stagflazionistici rende improbabile un intervento prima dell’estate".