Consumiamo come se avessimo tre pianeti: Italia già in deficit ecologico. Oggi l’Overshoot day
Se tutti consumassero energia, acqua, cibo e altre risorse come gli italiani, da oggi la Terra sarebbe in deficit ecologico. Dopo aver “esaurito” tutte le risorse naturali a disposizione per l’intero anno a livello globale, consumando più di quanto il Pianeta sia in grado di rigenerare, si inizierebbero a intaccare quelle “previste” per il 2026, […] L'articolo Consumiamo come se avessimo tre pianeti: Italia già in deficit ecologico. Oggi l’Overshoot day proviene da Il Fatto Quotidiano.

Se tutti consumassero energia, acqua, cibo e altre risorse come gli italiani, da oggi la Terra sarebbe in deficit ecologico. Dopo aver “esaurito” tutte le risorse naturali a disposizione per l’intero anno a livello globale, consumando più di quanto il Pianeta sia in grado di rigenerare, si inizierebbero a intaccare quelle “previste” per il 2026, degradando e danneggiando gli ecosistemi. A poco o nulla è servita la lezione della pandemia. Nel 2025, mentre il negazionismo sui temi ambientali è sempre più dilagante, l’Overshoot Day italiano cade il 6 maggio. Lo segnala il Global Footprint Network, ricordando che il deterioramento e il consumo delle risorse naturali procede a un ritmo insostenibile. La data di quest’anno anticipa anche quella, già non rassicurante, dello scorso anno, il 19 maggio. Resta il fatto che servirebbero tre pianeti per permettere a tutto il mondo di vivere come in Italia, Francia o Germania. Nell’ambito della sua campagna Our Future e come monito in questa giornata, il Wwf lancia a tutti un allarme: “Spetta solo a noi il compito di invertire la rotta (prima di tutto culturale) e abbandonare stili di consumo che ignorano il senso del limite”. “Esaurire le risorse ecosistemiche di un anno è come spendere più di quanto si guadagna. L’impronta ecologica – spiega Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del Wwf Italia – è il denaro che spendi: ogni attività (mangiare, usare energia, costruire, viaggiare) consuma risorse naturali, proprio come se prelevassi dal tuo conto in banca”.
Da anni l’umanità vive “in debito” – Ma i Paesi del mondo non hanno tutti la stessa disponibilità di risorse. Bangladesh, Israele o Ruanda, per esempio, hanno circa un quarto di ettaro globale per abitante. Francia, Austria, Irlanda e Cile si aggirano intorno ai 3 ettari globali per abitante. Svizzera e Italia, invece, hanno circa un ettaro globale per persona. Gli ettari globali sono ettari con una produttività media mondiale, tenendo conto delle diverse capacità produttive dei vari tipi di terreno nelle diverse parti del Pianeta: “Sono il modo per misurare quante risorse naturali usiamo – spiega l’associazione – e quante ne può fornire la Terra così da calcolare in modo uniforme quanta natura consumiamo (impronta ecologica) e quanta ne abbiamo a disposizione (biocapacità)”. La proiezione per l’Italia riflette un trend negativo che va avanti da molti anni e che riguarda tutte le nazioni sviluppate. L’umanità da anni vive quindi “in debito”: ci vorrebbero 1,7 Pianeti per soddisfare i bisogni della popolazione mondiale.
In Italia l’impronta ecologica è quattro volte la biocapacità disponibile – Rispetto a questa media globale, gli abitanti di un Paese come l’Italia, così come anche della Germania e della Francia, hanno un’impronta ecologica quattro volte la biocapacità disponibile. Se tutti consumassero come gli abitanti degli Stati Uniti servirebbero 5 Pianeti, tant’è che gli Usa hanno avuto il loro Overshoot Day il 15 marzo di quest’anno. Il risultato è che stiamo collettivamente sottoponendo la Terra a una pressione sempre maggiore. “La biocapacità è il tuo stipendio annuale: rappresenta le risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. Se spendi meno di quanto guadagni, sei in equilibrio. Ma se le spese superano le entrate, entri in deficit. Lo stesso vale per il Pianeta” aggiunge Alessi. Tra l’altro, già al 23 marzo 2025, l’Italia aveva esaurito tutte le risorse che il territorio nazionale è in grado di generare in un anno (Deficit Day). Significa che non si arriva nemmeno alla metà dell’anno prima di esaurire il ‘budget’ naturale. “È fondamentale un impegno concreto da parte di istituzioni, aziende e cittadini per ridurre l’impronta ecologica italiana. Tra le azioni necessarie – spiega il Wwf – vi sono il miglioramento dell’efficienza energetica, la riduzione degli sprechi, il cambiamento verso una dieta più sana e sostenibile (più vicina alla Dieta Mediterranea, ormai più un simbolo che una pratica quotidiana nella vita degli italiani), la promozione di un’economia circolare e una maggiore tutela degli habitat e della biodiversità”.
Il ruolo del 10% più ricco della popolazione mondiale – La sicurezza ecologica del Pianeta è messa a rischio soprattutto dai consumi della parte più agiata della popolazione mondiale. Secondo una ricerca pubblicata su Nature a fine 2024, il 10% della popolazione più ricca è responsabile del 43% delle emissioni globali di carbonio, del 18,5% del consumo di acqua dolce e per oltre il 25% dell’immissione di azoto e fosforo. All’opposto, il 10% della popolazione più povera contribuisce per circa meno del 5% agli stessi indicatori. Secondo lo studio, se l’uso di energia da fonti fossili aggrava il cambiamento climatico, i consumi alimentari e, in particolare, di alimenti di origine animale, hanno un impatto enorme sui cicli di azoto e fosforo, sul consumo di acqua dolce, nonché sulla perdita di biodiversità.
Immagine European space agency
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