Concordato, minimi rivisti
Il ministero dell’economia fissa i “minimi” per il concordato preventivo biennale 2025: giù le proposte per notai, commercialisti ed avvocati. Sale invece il reddito minimo offerto a ingegneri, psicologi e amministratori di condominio. Tra le imprese si incrementa la proposta più bassa offerta a tintorie, ristoranti, bar, hotel, b&b e affittacamere mentre si abbassa quella […] L'articolo Concordato, minimi rivisti proviene da Iusletter.

Il ministero dell’economia fissa i “minimi” per il concordato preventivo biennale 2025: giù le proposte per notai, commercialisti ed avvocati.
Sale invece il reddito minimo offerto a ingegneri, psicologi e amministratori di condominio.
Tra le imprese si incrementa la proposta più bassa offerta a tintorie, ristoranti, bar, hotel, b&b e affittacamere mentre si abbassa quella per le attività di trasporti, meccanici, farmacie ed edicole.
Questi sono i dati presenti nell’allegato 1 del Decreto Ministeriale del 28 aprile 2025 per l’approvazione della metodologia di calcolo della proposta relativa al concordato preventivo biennale per gli anni 2025-2026 in cui sono stati definiti i nuovi valori minimi settoriali ovvero l’ammontare al di sotto del quale l’eventuale proposta del fisco non può andare.
I valori minimi della proposta. Per determinare la proposta di reddito da concordato preventivo biennale vengono considerate le rettifiche derivante da eventuali “insufficienze” agli indicatori Isa, lo storico reddituale triennale del contribuente, le rivalutazioni con proiezioni macroeconomiche e il valore risultante viene poi paragonato con i valori di riferimento minimi settoriali.
Uno dei concetti base per la formulazione della proposta è infatti che il reddito “offerto” all’impresa o al professionista non deve essere inferiore allo stipendio che gli stessi corrispondono (o corrisponderebbero) ai propri dipendenti.
Nell’allegato viene indicato che, con riferimento allo specifico settore di attività del richiedente, viene analizzata la distribuzione della spesa media per dipendente individuando, in prima battuta, come valore minimo di riferimento settoriale il primo quartile della relativa distribuzione al netto dei contributi previdenziali e se la quantificazione del reddito definito dai passaggi metodologici poc’anzi citati (adeguamento indicatori + storico reddituale + rivalutazione) per l’attività economica esercitata dal contribuente risulti inferiore al livello settoriale di riferimento della spesa di lavoro dipendente, viene preso come riferimento reddituale tale valore minimo.
In poche parole se il reddito dichiarato da un soggetto che vuole aderire al concordato preventivo biennale è di 10.000 euro ed il minimo settoriale è di 15.000 euro, in fase di adesione la proposta non scenderà al di sotto dei 15mila euro fissarti nel decreto.
I minimi settoriali aggiornati. I minimi dello scorso anno rilevavano come una delle proposte più elevate era formulata nei confronti della imprese che svolgevano attività di farmacie a cui il fisco riservava un minimo di 25.912 euro.
L’aggiornamento 2025 rivede per queste imprese l’offerta a ribasso, seppur di poco, fissandola a 25.390 euro.
Beneficiano dei nuovi minimi anche una serie di professionisti ovvero notai, avvocati e commercialisti a cui viene proposto un minimo 2025 più basso di quello 2024.
Ad incrementarsi sono invece le proposte minime formulate ad estetisti il cui reddito passa da 13373 euro a 13917 euro, agenzie di mediazione immobiliari con proposta (minima) che sale da 19.611 euro a 20.074 euro e macellai con offerta più bassa che si incrementa da 18.639 euro a 19.067 euro.
Salgono anche le proposte per la ristorazione commerciale (che passa con minimo di 18.237 a 18.451 euro) e quelle a bar, gelaterie e pasticcerie (con minimo 2025 di € 17.701 rispetto ai 17.608 dello scorso anno).
In linea generale si può attestare che non si è operato con aumenti o diminuzioni generalizzati ma ogni valore risulta ad hoc per lo specifico settore di attività.
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