Cina e Stati Uniti non possono scappare dalle regole economiche
Siamo sicuri che il recente accordo tra Stati Uniti e Cina rappresenti una de-escalation significativa nel conflitto commerciale? Tognoli individua tre punti chiave da mettere in luce.A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

Inflazione della Francia YoY di aprile in uscita oggi alle 8:45 (stima +0.8%, invariata rispetto a marzo), mentre alle 11:00 sono attese la seconda lettura del PIL QoQ del 1Q25 dell’Europa che non dovrebbe scostarsi molto dal +0.4% della lettura flash (che porterebbe il tendenziale annuo al +1.2%, invariato rispetto al 4Q24) e la produzione industriale MoM di marzo (stima +1.7% contro +1.1% di febbraio).
Alle 14:30 sono in uscita una serie di dati importanti statunitensi: le richieste di sussidi settimanali alla disoccupazione (stima 229k contro 228 k della scorsa settimana), i prezzi alla produzione MoM di aprile (stima +0.2% contro -0.4% di marzo) e il PhyllyFed di maggio (stima -9.9% contro -26.4 di aprile). Alle 15:15 è invece attesa la produzione industriale MoM di aprile (stima +0.2% contro +0.3% di marzo).
Seconda lettura dell’inflazione YoY della Germania di aprile, pari a +2.1%, in linea con la lettura flash, così come quella dell’inflazione YoY della Spagna, pari al +2.2%.
Siamo sicuri che il recente accordo tra Stati Uniti e Cina rappresenti una de-escalation significativa nel conflitto commerciale? Crediamo che ci siano almeno tre punti chiave da mettere in luce. Il primo, ribadisce che le rigide regole economiche che abbiamo più volte segnalato influenzeranno la politica economica. In secondo luogo, i dazi probabilmente causeranno ulteriori contrazioni dell'attività trimestrale dovute all'offerta, ma l'impatto cumulativo sull'attività complessiva nel 2025 potrebbe essere più limitato di quello che pensano gli investitori e i mercati stiano scontando. Last but not least, l'accordo fornisce un'idea di dove si stabilizzerà l'aliquota tariffaria effettiva statunitense. Ci sentiamo comunque di mantenere un atteggiamento proattivo nei confronti del rischio, monitorando da vicino i report sugli utili aziendali per individuare opportunità specifiche.
Il taglio di 90 giorni dei dazi tra Stati Uniti e Cina dimostra, se ce ne fosse bisogno, una rigida regola economica che plasma la politica: le catene di approvvigionamento non possono essere riorganizzate rapidamente senza interruzioni. Ciò si riflette nell'obiettivo esplicito di entrambe le nazioni di evitare il "disaccoppiamento" economico.
Continuiamo comunque a pensare che i dazi aumenteranno l'inflazione e danneggeranno la crescita economica, con effetti di tipo recessivo nei prossimi trimestri. Le stime degli utili spesso subiscono tagli drastici in caso di calo dell'attività. Gli analisti hanno già ridotto le previsioni di crescita degli utili dell'indice S&P 500 dal 14% di gennaio all'8,5% attuale, un calo leggermente maggiore rispetto a un anno medio. Tuttavia, l'impatto cumulativo sull'attività complessiva nel 2025 potrebbe essere, come dicevamo, più limitato. Stimiamo che l'aliquota tariffaria effettiva media negli Stati Uniti potrebbe attestarsi intorno al 10-15%, in aumento rispetto all'inizio del 2025, ma con un'interruzione economica più gestibile.
Mentre monitoriamo l'evolversi dell'impatto dei dazi, siamo convinti che occorra comunque analizzare più da vicino i diversi report sugli utili del 1Q25. Lo spostamento della produzione negli Stati Uniti o in paesi con condizioni migliori con gli Stati Uniti è stato discusso per la prima volta in tutte le conference call sugli utili del primo trimestre e molte aziende sembrano pronte ad accettare costi di input più elevati con l'adeguamento delle catene di approvvigionamento. Le ultime stime prevedono che i dazi incideranno sugli utili netti di circa il 5%.
Il 60% delle aziende statunitensi che stanno aggiornando i propri piani di spesa, si attestano ora al di sotto delle previsioni di consenso, in aumento rispetto al 40% di inizio anno, ma comunque al di sotto del 71% colpito dalla pandemia (secondo i dati di Bank of America e FactSet). Eppure, le opportunità sembrano persistere in alcuni settori. Le grandi aziende tecnologiche, ad esempio, stanno riaffermando o aumentando gli investimenti legati all'intelligenza artificiale. E i risultati del primo trimestre mostrano che le aziende statunitensi partono da una posizione di forza.
Se ci spostiamo in Europa, vediamo come i piani di spesa per infrastrutture e difesa abbiano portato gli indici azionari dei principali ai massimi di periodo (in alcuni casi la Germania, storici). Tuttavia, l'attuazione di tali piani è fondamentale, e il limitato supporto della coalizione al nuovo cancelliere tedesco evidenzia potenziali ostacoli. Lo Stoxx 600 europeo, per esempio, ha registrato una performance sostanzialmente in linea con l'S&P 500 dall'annuncio dei dazi del 2 aprile e le stime degli utili europei per il 2025 sono scese al 3,5% dall'8% di gennaio. Eppure, questo maschera la divergenza. I titoli finanziari sono in rialzo di oltre il 20% quest'anno, grazie a rendimenti costantemente elevati e a solidi bilanci aziendali e familiari.
Quello che ci sentiamo di sostenere è che i cambiamenti strutturali richiedono selettività e tempo per essere realizzati e vederne gli effetti. Quello che nel tempo ha sempre mostrato risultati importanti è la diversificazione, geografica e settoriale.
L'oro per esempio ha rappresentato una protezione migliore contro i rischi geopolitici rispetto ad altri tradizionali beni rifugio dal 2 aprile. Ha registrato un'impennata, mentre i titoli del Tesoro USA a lungo termine e il dollaro USA sono – insolitamente – scivolati insieme alle azioni, come mostrano i dati di Bloomberg. Con la nuova regolamentazione, le banche statunitensi potranno presto trattare l'oro come un asset di alta qualità nei loro bilanci. Ciò potrebbe stimolare la domanda e rendere l'oro uno degli investimenti fondamentale.