Come sta e cosa fa l’Europa dopo le sberle di Vance
Umori, malumori e commenti dei leader europei dopo il discorso di Vance a Monaco. Estratto dal Mattinale europeo

Umori, malumori e commenti dei leader europei dopo il discorso di Vance a Monaco. Estratto dal Mattinale europeo
Il vertice ristretto sull’Ucraina che Emmanuel Macron ha convocato oggi a Parigi dimostra che l’Unione europea non è più adatta alla nuova era che si è aperta, dopo le 100 ore durante le quali gli Stati Uniti di Trump hanno dichiarato un divorzio transatlantico non consensuale. L’incontro sarà in formato ristretto: non tutti i Ventisette leader degli Stati membri saranno presenti. Per contro, è prevista la partecipazione del premier britannico, Keir Starmer, che ieri ha annunciato la disponibilità a inviare soldati in Ucraina per contribuire alle garanzie di sicurezza in caso di accordo di pace.
IL SOSTEGNO EUROPEO AL’UCRAINA
I limiti imposti dai trattati, la lentezza decisionale delle istituzioni, le priorità divergenti degli stati membri e le divisioni ideologiche dei leader nazionali rendono l’Ue obsoleta, nel momento in cui gli europei devono decidere se sostenere l’Ucraina in caso di rifiuto di Volodymyr Zelensky di un accordo imposto da Donald Trump e Vladimir Putin. “L’Ue in quanto tale non ha gli strumenti militari. Quelli finanziari possono essere bloccati dai veti di Viktor Orban. Alcuni leader sostengono apertamente o sono vicini a Trump e Putin”, ci ha spiegato un diplomatico europeo: “Siamo entrati nello scenario in cui non possiamo più aspettare se alcuni paesi non vogliono o non possono sostenere l’Ucraina”. Per gli europei, questa è l’ora delle coalizioni dei volenterosi sull’Ucraina.
LA REAZIONE DI TUSK
La reazione del primo ministro polacco Donald Tusk a ciò che è accaduto tra mercoledì e sabato per le relazioni transatlantiche mostra la portata delle conseguenze delle azioni dell’Amministrazione Trump. Mercoledì mattina il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, ha annunciato il disimpegno dall’Ucraina e dall’Europa e una serie di concessioni preventive a Putin. Mercoledì sera il presidente americano, Donald Trump, ha annunciato negoziati immediati con Putin alle spalle dell’Ucraina e degli europei. Venerdì il vicepresidente JD Vance ha attaccato le democrazie europee dal palco della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, sostenendo apertamente l’estrema destra. Sabato l’inviato speciale per l’Ucraina, Keith Kellogg, ha annunciato che gli europei non saranno parte dei negoziati.
La Polonia è tra i paesi più atlantisti dell’Ue. Per Varsavia era impensabile non essere al fianco degli Stati Uniti. “Ucraina, Europa e Stati Uniti devono essere completamente uniti”, ha scritto Tusk giovedì pomeriggio. Sabato mattina niente più appelli all’unità transatlantica. “L’Europa ha urgente bisogno di un suo piano d’azione sull’Ucraina e la nostra sicurezza, altrimenti saranno altri attori globali a decidere del nostro futuro”, ha detto Tusk: “Questo piano deve essere preparato ora. Non c’è tempo da perdere”. Poche ore dopo è stato annunciato il vertice di Parigi.
IL DISCORSO DI VANCE ALLA CONFERENZA SULLA SICUREZZA DI MONACO
Alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco lo shock era evidente nei volti e nelle parole dei delegati. Il discorso di JD Vance è stato paragonato a quello di Vladimir Putin sullo stesso palco del 2007, che aveva annunciato il revanscismo della Russia. L’anno successivo il presidente russo avviò la riconquista militare dello spazio ex sovietico con l’invasione della Georgia, a cui seguì nel 2014 l’annessione della Crimea e l’intervento nel Donbass ucraino.
“JD Vance ci ha fatto sapere che intende distruggere l’ordine internazionale e la stessa Ue”, ci ha detto un delegato della Conferenza di Monaco. I piani delineati da Hegseth per l’Europa implicano la fine dell’ombrello di sicurezza della Nato. Finché la Russia è impantanata nella guerra in Ucraina, le probabilità di un attacco diretto sono basse. Ma in caso di cessate il fuoco la Russia sarà in grado di riorganizzarsi. A Monaco Zelensky ha avvertito che Putin sta preparando 150 mila soldati in Bielorussia, che potrebbero essere diretti verso i paesi dell’Ue. In gioco, non c’è solo l’Ucraina, ma la sicurezza di tutta l’Europa.
I PROSSIMI PASSI DELL’EUROPA
Alla riunione di Parigi ci saranno i leader dei grandi paesi dell’Ue (Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia), i rappresentanti dei nordici e dei baltici (Paesi Bassi e Danimarca), nonché il Regno Unito (che è fuori dall’Ue). Ci saranno anche il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il segretario generale della Nato, Mark Rutte. Gli otto paesi sono quelli che hanno più capacità militari e uomini in uniforme da impegnare a favore dell’Ucraina.
Alcuni primi ministri avevano chiesto la convocazione di un vertice straordinario dell’Ue. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, a Monaco ha avviato delle consultazioni, ma è giunto alla conclusione che non sarebbe stato utile. Il rischio era quello di inviare un messaggio controproducente di divisione sul sostegno all’Ucraina e sulla strategia da seguire con Trump. Convocare il Consiglio europeo non ha senso “se servono a ridire la stessa cosa del ritiro informale del 3 febbraio o senza essere sicuri di un risultato”, ci ha detto un diplomatico di uno Stato membro.