Costruire ponti: Enzo Siviero e la missione di unire il mondo con l'ingegneria e l'anima

lentepubblica.it Nel nostro mondo frammentato da conflitti, chiusure e divisioni, voler costruire ponti significa molto più che immaginare opere di ingegneria. Significa evocare connessioni, dialogo, bellezza e speranza. Enzo Siviero è un’autorità nel campo dei ponti reali, ma anche un visionario che li interpreta come simboli umani e culturali. Lo abbiamo intervistato e ci ha spiegato […] The post Costruire ponti: Enzo Siviero e la missione di unire il mondo con l'ingegneria e l'anima appeared first on lentepubblica.it.

Apr 18, 2025 - 12:15
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Costruire ponti: Enzo Siviero e la missione di unire il mondo con l'ingegneria e l'anima

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Nel nostro mondo frammentato da conflitti, chiusure e divisioni, voler costruire ponti significa molto più che immaginare opere di ingegneria. Significa evocare connessioni, dialogo, bellezza e speranza. Enzo Siviero è un’autorità nel campo dei ponti reali, ma anche un visionario che li interpreta come simboli umani e culturali. Lo abbiamo intervistato e ci ha spiegato il suo punto di vista sui ponti come opere ingegneristiche, tra cui il controverso Ponte sullo Stretto di Messina, e ponti figurati.

Chi è Enzo Siviero

Ingegnere, professore, Rettore dell’Università eCampus e fondatore della rivista Galileo. Direttore del Dipartimento di Costruzione dell’Architettura presso lo IUAV di Venezia e tra i massimi esperti di ponti in Italia. Tra le numerosissime attività svolte, ha ultimamente prestato la sua consulenza per la progettazione del “Ponte del Mare” di Pescara.

Qualcuno lo chiama “Bridgeman”, un soprannome che sembra uscito dal mondo dei supereroi, perchè Siviero ha dedicato la vita alla costruzione di ponti – sia fisici che simbolici – tra persone, culture e luoghi.

Afferma con convinzione:

“Fare ponti significa aprirsi agli altri. Dove colleghi luoghi, colleghi umanità. I ponti generano pace”.

Costruire ponti: non sono solo strutture ma atti d’amore

Per Siviero, la costruzione di un ponte parte da dentro. Non è solo calcolo, ma un gesto di cuore, di visione, quasi di poesia. Spiega:

“Non basta la razionalità. Serve coraggio, cuore e amore. La ragione è una gabbia, il cuore pulsa e ti guida”

Questa filosofia umanistica applicata all’ingegneria è ciò che rende unico il suo approccio. I ponti, dice, vanno prima immaginati e solo poi calcolati. Prima viene l’intuizione, poi la verifica tecnica.

Ponti come simboli di bellezza e identità

Non tutti i ponti sono uguali. “Un ponte è bello quando si inserisce armoniosamente nel paesaggio. Un viadotto è solo funzionale”, distingue Siviero. I ponti storici, costruiti con pietra o legno, possedevano un’anima, una bellezza che oggi è spesso sacrificata a favore della funzione. “Serve tornare a progettare con sensibilità, non solo con il software.”

Per i giovani che sognano di seguire le sue orme, il suo consiglio è chiaro: studiare la storia, visitare i ponti, osservarli come opere d’arte.

“I ponti vanno anche guardati da sotto, come si guarda una Venere. Sono architetture nude, pure. È un gesto d’amore.”

Costruire ponti insegna a collegare

Siviero crede profondamente nel potere educativo dei ponti. Per lui, ogni studente è un progetto in potenza. Ha guidato oltre 750 tesi di laurea, cercando di infondere la sua “pontite“, come chiama la sua passone:

“Chi parla con me per venti minuti, poi vede i ponti in modo diverso”.

Questa “malattia” del costruire non si ferma al cemento: è un virus positivo che spinge a vedere il mondo in termini di connessione, e a sognare un’architettura che unisce, non separa.

“Il ponte più potente è quello tra un uomo e una donna che si amano. Genera la vita. Ecco cosa deve fare un ponte.”

Il Ponte sullo Stretto di Messina: sogno, visione e sfida

Il tema più caldo, oggi, è il ponte sullo Stretto di Messina. Una visione discussa, criticata, sognata da decenni. Per Siviero è una sfida necessaria:

“un ponte mitologico, dove Scilla e Cariddi si stringono la mano, dove la Fata Morgana fa emergere un’opera che esisteva già nell’immaginario antico”.

Siviero affronta punto per punto le critiche: dai problemi sismici (“inesistenti, basta vedere il Golden Gate di San Francisco”), al vento (“progetto verificato per il doppio delle massime raffiche registrate”), fino agli impatti ambientali (“niente piloni in mare, niente danni ai fondali”). Afferma:

“Il ponte sullo stretto oggi è un’opera pensata per durare 200 anni, con tecnologie di ultima generazione e un team di progettisti di livello mondiale”.

Un’opera che cambierebbe il Sud

Per Enzo Siviero, nella progettazione e realizzazione del ponte sullo stretto di Messina oltre la tecnica c’è una questione fondamentale: il ponte come motore di sviluppo. Spiega:

“Non è solo una struttura. È una metropoli dello stretto. È Messina e Reggio Calabria che finalmente si uniscono. Con il ponte arrivano infrastrutture, lavoro, turismo, visibilità internazionale. Il brand Ponte di Messina diventa un’icona come la Torre Eiffel o il Golden Gate, ma con più storia alle spalle”.

Siviero ricorda che Italia è un nome nato in Calabria. Il ponte sullo Stretto rappresenterebbe una ricucitura profonda, emotiva e culturale di un’Italia spesso divisa:

“È il momento di superare ideologie e paure: i ponti non sono di destra o di sinistra, sono di tutti. E io, uomo del Nord, ho il cuore che batte a Sud”.

Intelligenza Artificiale e ponti del futuro

Anche l’ingegneria si evolve, e Siviero non ha paura di abbracciare le nuove tecnologie. Sta già sperimentando l’uso dell’intelligenza artificiale per trasformare ponti brutti in opere migliori:

“L’AI può elaborare soluzioni in pochi minuti. Ma ci vuole il cuore per scegliere quella giusta. L’uomo deve restare al centro”.

Quindi la tecnologia al servizio dell’uomo e della sua insostituibile creatività, sempre considerandolo al centro del sistema di relazioni e attività per l’appunto umane, condivise, sociali. Per Siviero il futuro è fatto di ponti intelligenti, vivi, in simbiosi con l’ambiente e le persone:

“Bisogna vedere il ponte come spazio da vivere, da attraversare lentamente, da contemplare. Non solo da percorrere in macchina.”

Oltre l’oltre: una visione filosofica

Il motto di Siviero è “andare oltre l’oltre”. Non è solo un ingegnere, ma un filosofo del costruire. Cita Schopenhauer, Nietzsche, Samonà. Per lui, costruire ponti è un atto umanistico, poetico, spirituale. È generare armonia nel caos del mondo contemporaneo:

“Il ponte è come un nonno: resta lì per generazioni. È un testimone del tempo. Se lo fai male, ci vivono male tutti. Se lo fai bene, è un regalo all’umanità.”

Conclusione: l’importanza di costruire ponti

In un’epoca in cui tutto sembra dividere, costruire ponti è un atto rivoluzionario. E non solo di acciaio e cemento, ma di empatia, visione, cultura. Enzo Siviero ci ricorda che ogni ponte è un gesto di fiducia. È la volontà di incontrarsi a metà strada. È il coraggio di mettere il cuore oltre l’ostacolo.

In un mondo sempre più diviso da barriere e muri, abbiamo bisogno di ponti. Veri, forti, belli. E soprattutto umani.

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