Ciao Simone, ci mancherai. L’abbraccio e i tanti ricordi: "Una persona splendida"

Nozzoli, giornalista appassionato del mestiere, aveva iniziato a Prato la carriera . Oltre dieci anni in redazione poi nella sede di Firenze. L’amore per lo sport.

Apr 17, 2025 - 05:55
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Ciao Simone, ci mancherai. L’abbraccio e i tanti ricordi: "Una persona splendida"

Non ha perso la forza di sorridere e di incoraggiare gli altri fino all’altro giorno. Simone Nozzoli non era solo una brava persona come poche se ne incontrano nella vita. Era molto di più: babbo e marito esemplare, innamorato della famiglia che aveva tirato su e della famiglia in cui era cresciuto; la mamma, la sorella, il babbo, che aveva perso alcuni anni fa. Era molto di più: per molti un punto di riferimento, di quelli che ci sono sempre, su cui contare per una parola, un consiglio, una battuta. Era molto di più: un grande professionista, giornalista con la schiena drittissima, appassionato del suo lavoro e rispettoso del mestiere tanto da dire stop quando certe consuetudini rischiavano di venire meno. Era molto di più: era uomo di sport raccontandolo sul giornale e incarnandone i valori. Tennista prima e golfista convinto poi. Sempre a testa alta, rispettoso dei vinti e moderato nelle vittorie.

Simone Nozzoli a 61 anni se n’è andato lasciando un grandissimo ricordo nel dolore più profondo: era un nostro giornalista, un simbolo della grande famiglia de La Nazione. Aveva lavorato nella redazione di Prato per oltre un decennio appena assunto, poi in Cronaca di Firenze e nella redazione sportiva. Per il calcio seguiva la Fiorentina e non solo, e scriveva, tra i primi in Italia, una rubrica sugli arbitri. Cordoglio per la scomparsa di Simone Nozzoli è stato espresso da Odg, Ast e Ussi della Toscana che lo ricordano come "giornalista e persona sensibile". Simone si era impegnato anche negli organi di categoria, fino a diventare, per un quadriennio, vicepresidente nazionale dell’Ussi. "Restano indimenticabili il suo sorriso e la sua disponibilità, sul lavoro e fuori. Alla moglie Tiziana e al figlio Andrea, in questo momento di grande dolore, giungano l’affetto e la vicinanza di tutti coloro che l’hanno conosciuto, apprezzato, stimato".

Nella redazione di Prato era arrivato da praticante alla fine degli anni Ottanta, poi ci aveva passato oltre dieci anni. Il suo primo capocronista è stato Piero Gherardeschi. Si calò subito nella realtà cittadina seguendo più settori e in particolare la cronaca bianca. Il talento e la passione si dimostrarono nel corso degli anni pratesi (lavorò anche con altri capicronisti tra cui Piero Ceccatelli) tanto che Gherardeschi lo volle a Firenze con lui. Lavorò poi in Cronaca di Firenze e nella redazione sportiva.

Lo ricorda con grande affetto tutta la redazione pratese de La Nazione in cui ha lasciato traccia dei suoi valori e tanti bellissimi ricordi. Alla famiglia l’abbraccio più grande. Il funerale oggi alle 10 nella chiesa di San Francesco a Paternò, in via di Terzano, a Bagno a Ripoli.