Crisi respiratoria, ossigeno, trasfusioni: quanto sono gravi le condizioni del Papa? Le risposte dello pneumologo
Cosa significa il bollettino medico diffuso sabato sera dal Vaticano? I chiarimenti del prof. Lorenzo Corbetta L'articolo Crisi respiratoria, ossigeno, trasfusioni: quanto sono gravi le condizioni del Papa? Le risposte dello pneumologo proviene da Open.

Una crisi respiratoria grave e una trasfusione completa del sangue per riportare alla normalità i livelli delle piastrine e dei globuli rossi: è quanto emerge sulle condizioni di Papa Francesco sulla base del bollettino medico diffuso nel tardo pomeriggio di sabato 22 febbraio. Quanto è grave dunque la situazione?
La «crisi respiratoria asmatiforme» che ha colpito il Pontefice è simile a quanto avviene durante un broncospasmo, quando la muscolatura liscia che avvolge i bronchi si contrae eccessivamente, fino a causare il restringimento delle vie respiratorie, spiega all’Ansa lo pneumologo Lorenzo Corbetta, professore associato di malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Firenze. Quando si verifica una crisi respiratoria del genere, spiega Corbetta, di solito è diffusa all’intero albero bronchiale. Se poi, come si legge del bollettino medico del Vaticano, la crisi respiratoria è «prolungata nel tempo», si verifica una situazione di entità «moderato-grave che può causare ipoventilazione». Ciò significa che la respirazione non riesce né a fornire una quantità di ossigeno sufficiente, né a espellere una quantità sufficiente di anidride carbonica. Di conseguenza, i livelli dell’ossigeno nel sangue si abbassano. Una situazione che richiede terapie specifiche, a seconda delle condizioni specifiche del paziente.
La terapia per il Papa
L’applicazione di «ossigeno ad alti flussi» di cui si parla nel bollettino medico lascia pensare a un’insufficienza respiratoria importante. Si tratta, spiega Corbetta, di «una nuova metodica, diventata di routine durante la pandemia di Covid-19 e che dà risultati ottimi senza causare gli effetti collaterali che può dare la ventilazione meccanica». La tecnica, non invasiva, consiste nell’introdurre dal naso aria riscaldata, umidificata e arricchita di ossigeno, ed è comunemente utilizzata nei pazienti che possono respirare spontaneamente, ma che hanno bisogno di ossigeno a tassi di flusso più elevati. Nel bollettino medico si parla infine di «piastrinopenia associata a un’anemia» che ha richiesto «emotrasfusioni». Tradotto, si sono verificate sia una riduzione delle piastrine, che sono frammenti di cellule presenti nel sangue che contribuiscono al processo di coagulazione, sia la riduzione di globuli rossi, che hanno richiesto una trasfusione completa di sangue e non quella di componenti del sangue.
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