Dom Perignon in crisi, Moet annuncia 1.200 licenziamenti

Il colosso di alcolici di lusso Moet Hennessy di proprietà dell'impero LVMH, ha annunciato tagli di personale per coprire le perdite, anche per il calo di vendite del Dom Perignon

Mag 17, 2025 - 16:42
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Dom Perignon in crisi, Moet annuncia 1.200 licenziamenti

Per Dom Perignon non è più tempo di brindisi. Moet Hennessy, produttore del noto e pregiato champagne francese, ha annunciato il taglio di 1.200 lavoratori per far fronte a perdite per 1,5 miliardi di euro registrate lo scorso anno.

Alla base della crisi del colosso di vino e liquori, di proprietà dell’impero del lusso LVMH, ci sarebbero la politica di aumenti aggressivi di prezzo e altre scelte discutibili prese dalla fine della pandemia dall’ex amministratore delegato Philippe Schaus, che ha lasciato il gruppo all’inizio del 2025.

La crisi di Moet

Secondo un esperto del settore, citato dal Financial Times, i vertici di Moet non sarebbero riusciti a prendere contromisure alla contrazione del comparto del lusso dopo il boom di vendite durante l’emergenza Covid.

Il gruppo che produce lo champagne Dom Pérignon e il cognac Hennessy è stato per anni redditizio per LVMH, ma nell’ultimo biennio quello degli alcolici è risultata la divisione con le peggiori prestazioni per crescita delle vendite del colosso del lusso.

Ad aprile le vendite di vini e liquori della multinazionale francese sono diminuite del 9% su base organica nel primo trimestre, rispetto a un calo del 3% dell’intero settore.

Il crollo mondiale di vendite delle bevande alcoliche non sarebbe sufficiente a spiegare da solo il crollo della maison Moet, passata da un miliardo di fatturato nel 2019 a un buco di bilancio da 1,5 miliardi nel 2024. Lo scorso anno gli utili dell’azienda sono scesi del 36%, attestandosi a quota 1,35 miliardi di euro.

Le mosse dell’ex Ceo

Come spiegato dagli esperti interpellati dal Financial Times, tra le cause della crisi di Moet rientrano anche gli aumenti percentuali a doppia cifra sui prezzi sia nel 2021 che nel 2022 decisi dall’ex Ceo Philippe Schaus, che hanno portato alla rivolta dei rivenditori.

Dal 2019 i prezzi di tutti i marchi del gruppo sono aumentati in media di oltre un terzo, con l’unico obiettivo di mantenere i margini di profitto, ma le vendite hanno fatto registrare un’inversione di tendenza.

Ad aggravare il quadro hanno contribuito anche alcune acquisizioni azzardate, volute da Schaus per affrancare Moet Hennessy dalla dipendenza da cognac e dallo champagne, che all’epoca rappresentavano oltre l’80% degli affari.

Operazione del valore complessivo di circa 2 miliardi di euro, tra cui l’acquisto nel 2021 del 50% delle quote del marchio di champagne di Jay-Z, Armand de Brignac, del marchio di rosé provenzale Minuty nel 2023 e dell’enologo della Napa Valley Joseph Phelps nel 2022, oltre al lancio di nuovi prodotti, tra cui la tequila Volcan e Eminente, un marchio di rum cubano.

Anche se LVMH gestisce la maggior parte delle operazioni attraverso un team centrale che riferisce al direttore finanziario, l’ex Ceo avrebbe avuto le mani libere in particolare sulle iniziative minori, che sarebbero però state bocciate dalla controllata.

A febbraio 2025, l’ex direttore finanziario di LVMH, Jean-Jacques Guiony, è stato nominato amministratore delegato di Moet Hennessy al posto di Schaus, mentre Alexandre Arnault, figlio del maggior azionista Bernard Arnault ed ex dirigente della gioielleria Tiffany, è stato nominato vice di Guiony.

Il nuovo Ceo ha affermato di star rivedendo il portafoglio di Moet Hennessy, soprattutto i marchi “aggiunti negli ultimi anni“, che anche se saranno mantenuti, i piani di crescita saranno ridimensionati e i costi tagliati nettamente.