Dopo il no a Almirante, l’Anpi rilancia: “Via la cittadinanza onoraria a Mussolini”
Soddisfazione per la risposta dei cittadini con le firme e le 500 persone in piazza. Albori: “Un intreccio di scelte politiche rinviate o evitate. Nessuna chiarezza”

Massa, 9 maggio 2025 – La commissione toponomastica boccia l’intitolazione di una via a Giorgio Almirante, ma non chiude la discussione. Anzi, la decisione ha acceso i riflettori su un tema che continua a dividere e a mobilitare. Lo si è capito chiaramente durante la conferenza stampa indetta dall’Anpi nella propria sede, all’indomani di una manifestazione partecipata da oltre 500 persone in piazza e del voto contrario della commissione toponomastica del Comune di Massa, che con cinque voti a uno ha respinto la proposta sostenuta da Fratelli d’Italia.
Nel corso dell’incontro sono intervenuti numerosi rappresentanti del mondo associativo, sindacale e politico locale. Tra loro, Giancarlo Alibori presidente dell’Anpi provinciale, Elena Emma Cordoni per l’Anpi di Massa, Nicola Del Vecchio segretario generale della Cgil, il segretario di Rifondazione Comunista Domenico Guadagnucci, il consigliere regionale Giacomo Michelucci, Maria Chiara Bontempi, Maria Rosa Tornaboni, Daniele Terzoni, Maurizio De Lucia, Stefano Alberti ed Ergest Cobaj. L’attenzione si è concentrata su tre questioni rimaste irrisolte: la proposta di intitolazione a Sandro Pertini (comunque già decisa e approvata del Ponte Trieste), la cittadinanza onoraria ancora in essere a Benito Mussolini (conferita nel 1924) e, appunto, la bocciatura dell’intitolazione ad Almirante.
Giancarlo Alibori ha parlato di “un intreccio di scelte politiche rinviate o evitate” e ha criticato la mancanza di chiarezza da parte dell’amministrazione comunale. “Bastava dire che Pertini meritava una strada, che Mussolini non può restare cittadino onorario e che Almirante non rappresenta i valori della città. Non servivano grandi discorsi , solo una presa di posizione”. Elena Emma Cordoni ha sottolineato la partecipazione e la convinzione dei cittadini, definendola “un segnale preciso” di quanto certi temi siano ancora vivi nel tessuto della città. Ha parlato di “ambiguità colpevole” nelle risposte istituzionali e ha ribadito che la discussione sulla memoria non può essere trattata come un tema secondario o tecnico. “Quello che succede nel presente parte da come scegliamo di raccontare il nostro passato”, ha affermato.
Nicola Del Vecchio ha posto l’attenzione sulle modalità con cui il Comune ha scelto di non affrontare il nodo Mussolini: invece di revocare esplicitamente la cittadinanza onoraria, si è optato per una formula automatica legata alla morte del destinatario. “È un modo per non assumersi responsabilità”, ha commentato, auspicando un passaggio più netto e pubblico. Tra gli interventi anche quello di Stefano Alberti del Partito Democratico, che ha criticato duramente le parole del capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, accusato di aver usato toni sprezzanti nei confronti di Sandro Pertini e della Resistenza. Alberti ha chiesto al sindaco di chiarire la propria posizione, sottolineando che il continuo rinvio di un giudizio politico lascia spazio a interpretazioni ambigue. Ribadita, infine, la volontà di continuare a vigilare sulle prossime decisioni in materia di memoria pubblica e intitolazioni. L’attenzione resta alta e la discussione aperta.
Michele Scuto