Fed, l’attesa per il taglio dei tassi non è ancora finita? Le previsioni degli analisti

Mentre Trump attacca nuovamente Powell, diversi analisti ritengono che il prossimo allentamento monetario potrebbe non avvenire con la prossima riunione.

Mag 8, 2025 - 15:55
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Fed, l’attesa per il taglio dei tassi non è ancora finita? Le previsioni degli analisti

La prima riunione della Federal Reserve da quando Donald Trump ha scatenato la sua tempesta sui dazi si è conclusa con la conferma dei tassi di interesse nell’intervallo 4,25%-4,50% e la dichiarazione del presidente, Jerome Powell, che non verranno fatti “tagli preventivi”, in uno scenario economico più complesso e con un’inflazione che potrebbe rialzare la testa.

Quando di più irritante per l’inquilino della Casa Bianca che oggi è tornato ad attaccare Jerome Powell, sempre tramite i social. “‘Troppo Tardi’, è uno stupido che non ha la minima idea di cosa sia. A parte questo, mi piace molto! Petrolio ed energia in forte calo, quasi tutti i costi (generi alimentari e uova) in calo, praticamente nessuna inflazione” scriveva il tycoon.

“Per il momento la Fed rimane in una fase attendista, aspettando che l'incertezza si dissolva”, scrive Ashish Shah, CIO of Public Investing di Goldman Sachs Asset Management, evidenziando come “gli ultimi dati sull'occupazione, migliori del previsto, hanno sostenuto la posizione attendista della Fed e ora spetta al mercato del lavoro indebolirsi a sufficienza per consentire una ripresa del ciclo di allentamento monetario”.

“Se, da un lato, ci si aspetta che i nuovi dazi spingeranno l'inflazione verso l'alto, dall'altro potrebbero essere compensati da un rallentamento dell'economia. I dati sulla disoccupazione, un indicatore chiave dell'andamento dell'economia, sono fermi al 4,2% per ora, ma un eventuale indebolimento potrebbe indurre la Fed a reagire”, secondo Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm. “La preoccupazione maggiore per gli investitori è il rischio di una stagflazione, ovvero il rallentamento della crescita e l'aumento dell'inflazione”, ha aggiunto.

Tuttavia, “qualsiasi indebolimento del mercato del lavoro potrebbe richiedere diversi mesi per emergere chiaramente, e riteniamo che sia più probabile che la Fed mantenga i tassi invariati anche nel meeting del prossimo mese”, avvisa Shah.

Secondo Flax, “è improbabile che la Fed si impegni in un percorso di riduzione dei tassi prima dell'8 luglio, quando cioè sono attesi scadere i 90 giorni di pausa dalle nuove tariffe. Ad oggi gran parte dell'incertezza non si è ancora trasmessa all'economia reale e, sebbene vi siano segnalazioni di carenza di scorte, non si è ancora verificata un'influenza materiale sui prezzi al consumo. I prossimi dati macroeconomici e soprattutto quelli relativi all'inflazione saranno fondamentali per definire le prospettive della Fed”.

Ray Sharma-Ong, responsabile Multi-Asset di Investment Solutions, spiega che “i dot plot di marzo 2025, che indicavano due tagli dei tassi per l'anno in corso, non rappresentano più un punto di riferimento per i mercati. La Fed, tenendo conto dell'aumentata incertezza, presenterà una nuova Sintesi delle Proiezioni Economiche insieme a un aggiornamento del dot plot nella riunione del FOMC di giugno 2025. Tuttavia, poiché la sospensione di 90 giorni imposta da Trump sulle nuove tariffe reciproche scadrà solo dopo quella riunione, l'8 luglio 2025, ci aspettiamo che i mercati interpretino il dot plot di giugno come un'indicazione molto prudente.

L'asticella per un taglio dei tassi si è alzata, proprio a causa del clima di maggiore incertezza. Questo rende più difficile per la Fed agire in via preventiva per sostenere la crescita economica, poiché il rischio di un'inflazione elevata - legato all'effetto dei dazi - resta significativo.

Poiché la Fed appare disposta a intervenire solo in presenza di un deterioramento dei dati concreti - come un aumento della disoccupazione accompagnato da dati deboli sul mercato del lavoro - un eventuale taglio dei tassi Fed sarà verosimilmente rinviato a dopo luglio 2025.

Tiffany Wilding e Allison Boxer, economiste di PIMCO, prevedono che la Fed resterà con le mani in mano per ancora qualche mese. “Nella dichiarazione della Fed si riconosce apertamente che questi cambiamenti nella politica commerciale hanno aumentato i rischi per entrambi gli aspetti del suo doppio mandato: i dazi rischiano di indebolire la crescita e di avere ripercussioni sul mercato del lavoro, anche se determinano un aumento dei prezzi. Se queste tendenze dovessero confermarsi nei dati che saranno pubblicati nei prossimi mesi (come prevediamo, nonostante gli ultimi dati sull'inflazione e sull'occupazione siano stati positivi), la Fed si troverà probabilmente in una situazione difficile”, hanno spiegato le due economiste.

Pertanto, secondo le esperte la Fed “attenderà a tagliare i tassi fino a quando non emergeranno prove concrete di un rallentamento nei dati sul mercato del lavoro, probabilmente non prima della fine dell'estate o dell'autunno. Una volta che tali evidenze si saranno manifestate, tuttavia, prevediamo che la Fed taglierà rapidamente i tassi per sostenere l'economia”.

“La buona notizia, per Trump e la platea scontenta delle colombe, è che, dopo un nulla di fatto che vedrà la Fed confermare lo status quo per ancora un bel po' di mesi”, almeno secondo PIMCO, “la Fed dopo non esiterà più, annunciando riduzioni dei tassi anche veloci, pur di blindare il PIL degli Stati Uniti”.