Cammino di San Vicinio: tappe, storia e consigli pratici
Il Cammino di San Vicinio è un percorso ad anello di circa 330 km che attraversa le bellezze naturali e spirituali dell’Appennino tosco-romagnolo. In 16 tappe, con partenza e arrivo a Sarsina, conduce il pellegrino tra eremi, santuari, borghi medievali e foreste silenziose.

Il Cammino di San Vicinio è un itinerario ad anello che si sviluppa tra Emilia-Romagna e Toscana, attraversando un paesaggio variegato che spazia dai boschi appenninici ai borghi medievali. Lungo circa 330 km, il percorso segue le orme di San Vicinio, vescovo di Sarsina vissuto tra il III e IV secolo, noto per la sua opera di evangelizzazione e per le guarigioni spirituali attribuitegli.
È un cammino spirituale, naturalistico e culturale, che unisce la bellezza della natura al silenzio della riflessione interiore, passando per luoghi carichi di storia e spiritualità.
La storia del cammino
Il Cammino prende il nome da San Vicinio, figura centrale della devozione romagnola. Vescovo della diocesi di Sarsina, è ricordato per la sua fede incrollabile, il suo ascetismo e le pratiche esorcistiche. Alla sua figura è legato il celebre collare benedetto, ancora oggi usato nei riti di liberazione spirituale.
Il percorso attuale è nato con l’intento di valorizzare il territorio e promuovere un’esperienza di pellegrinaggio che ripercorresse idealmente i luoghi toccati dal Santo. L’itinerario è strutturato ad anello con partenza e arrivo a Sarsina, e rappresenta una testimonianza viva del legame tra fede, natura e cultura.
Le tappe del cammino
Il Cammino di San Vicinio è suddiviso in 16 tappe, ciascuna con caratteristiche altimetriche diverse. Di seguito l’elenco con distanza, dislivelli e tempo medio di percorrenza:
- Tappa 1: Sarsina – Quarto (20,5 km, 867 m D+, 862 m D-, 6h e 30′)
- Tappa 2: Quarto – Acquapartita (15,6 km, 815 m D+, 454 m D-, 5h e 10′)
- Tappa 3: Acquapartita – Bagno di Romagna (17,1 km, 493 m D+, 799 m D-, 5h e 45′)
- Tappa 4: Bagno di Romagna – Camaldoli (20,6 km, 1242 m D+, 945 m D-, 7h e 30′)
- Tappa 5: Camaldoli – Badia Prataglia (8,1 km, 470 m D+, 555 m D-, 3h)
- Tappa 6: Badia Prataglia – La Verna (23,2 km, 1062 m D+, 879 m D-, 7h e 30′)
- Tappa 7: La Verna – Verghereto (17,6 km, 713 m D+, 1035 m D-, 6h)
- Tappa 8: Verghereto – Balze (13,5 km, 734 m D+, 496 m D-, 4h e 30′)
- Tappa 9: Balze – Sant’Agata Feltria (22,2 km, 574 m D+, 1073 m D-, 7h)
- Tappa 10: Sant’Agata Feltria – Montefiffi (18,7 km, 783 m D+, 967 m D-, 6h e 15′)
- Tappa 11: Montefiffi – San Giovanni in Galilea (15,6 km, 449 m D+, 423 m D-, 5h)
- Tappa 12: San Giovanni in Galilea – Roncofreddo (17,9 km, 596 m D+, 759 m D-, 5h e 45′)
- Tappa 13: Roncofreddo – Montiano (17,9 km, 687 m D+, 832 m D-, 6h)
- Tappa 14: Montiano – Cesena (13,8 km, 255 m D+, 373 m D-, 4h e 30′)
- Tappa 15: Cesena – Linaro (24,8 km, 470 m D+, 338 m D-, 8h)
- Tappa 16: Linaro – Sarsina (18,6 km, 851 m D+, 811 m D-, 6h e 30′)
Punti di interesse lungo il cammino
Il Cammino di San Vicinio attraversa territori ricchi di spiritualità, arte e storia millenaria, offrendo al pellegrino un’esperienza immersiva tra natura e cultura. Ecco alcuni dei luoghi più significativi:
- Cattedrale di Sarsina: cuore spirituale del cammino, custodisce le reliquie di San Vicinio e il celebre collare benedetto, utilizzato nei riti di liberazione ancora oggi praticati. La basilica, in stile romanico, è uno dei luoghi più antichi e venerati dell’Appennino romagnolo.
- Eremo di Camaldoli: immerso nelle foreste casentinesi, è un luogo di raccoglimento e silenzio fondato da San Romualdo nell’XI secolo. Il complesso comprende l’eremo, dove vivono ancora oggi i monaci camaldolesi, e il monastero, con una farmacia antica ricca di tradizione erboristica.
- Santuario della Verna: sorge sul monte Penna, tra rupi e faggete. Qui San Francesco ricevette le stimmate nel 1224. Il santuario è un complesso vasto, ricco di cappelle, affreschi di grande valore e sentieri di meditazione, immersi in un’atmosfera mistica e sospesa.
- Bagno di Romagna: borgo termale noto fin dall’epoca romana, offre oggi stabilimenti benessere e acque curative, ma anche chiese romaniche, come la Basilica di Santa Maria Assunta, e un centro storico raccolto e affascinante.
- Badia Prataglia: piccolo paese di montagna nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, conserva l’anima monastica e il legame con la natura. L’antica abbazia benedettina, oggi non più attiva, resta un simbolo di accoglienza e spiritualità.
- Sant’Agata Feltria: borgo scenografico con fortezze e palazzi rinascimentali, tra cui spicca il Castello di Brunoro II, affacciato su uno sperone di roccia. Da non perdere il Teatro Angelo Mariani, il più antico teatro in legno d’Italia ancora in uso.
- Cesena: città d’arte e cultura, è celebre per la Biblioteca Malatestiana, prima biblioteca civica europea, perfettamente conservata e patrimonio UNESCO. Il centro storico offre anche numerosi palazzi, musei e una forte identità culturale.
La Credenziale del pellegrino
La Credenziale è il documento ufficiale che attesta lo stato di pellegrino lungo il Cammino di San Vicinio. Viene rilasciata a chi intraprende il percorso a piedi, con l’intento di vivere un’esperienza di crescita spirituale e umana, alla ricerca di silenzio, riflessione e contatto con la fede cristiana.
La Credenziale riporta il luogo e la data di partenza, così come il luogo e la data di arrivo, e deve essere timbrata lungo le varie tappe del cammino presso chiese, strutture di accoglienza o punti autorizzati, a testimonianza del tragitto realmente compiuto. Il pellegrino che la richiede si impegna ad adottare un comportamento rispettoso e consapevole, sia verso chi offre ospitalità che nei confronti delle persone e dei luoghi incontrati lungo la via.
Una volta completato il cammino, la Credenziale consente di ottenere il Testimonium, il certificato ufficiale di avvenuto pellegrinaggio. Per riceverlo è necessario inviare una richiesta via email all’indirizzo ufficiale, info@camminodisanvicinio.it.
Quando partire e perché
Il periodo migliore per affrontare il Cammino di San Vicinio va da maggio a ottobre, quando le condizioni meteo sono generalmente più favorevoli e i sentieri risultano praticabili in sicurezza. In particolare, i mesi di maggio, giugno, settembre e inizio ottobre rappresentano la scelta ideale: le temperature sono miti, i boschi si accendono di colori intensi e la presenza turistica è contenuta, permettendo un’esperienza più intima e raccolta.
Nei mesi estivi centrali, come luglio e agosto, è possibile percorrere il cammino, ma è consigliabile partire presto al mattino e prestare attenzione all’idratazione e all’esposizione solare, specialmente nei tratti più aperti e soleggiati. Alcune tappe presentano infatti dislivelli importanti e passaggi montani che possono risultare faticosi con il caldo.
In inverno, invece, il percorso può diventare difficoltoso a causa di neve, fango o piogge persistenti, soprattutto nei tratti appenninici tra Camaldoli, La Verna e Verghereto, dove l’altitudine e l’isolamento impongono maggiore prudenza.
Scegliere il periodo giusto significa valorizzare al meglio la dimensione naturalistica e spirituale del cammino, immergendosi nei paesaggi con lentezza e presenza, senza forzare il ritmo né sfidare la stagione. È un itinerario consigliato a chi ama la montagna, la natura e i piccoli borghi, e cerca un’esperienza autentica, anche fisicamente impegnativa, ma profondamente appagante.